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Non fa paura la centrale a cippato prevista a Castione

Dopo le preoccupazioni suscitate a Lumino dal progetto Teris, esito positivo per quello promosso un chilometro più a sud da Afor Castor

Le tre tappe previste per la posa delle tubazioni; le frecce nere indicano le correnti del vento
(Afor Castor)
10 luglio 2024
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Sono previste entrambe in zona industriale e distano entrambe circa 200 metri dalle prime abitazioni. Ma mentre quella che dovrebbe sorgere a Lumino su iniziativa di Teris Sa ha contro buona parte della politica e della popolazione locali armate di firme, interpellanze, mozioni e petizioni, quella indicata a Castione sembra incontrare il favore di tutti. Il motivo di tale differenza sembra risiedere – ma potrebbero esserci anche altri motivi – nella fonte energetica: nel primo caso (stando alla domanda di costruzione respinta in aprile dal Municipio di Lumino per una questione formale) soprattutto legname di scarto trattato e una parte di legna vergine; nel secondo caso (la decisione compete al Municipio di Arbedo-Castione ed è annunciata entro fine estate) esclusivamente legname vergine proveniente dai boschi del Bellinzonese. Stiamo parlando delle centrali termiche che bruciando cippato generano calore da distribuire a utenti vicini e lontani attraverso una rete di teleriscaldamento da infilare sotto le strade. Lunedì sera, al Centro civico di Arbedo, la presentazione pubblica del progetto promosso a Castione dalla locale azienda forestale Afor Castor non ha suscitato critiche fra l’ottantina di presenti. Anzi, solo applausi.

L’esatto contrario di quanto successo il 17 giugno nella gremita palestra di Lumino, dove i vertici di Teris hanno suscitato critiche di pancia ma anche ragionate. Teris, non va dimenticato, che da una decina d’anni gestisce il principale teleriscaldamento del Ticino termovalorizzando con successo a Giubiasco tutti i rifiuti provenienti da Sopra e Sottoceneri, compresa la legna di scarto così tanto temuta a Lumino. Distribuendo calore nel comprensorio, la società controllata da Aet e Acr contribuisce così a ridurre sensibilmente l’inquinamento atmosferico vista la rinuncia di molti utenti all’olio da riscaldamento. Ritenendo necessario, in questa fase, completare la rete di distribuzione calore a nord di Bellinzona, Teris intende appunto realizzare una centrale a Lumino da alimentare con legna di scarto, sebbene il 17 giugno i suoi vertici abbiano tentato di correggere il tiro indicando di voler dare la priorità alla legna vergine (novità dell’ultima ora che non ha convinto i presenti). A ogni modo Teris prossimamente comunicherà la propria decisione sulla volontà o meno di sottoporre al Municipio di Lumino una seconda domanda di costruzione.

‘Porta valore aggiunto’

Intanto, poco più a sud, il progetto Afor Castor ha ricevuto la benedizione anche dell’Associazione per il miglioramento ambientale di Castione. Il suo presidente Alberto Robustelli, prendendo la parola, ha ricordato che in 16 anni di attività Amica ha fatto il pelo e contropelo a tantissimi progetti, «per contro in questo caso vediamo qualità e valore aggiunto, proprio quello che necessita la sfortunata zona industriale. C’è da chiedersi perché la licenza edilizia stenti ad arrivare». Il direttore Moreno Guatieri e l’ingegnere Stefano Jorio non hanno voluto puntare il dito contro nessuno, ma è indubbio che l’iter è cominciato ormai quattro anni fa. «A ogni modo – hanno più volte sottolineato – ogni passo è stato fatto insieme ai servizi comunali e la licenza edilizia, che speriamo di ottenere, poggerebbe sul preavviso cantonale positivo e riguarderebbe anche la posa delle tubazioni sotto strade che già richiedono migliorie. Non sarà insomma una cattedrale nel deserto» il progetto finanziato da due partner economici molto ben posizionati in questo ambito su scala nazionale.

‘In alto mare’

Quanto all’eventualità di una collaborazione con Teris, sollecitata dalla sala, «ci sono stati dei contatti, ma siamo in alto mare», ha detto Jorio. A questo riguardo Robustelli ha ricordato la petizione che Amica ha sottoposto di recente al Gran Consiglio sollecitando un coordinamento fra i progetti nella medesima regione. Nel caso specifico salta all’occhio che anche le Ffs, poco più a nord di Afor Castor, realizzeranno una loro centrale a legna per soddisfare le necessità energetiche e caloriche della nuova officina di manutenzione. Tra gli altri punti a favore, Afor Castor ha evidenziato i nuovi impieghi previsti sul terreno e nella centrale e il fatto che il legname proverrebbe esclusivamente da lavori selvicolturali orientati a tenere in buona salute il bosco; legname che in molti casi oggi finisce anche nei Grigioni e Uri dove viene trasformato in cippato che alimenta impianti di teleriscaldamento d’Oltralpe. Quindi trattenerlo qui comporta un vantaggio anche in termini di sfruttamento di una fonte energetica a chilometro zero, evitando trasporti chilometrici. Capitolo dimensionamento dell’impianto: sarà dotato di una ciminiera alta 23,5 metri e partirà da due caldaie in grado di fornire 6,4 MW di calore all’anno; a dipendenza del successo e della richiesta (utenti privati e ditte della zona, nonché eventuali nuove aziende che potrebbero insediarsi proprio a Castione ritenendo interessante approvvigionarsi dalla centrale a legna), si potrà triplicare il valore fino a circa 19 MW/anno.

‘I boschi ticinesi ne hanno bisogno’

Sarebbe interessante – hanno aggiunto Jorio e Guatieri – sia poter servire ditte affamate anche in estate di calore e vapore per le loro lavorazioni; sia poter produrre una parte di elettricità nel momento in cui il calore è meno richiesto, come appunto nella bella stagione. Un assist lo ha fatto infine Martino Bonardi, capo Ufficio forestale del nono circondario di Arbedo-Castione: «Il Ticino ha bisogno di impianti come questo, perché favoriscono sia un’economia circolare positiva, sia l’indispensabile cura dei boschi di protezione in un periodo storico in cui gli alberi soffrono di più, rispetto al passato, e muoiono in numero sempre maggiore». D’altronde, che le centrali a cippato per teleriscaldamento siano un successo lo dimostrano i molti impianti già accesi in varie località del Ticino nel corso degli ultimi anni; soltanto a Lumino sono sorte delle reticenze, sebbene Teris abbia assicurato che la gestione dei fumi sarebbe all’avanguardia e in grado di rispettare ampiamente tutti i parametri di legge.

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