Bellinzonese

Officine, addio Piattaforma? ‘La politica intervenga sulle Ffs’

Bellinzona: anche gli operai riuniti in assemblea chiedono alle Ferrovie di non chiudere il tavolo di dialogo. Firmata una risoluzione all’unanimità

(Archivio Ti-Press)
14 giugno 2024
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Cresce la tensione fra il personale delle Officine di Bellinzona, riunitosi oggi in assemblea, e i vertici delle Ffs che lunedì hanno comunicato unilateralmente la cessazione, il prossimo 31 dicembre, della Piattaforma di discussione creata nel 2014 per affrontare i punti più importanti relativi al futuro dello stabilimento e, in definitiva, la sua realizzazione a Castione. Dopo il portavoce della Commissione del personale (Cope) Mauro Beretta, espressosi sul nostro giornale a titolo personale, e dopo il comitato della Cope medesima allargato ai sindacati, oggi è il turno delle maestranze. Presenti in massa all’assemblea, hanno sottoscritto all’unanimità una risoluzione critica contro la disdetta dell’accordo di Piattaforma. Oltre a manifestare stupore per la decisione e la modalità di comunicazione della disdetta, il personale ribadisce che gli obiettivi sottoscritti nell’accordo di Piattaforma “non sono raggiunti. Ossia il consolidamento delle Officine all’interno delle Ffs e il sostegno all’occupazione”. Il passaggio di posti di lavoro dagli odierni 510 ai 360 “indica che si è ancora lontani dal raggiungimento degli obiettivi”. Si teme inoltre “una riduzione dei volumi di lavoro in Ticino, non da ultimo anche a causa degli spazi molto ridotti previsti a Castione”. Una disdetta insomma “inopportuna in questo periodo incerto di transizione”. Da qui la richiesta a Direzione e Cds a mantenere aperto il canale di dialogo dato dalla Piattaforma, “almeno fino all’operatività completa a Castione”. Un appello in tal senso viene lanciato anche al Consiglio di Stato, al Municipio di Bellinzona e alla deputazione alle Camere federali, affinché convincano le Ffs a tornare sui loro passi.

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