Bellinzonese

Nuove Officine Ffs a Castione, i costi salgono a 755 milioni

Un ricorso blocca la realizzazione dell'edificio principale: ‘Ogni mese perso comporta un mese di ritardo nella messa in esercizio’ prevista a fine 2027

Ecco dove sorgerà il nuovo stabilimento industriale
(Ti-Press/Gianinazzi)
6 agosto 2024
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Sale da 580 a 755 milioni di franchi l’investimento totale per la realizzazione delle nuove Officine Ffs a Castione, anche se al momento quello che si vede è solamente un grande prato verde con l’erba alta. Infatti, come noto, i lavori per la costruzione dell’edificio principale (che sarebbero dovuti iniziare lo scorso luglio e terminare alla fine del 2027) sono bloccati da un ricorso inoltrato al Tribunale amministrativo federale (Taf) da uno dei consorzi che non ha ottenuto la relativa commessa da circa 292 milioni di franchi, assegnata recentemente al Consorzio Officine Ticinesi (Oft), capitanato dall’azienda Csc Costruzioni Sa di Lugano. «Ogni mese perso comporta un mese di ritardo nella messa in esercizio» prevista inizialmente a fine 2027, ha affermato oggi la direttrice di Ffs Regione Sud Roberta Cattaneo, durante una conferenza stampa tenutasi direttamente sul cantiere. Ricordiamo inoltre che una volta evaso il ricorso da parte del Taf, per i ricorrenti vi sarà la possibilità di rivolgersi anche al Tribunale federale di Losanna, allungando, nel caso, ulteriormente i tempi. Ovviamente anche l’evento dedicato alla posa della prima pietra previsto a settembre è stato rinviato.

Guerra, aumento dei prezzi di energia e materie prime

Cattaneo ha poi precisato che l’edificio principale del nuovo stabilimento industriale ferroviario (Nsif) rappresenta circa un terzo dell’investimento totale – sostenuto dalle Ffs, dal Cantone Ticino, dalla Città di Bellinzona e dalla Confederazione –, approvato lo scorso giugno dal Consiglio di amministrazione delle Ffs, dopo l’ottimizzazione resasi necessaria nel corso dell’inverno, a seguito del sensibile aumento dei costi (annunciato a gennaio, ma senza fare cifre) dovuto in particolare «allo scoppio della guerra in Ucraina, così come alle maggiori spese per energia e materie prime, ma anche alla maturità del progetto che è cresciuto nel corso degli anni». Ad esempio dal punto di vista dell’impatto ecologico le nuove Officine saranno dotate di un tetto verde, di pannelli fotovoltaici e non faranno ricorso a combustibili di origine fossile.

Non è escluso un ulteriore aumento dell’investimento

Costi che potrebbero però ulteriormente lievitare, visto che sono stati calcolati in base alle tempistiche attuali: «I 755 milioni di franchi non comprendono i ritardi» che comportano importanti conseguenze economiche e pianificatorie, soprattutto per quel che riguarda le lavorazioni previste nel futuro stabilimento di Castione: sarà ad esempio necessario trovare ulteriori soluzioni transitorie per la manutenzione degli elettrotreni Giruno, uno dei principali veicoli che sarà manutenuto nell’Nsif. Soluzioni transitorie che in altre parole significa «appoggiarsi ad altri stabilimenti industriali in Svizzera, compreso quello di Bellinzona». Bellinzona dove è in atto la cosiddetta ‘trasformazione’ «con lo scopo anche di formare il personale che poi lavorerà a Castione». Una formazione – che comprende la manutenzione di elettrotreni come gli Astoro o dei carrelli dei Giruno – che durerà dunque più a lungo del previsto, ovvero fino a quando saranno inaugurate le nuove Officine che offriranno almeno 360 posti di lavoro a tempo pieno, così come 80 posti di apprendistato. Più precisamente gli impiegati nel nuovo stabilimento industriale si occuperanno prevalentemente della manutenzione leggera e pesante dei nuovi elettrotreni (Giruno, Etr e Flirt Tilo), per un totale di 114 veicoli, e di un centinaio di locomotive, con un aumento delle attività elettromeccaniche e con un alto grado di digitalizzazione.

‘Il dialogo con Cope e sindacati proseguirà’

A proposito di personale, recentemente le Ffs hanno deciso di sciogliere la Piattaforma di dialogo, lo strumento paritetico d’informazione che da dieci anni riuniva i vari partner ferroviari, istituzionali e sindacali delle Officine di Bellinzona, durante la fase che ha portato alla definizione del futuro stabilimento industriale a Castione. Una decisione che ha suscitato parecchia delusione tra la Commissione del personale (Cope) e i sindacati. La Piattaforma aveva lo scopo di «trovare una soluzione adeguata» per garantire la continuità delle Officine di Bellinzona. E con il nuovo stabilimento industriale di Castione «ora questa soluzione c’è», ha ribadito Cattaneo. In ogni caso «il dialogo proseguirà sia con la Cope, sia con i sindacati», ha poi assicurato.

