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Non secondo i piani, ma le 2 fusioni restano delle ‘opportunità’

La commissione ‘Costituzione e leggi’ è favorevole ai messaggi governativi. Sempre più vicina l'unione fra Quinto e Prato e fra Giornico e Bodio

(Ti-Press)
15 maggio 2024
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Dopo l'approvazione in votazione popolare dello scorso 26 novembre, i due progetti aggregativi leventinesi si avviano verso un sempre più scontato sì da parte del Gran Consiglio. A sostenere i messaggi licenziati negli scorsi mesi dal Consiglio di Stato, ci sono infatti i rapporti favorevoli firmati dalla commissione parlamentare ‘Costituzione e leggi’ durante la seduta di martedì 14 maggio. Due rapporti di poche pagine che con convinzione invitano il plenum a dare luce verde alle fusioni e ai relativi aiuti cantonali. L'approvazione del parlamento è il penultimo tassello prima dell'elezione dei membri dei municipi e dei consigli comunali prevista nell'aprile 2025.

Partendo dall'alta valle e dal relativo rapporto stilato dalla relatrice Lisa Boscolo (Ps), la commissione ritiene l'unione tra Quinto e Prato Leventina (nascerebbe un Comune di 1'350 abitanti chiamato Quinto) un'opportunità da cogliere, considerata l'area geografica “dove lo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione pongono dei limiti allo sviluppo socio-economico”. Ben venga, dunque, la visione elaborata che si prefigge in particolare di promuovere tre aspetti: “La conciliazione lavoro-famiglia, una promozione economica supportando le attività sul territorio e una promozione e tutela del patrimonio naturale”. Gli aiuti cantonali per questa aggregazione ammontano a 2,2 milioni di franchi così ripartiti: 200mila franchi per la riorganizzazione amministrativa, 1,5 milioni per gli investimenti di sviluppo, più un contributo complementare massimo di mezzo milione se saranno promosse iniziative di sviluppo particolarmente significative.

L'auspicio per una alta Leventina unita

Nelle sue considerazioni, la commissione auspica tuttavia che in futuro, come peraltro previsto dal Piano cantonale delle aggregazioni, anche gli altri tre enti locali dell'alta valle (Dalpe, Airolo e Bedretto, che a inizio 2022 avevano declinato la proposta di adesione al progetto da parte di Prato e Quinto) “possano, sempre e solo sulla spinta di un consenso popolare magari favorito dai risultati positivi di questa aggregazione, unirsi al nuovo Comune aggregato”.

Giornico-Bodio: ‘Buona opportunità anche senza Pollegio e Personico’

Pur rimasta orfana di Pollegio e Personico (anche in questo caso sconvolgendo i piani del Cantone), anche l'unione fra Bodio e Giornico (nascerebbe un ente locale di 1’700 abitanti chiamato Giornico) è considerata una buona opportunità dalla commissione, visto che si tratta di “un’aggregazione che nasce dal basso, dalla volontà politica degli enti locali coinvolti e supportata dall’approvazione popolare, proprio nello spirito e nella volontà politica cantonale in ambito aggregativo”, scrive nel suo rapporto Omar Terraneo (Plr). “Un progetto che si deve orientare verso i servizi alla cittadinanza e la promozione di una politica residenziale attenta alla qualità di vita, salvaguardando la prossimità, che saprà dare maggiori impulsi alle potenzialità e alle risorse presenti nel territorio. Sia dal profilo economico valorizzando le aree di lavoro presenti, dal profilo residenziale preservando le riserve di zona edificabili, che dal profilo turistico-culturale con la messa in rete dei numerosi beni culturali e la promozione di un territorio dall’elevato valore ambientale e paesaggistico”.

Quale contributo alla fusione, il Consiglio di Stato chiede al parlamento di concedere 3 milioni di franchi: 1 milione per il consolidamento del bilancio del nuovo Comune; 200mila franchi per la riorganizzazione amministrativa; 1,2 mio per investimenti di sviluppo e 600mila franchi per investimenti obbligatori/infrastrutturali.

Il Gran Consiglio sarà chiamato a esprimersi sui messaggi in occasione della seduta aggiornata per il 27 e il 28 maggio. Alle urne, ricordiamo, lo scorso 26 novembre entrambi i progetti erano stati approvati con una percentuale di ‘Sì’ attorno al 70%.

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