Bellinzonese

Insegnare la diversità per vivere in armonia e serenità

Riflessione e sensibilizzazione al Teatro Sociale per circa 450 allievi di quinta elementare di Bellinzona in occasione della Settimana contro il razzismo

Organizzati due spettacoli al termine dei quali è stato possibile dialogare con gli artisti
(Ti-Press/Golay)
25 marzo 2024
|

Convivere in armonia e serenità, nonostante le differenze. È questo, in estrema sintesi, l’obiettivo finale delle attività che si svolgono in occasione della Settimana contro il razzismo, tenutasi la scorsa settimana. Attività di sensibilizzazione e riflessione che hanno avuto luogo in Ticino e nel resto della Confederazione. A Bellinzona, venerdì scorso 22 marzo, tutte le quinte classi di scuola elementare si sono recate in due gruppi (tutte assieme non ci stavano) al Teatro Sociale per assistere a due spettacoli teatrali – ‘L’orecchio in fuga’ di e con Daniele Dell’Agnola e ‘Il Violinista’ della compagnia Sugo d’inchiostro –, al termine dei quali gli allievi hanno avuto modo di riflettere sulla tematica del razzismo dialogando direttamente con gli artisti. L’evento al quale hanno partecipato circa 450 allievi è stato promosso dal Servizio Integrazione degli stranieri della Città di Bellinzona, in collaborazione con l’Istituto scolastico comunale e col sostegno del Servizio per l’integrazione degli stranieri del Cantone.

L'importanza di affrontare le discriminazioni

«È stata un’esperienza sicuramente positiva, anche se, essendo stata la prima edizione, vi è margine di miglioramento in alcuni aspetti», afferma a ‘laRegione’ Loredana Martini, coordinatrice del collegio di direzione delle scuole comunali di Bellinzona. «L’obiettivo ora è quello di valutare come riproporre questo evento in futuro, coinvolgendo maggiormente i bambini nell’avvicinamento alla Settimana contro il razzismo, senza tuttavia sovraccaricare i docenti». Un avvicinamento che già quest’anno ha potuto contare sul sostegno di Matteo Caratti, delegato comunale alla coesione sociale e all’integrazione degli stranieri, che si è recato, con il collega Alberto Cotti, in sei classi, svolgendo un lavoro di sensibilizzazione sulla tematica: «I bambini hanno risposto molto bene», sottolinea. «Attraverso dei giochi abbiamo affrontato il tema delle discriminazioni, non solo basate sul colore della pelle, ma anche ad esempio tra uomo e donna». Ora i bambini avranno anche «la possibilità di continuare a riflettere sul tema, scrivendo dei testi o facendo dei disegni». Nelle altre classi, sono stati i docenti ad affrontare il tema in particolare spiegando ai bambini perché c’è una Settimana contro il razzismo: «In estrema sintesi – precisa Martini – se è ancora necessario organizzare un tale evento significa che si tratta di un fenomeno ancora attuale e reale, che forse non tocca direttamente i bambini, ma di cui è importante parlare e riflettere».

Sensibilizzare le famiglie attraverso i bambini

Questo significa quindi che è stato notato un aumento delle forme di discriminazione a scuola? «In realtà nelle scuole comunali non ci sono particolari problemi legati al razzismo, un fenomeno che è invece più diffuso negli adulti», spiega Caratti. «È però importante svolgere un lavoro educativo, di sensibilizzazione già alle Elementari, in modo che le persone di 115 nazionalità diverse che abitano a Bellinzona possano convivere e accettarsi a vicenda». Inoltre, «la speranza è che questo lavoro venga poi trasmesso dai bambini all'interno delle loro famiglie, così da sensibilizzare anche genitori e parenti». Martini conferma: «Anche se in ogni classe vi sono bambini che provengono da culture diverse, non abbiamo mai registrato disagi particolari. In ogni caso è importante riflettere sulla tematica della diversità, facendo sì che tutti si sentano accettati con le loro differenze culturali, religiose, di genere, fisiche o comportamentali». In altre parole è necessario cercare di riflettere sui pregiudizi: «Bisogna conoscere chi ci sta di fronte prima di esprimere dei giudizi: l’apertura, la curiosità, l’approfondimento permettono di capire meglio l’altro sviluppando rapporti sociali sani». Pregiudizi che spesso vengono trasmessi dagli adulti.

Le priorità dei bimbi sono altre

Caratti sottolinea inoltre l’importanza di aver scelto di affrontare queste tematiche attraverso la cultura: «Il fatto che gli attori abbiano dialogato con i bambini è qualcosa di innovativo e qualche spunto interessante è emerso». A dimostrazione però che il razzismo o la diversità non sono temi che preoccupano particolarmente i bambini, vi è il fatto che durante questi momenti di riflessione al Sociale gli allievi hanno posto domande non sempre pertinenti, come ad esempio quante prove hanno svolto gli attori prima di presentare lo spettacolo. E questo significa che «le loro priorità sono altre». Un altro aspetto importante è rappresentato dal fatto «di riunire in un luogo simbolico bambini provenienti da tutti quartieri, molti dei quali non si sono verosimilmente mai incontrati prima», rileva Martini. «E questo mostra la volontà di generare una coesione sempre maggiore tra allievi e istituti della Città aggregata».

Evento che sarà riproposto

La riflessione proseguirà ancora in classe, visto che gli allievi potranno visionare lo spettacolo a cui non hanno assistito. In ogni caso il lavoro in classe in quest’ambito «va avanti da anni e permette di veicolare un messaggio su una problematica che caratterizza ancora oggi la nostra società», afferma Martini. Un lavoro che può essere ulteriormente valorizzato (e ricordato dagli allievi) con un grande evento come quello organizzato al Teatro Sociale. E in questo contesto vi è quindi la volontà di riproporre qualcosa di simile anche in futuro, migliorando dove si può, a beneficio della serenità di tutta la popolazione.