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L’Mps chiede di battersi contro le chiusure degli uffici postali

Proposta una risoluzione in vista della seduta del Consiglio comunale di Bellinzona del 23 settembre

(Ti-Press)
26 agosto 2024
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Il Movimento per il socialismo (Mps) si pronuncia contro l’annunciata chiusura di dodici uffici postali su una ventina nella Svizzera italiana entro il 2028, tra cui quelli dei quartieri Semine e San Paolo di Bellinzona. Gli esponenti dell’Mps Matteo Pronzini e Martino Colombo, in vista della prossima seduta del Consiglio comunale di Bellinzona che si terrà il 23 settembre, chiedono al legislativo di sottoscrivere una risoluzione per “esprimere la propria opposizione alla chiusura dei due uffici postali cittadini e per sollecitare la Posta a rinunciare” a questa decisione. “Questi sportelli servono quartieri ad alta intensità abitativa e in crescita demografica, fornendo un servizio essenziale non solo dal punto di vista logistico, ma anche sociale e aggregativo”, sottolineano Pronzini e Colombo. “La chiusura di questi uffici rischia di creare un isolamento delle comunità locali, penalizzando soprattutto le persone anziane e quelle con difficoltà di mobilità”, evidenziano gli esponenti dell’Mps. Se il legislativo dovesse accogliere la risoluzione, si inviterebbe il Municipio a “esprimere la propria opposizione” e si solleciterebbe la Posta a “rinunciare tenendo conto delle esigenze locali”. Oltre a ciò il Municipio di Bellinzona verrebbe incaricato di “avviare un dialogo con il Cantone, la Deputazione ticinese alle Camere federali e gli altri Comuni della regione per coordinare azioni comuni contro le chiusure annunciate e per sostenere iniziative che mirino alla tutela della rete postale nelle aree periferiche”. Ma anche di “promuovere, in collaborazione con gli enti coinvolti, un ricorso alla Commissione federale delle Poste qualora la Posta non riveda la propria decisione in modo favorevole alle comunità locali”. Il Municipio verrebbe anche incaricato di “sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della rete postale, organizzando incontri informativi con la popolazione per discutere le possibili azioni e soluzioni da adottare in difesa dei servizi postali”.

Lo scorso 23 agosto, il sindaco di Bellinzona Mario Branda, raggiunto dalla ‘Regione’ aveva espresso «delusione» per la decisione, comunicata di recente alle autorità cittadine, di chiudere gli uffici postali Semine e San Paolo, entrambi al servizio di quartieri molto popolosi e in crescita demografica costante. «Questo è il risultato – aveva obiettato Branda – dell’impostazione data dalla politica federale. Quando poi le decisioni di chiusura si materializzano sul piano locale, è troppo tardi. Se la Posta decide, poi raramente torna indietro. Certamente è possibile interporre ricorso, ma la storia insegna che si tratta di sforzi quasi sempre vani che servono forse a ‘tirar là’ qualche mese». Il tema, aveva fatto presente il sindaco, è sul tavolo del Municipio: «Stiamo approfondendo e a tempo debito comunicheremo la nostra posizione, che in questo momento è di forte contrarietà. Peraltro ricordo che non senza sacrifici la Città ha integrato nei propri sportelli di quartiere le agenzie postali di Camorino e Claro. Ma si tratta di uffici per i quali la Posta aveva espresso a suo tempo un interesse al loro mantenimento. Cosa che purtroppo non sembra valere oggi per Semine e San Paolo».

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