Bellinzonese

Licenziamenti al panificio Coop di Castione: sindacati indignati

Unia e Ocst chiedono alla direzione di fare marcia indietro sui tre provvedimenti presi. Rilevato disagio fra il personale

Il sindacalista Vincenzo Cicero di Unia stamane sul posto
(Ti-Press/Golay)
12 aprile 2024
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Una conferenza stampa sul posto indetta stamane da Unia e Ocst ha segnalato la presenza di decisioni ritenute inaccettabili dai sindacati, ossia il licenziamento di tre collaboratori e lo spostamento di due ad altre mansioni tra i dipendenti del panificio Coop di Castione. Secondo i rappresentanti dei lavoratori negli ultimi mesi, a più riprese, sono state segnalate situazioni di enorme disagio tra il personale e i superiori di linea. A questo proposito è anche intervenuto l’Ispettorato del lavoro che ha inviato un sondaggio fra i collaboratori.

La direzione Coop – lamentano i sindacati – piuttosto che discutere della situazione con le due organizzazioni “ha pensato bene di procedere in solitaria intimando la disdetta a tre lavoratori, con tanto di accompagnamento forzato alla porta dal personale di sicurezza”. Nonostante le richieste di informazioni, e sentita la Commissione del personale Coop, a oggi Ocst e Unia non dispongono di alcun elemento che possa far luce sulla situazione rilevata dall’Ispettorato del lavoro. Da qui la richiesta alla Direzione generale di Coop di ritornare sui suoi passi e “condividere con le organizzazioni sindacali soluzioni più adeguate ed equilibrate”.

‘Clima insostenibile e fortissima pressione sulla produzione’

«L'escalation vista negli ultimi giorni ha dell'incredibile», ha esordito Vincenzo Cicero di Unia descrivendo la situazione all’interno del panificio dove sono impiegati circa 75 dipendenti. «In tutti questi anni non avevamo mai assistito a una brutalità e una violenza del genere, nemmeno nelle fabbriche del Mendrisiotto». Secondo Unia e Ocst, a Castione il malessere è riconducibile allo stile di conduzione da parte del responsabile e dei quadri intermedi. Cicero ha parlato di «atteggiamento aggressivo e autoritario», di un «clima di lavoro insostenibile con fortissima pressione sulla produzione» e di «un'organizzazione del lavoro lacunosa, con turni di lavoro fino a 11 ore» e rischi per la sicurezza dei collaboratori durante la produzione. «Tutte situazioni esasperanti – ha aggiunto il sindacalista – che abbiamo più volte segnalato alla direzione locale e nazionale di Coop, ma sempre trovando un muro».

Sconosciuto il risultato dell'indagine interna

Il caso ha portato all’attivazione dell’Ufficio cantonale dell’ispettorato del lavoro, che alla fine dello scorso anno è intervenuta avviando un sondaggio scritto tra i dipendenti sul clima di lavoro interno e sui processi di conduzione. Il tutto concordato con la direzione nazionale di Coop. Tuttavia, hanno riferito i sindacati, i collaboratori non sono poi stati informati sui risultati del sondaggio allo scopo di poter comprendere le aree problematiche emerse e le misure implementate dall’azienda. Stando a Unia e Ocst (i quali pure lamentano di non aver potuto visionare i risultati), la situazione è invece ulteriormente degenerata negli ultimi mesi (fino ai recenti licenziamenti e spostamenti), con il consolidamento di «un modello di gestione basato sulla discriminazione, comportamenti vessatori, irrispettosi e intimidatori» (i sindacati parlano addirittura di dipendenti perquisiti).

‘Stabile militarizzato’

Durante l'incontro con la stampa è stato riferito che le tre persone licenziate sono tre dipendenti di 53, 56 e 59 anni con una lunga esperienza lavorativa in Coop. Secondo l'azienda rendevano difficoltoso il lavoro del management e hanno numerosi provvedimenti alle spalle. Tutte falsità, secondo Unia e Ocst: «In realtà si trattava di quelle figure fortemente legittimate agli occhi dei colleghi e più critiche di fronte ai numerosi abusi perpetrati in questi mesi dalla dirigenza del panificio di Castione».

All’immagine del clima di tensione, da mercoledì 10 aprile Coop ha assunto agenti di sicurezza a sorveglianza dello stabile ubicato in via Industria. Secondo i sindacati, una mossa per mettere pressione sui dipendenti e costringerli a lavorare sotto pressione, e allo stesso tempo dissuadere da qualsiasi forma di azione di solidarietà. «Oggi è importante dare un segnale – ha affermato il sindacalista Ocst Patrick Mazza –. E questa militarizzazione non ha nulla a che fare con la pace sociale. Quindi siamo qui per dire alla direzione che così non va bene. Mercoledì 10 aprile siamo stati convocati dalla direzione generale di Coop, ma nel mentre venivano accompagnati alla porta dei dipendenti, quando in realtà noi ci aspettavamo di discutere di questi provvedimenti. Non erano questi gli accordi, e non è questo il modo di confrontarsi. E questo proprio in virtù della fiducia rinnovata a Coop dopo lo sciopero dei dipendenti del panificio di Castione nel febbraio 2023. Una fiducia che oggi viene meno».

‘Attegiamento che riguarda anche i negozi’

Ha completato il quadro la dura presa di posizione della sindacalista Unia, Chiara Landi: «Quanto successo in questo panificio è solo la parte più plateale di un cambiamento della politica aziendale che purtroppo ha trasformato la missione sociale di Coop in un’azienda che impone un regime di repressione e intimidazione nei confronti dei dipendenti, cercando di far tacere ogni voce di insoddisfazione. Lo strumento di comunicazione da parte dei responsabili è l'ammonimento, per sanzionare qualsiasi tipo di comportamento del dipendente. E quello che succede qui in maniera plateale, lo vediamo anche nei negozi Coop. Il messaggio della direzione nazionale è che queste pratiche sono legittimate. E questo è gravissimo».

Si attende nel corso del pomeriggio una reazione da parte di Coop.