Quello che è stato fatto finora

Come detto, per vedere entrare in esercizio le nuove Officine bisognerà ancora attendere (impossibile al momento fare stime). Ma, anche se non si direbbe osservando il terreno dove sorgeranno, i lavori legati alla parte di infrastruttura iniziati a marzo 2023 proseguono come da programma a ritmo sostenuto e dovrebbero terminare come previsto alla fine del 2027, ha indicato ai media Federico Rossini, capoprogetto generale Nsif. «Finora sono già stati investiti 175 milioni di franchi», ha precisato. Lo scorso anno si sono infatti svolti i lavori preparatori, sono stati inseriti due scambi provvisori sulla linea principale e sono stati realizzati diversi nuovi attraversamenti infrastrutturali sotto la linea ferroviaria principale per permettere il passaggio di nuove infrastrutture (elettricità, acquedotto, smaltimento acque piovane, impianti tecnici ferroviari). Sono inoltre state svolte le scarifiche e la preparazione di una parte dei terreni interessati dal progetto ed è stato costruito un nuovo edificio di tecnica ferroviaria che ospiterà il nuovo impianto di gestione del traffico ferroviario con tecnologia Etcs livello 2. Durante quest’anno si sono poi svolti lavori per la realizzazione del nuovo fascio binari 600 – ovvero i binari necessari alle manovre dei treni merci – e del nuovo sottopasso ciclopedonale ‘Galletto’ che andrà a sostituire quello esistente. Parallelamente si è lavorato alla viabilità provvisoria e a quella definitiva (per un totale di due km di strade) come pure alla ciclopista lungo i fiumi Ticino e Moesa. Non da ultimo sono stati completamente rifatti l’acquedotto, i collegamenti fognari e i cavi elettrici di Amb e di Swisscom.

I prossimi passi

Per quanto riguarda il futuro, da settembre riprenderanno i lavori di preparazione dei terreni non ancora toccati fino a oggi, ha proseguito Rossini. A inizio dicembre andranno poi in esercizio i binari del fascio 600, che permetteranno di deviare l’accesso dei treni destinati alla centrale Coop da nord, liberando la stazione di Castione-Arbedo. Questo permetterà in seguito di iniziare gli importanti lavori di adattamento proprio della stazione (è anche previsto un quarto binario) che si concluderanno con la messa in esercizio dell’Nsif. Da inizio 2025 cominceranno pure i lavori di realizzazione dei fasci binari (della lunghezza totale di 12 km) che serviranno il nuovo stabilimento.

Compensazioni di superfici Sac al via, ancora tutto fermo a Biasca

Non da ultimo anche le compensazioni agricole delle Superfici di avvicendamento delle colture (Sac) sono partite o sono in procinto di farlo. Più precisamente a Iragna (dove sono già iniziati i lavori) saranno compensati 1,17 ettari, a Bellinzona un ettaro nell’area golenale, a Camorino 3,15 ettari all’ex cantiere AlpTransit e a Preonzo 0,82 ettari. Infatti in questo caso il termine per inoltrare ricorsi al mandato da 2,87 milioni di franchi – assegnato al Consorzio Sac, capitanato da Casada Sa di Malvaglia – è scaduto senza contestazioni. Mandato che tuttavia non comprende i rimanenti 2,5 ettari – per un totale di 8,64 ettari, ovvero 86’400 metri quadrati, che andranno a compensare le pregiate superfici Sac che saranno soppresse a Castione – previsti a Biasca: lo scorso dicembre il Comune ha infatti inoltrato una censura al Tribunale amministrativo federale, dicendosi contrario all’eliminazione dei 25mila metri quadrati di terreno industriale presenti a sud del paese. Malgrado i rallentamenti dovuti a queste censure l’Nsif è «un progetto di grande importanza per le Ffs, che intendono realizzarlo il più rapidamente possibile», ha assicurato Cattaneo.

Bloccato anche il nuovo quartiere a Bellinzona

Rallentamenti che non riguardano solo il futuro stabilimento industriale, ma anche il nuovo Quartiere Officine a Bellinzona, i cui lavori dovrebbero idealmente iniziare con il trasferimento delle Officine a Castione. Lo scorso febbraio è infatti stato presentato un ricorso al Tribunale amministrativo cantonale (Tram) con il quale gli opponenti sostenevano che il Consiglio comunale abbia, nell’aprile 2023, approvato la variante di Piano regolatore necessaria all’impostazione del nuovo quartiere senza avere tutti gli elementi e i dati necessari a farsi un’idea chiara e completa della molto complessa fattispecie. E più precisamente senza alcuna informazione sulla questione della contenibilità e dello stato dell’urbanizzazione, né sulle conseguenze finanziarie ed economiche che comporterebbe la sua adozione. I ricorrenti ritengono che la variante comprometta l’edificabilità di tutto il territorio comunale le cui zone edilizie sono state e saranno ridimensionate. Il ricorso riguarda per il momento la sola procedura politica seguita da Municipio e legislativo in base alla Legge organica comunale. È quindi possibile che seguiranno poi altri ricorsi nel merito del progetto, allungando anche in questo caso di molto i tempi.

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