Il Cantone ha abbassato i requisiti per l'assunzione. Si punta ad avere sufficienti sorveglianti a partire dall'anno scolastico 2024/2025
Il Legislativo di Bellinzona ha respinto la richiesta dell'Mps di modificare l'ordine del giorno per pronunciarsi subito sulla risoluzione presentata dal movimento, quella che invitava l'esecutivo turrito ad “adeguarsi alle disposizioni di legge” per quanto riguarda la pausa meridiana (una pausa di mezz'ora sul mezzogiorno per i docenti della Scuola dell'infanzia). Come dichiarato dal municipale Renato Bison, capodicastero Educazione, cultura, giovani e socialità, recentemente il Cantone ha in effetti abbassato l'asticella sui parametri d'idoneità per le assunzioni dei sorveglianti. Proprio questo venerdì, ha proseguito Bison, «la Città pubblicherà dunque il bando del concorso con l'obiettivo di assumere sufficienti operatori e operatrici per introdurre la pausa meridiana dall'anno scolastico 2024/2025. Riteniamo quindi che la richiesta dell'Mps sia largamente superata», ha affermato il municipale. L'intervento di Bison ha indotto il plenum a respingere (39 voti contro 8) la modifica dell'ordine giorno per l'entrata in materia sulla risoluzione.
Sulla base della modifica votata dal Gran Consiglio e introdotta a partire dall'anno scolastico 2022/2023, per sostituire i docenti durante la pausa i Comuni dovevano assumere personale qualificato per vegliare sui bambini. Per due anni la Città aveva così indetto un concorso che tuttavia in entrambe le occasioni non aveva dato i suoi frutti. Per l'anno scolastico 2023-2024 avevano partecipato 15 candidati, di cui solo 5 sono risultati idonei, mentre il fabbisogno era di almeno 14 (per personale qualificato s'intendeva, quale requisito principale, un titolo di docente di scuola dell’infanzia e/o di scuola elementare oppure, in assenza di concorrenti con questo titolo, candidati con un diploma di operatore socioassistenziale o titolo superiore in ambito educativo). Per non generare disparità di trattamento fra le sedi, il Municipio aveva quindi deciso di non implementare tale funzione. Una situazione che era risultata problematica soprattutto per i Comuni più grandi con tante sedi scolastiche sul territorio. Tramite i loro responsabili, Bellinzona e Lugano avevano espresso l'auspicio di un cambiamento – ora arrivato – per quanto riguarda le condizioni d'assunzione.