Pietro Ghisletta ed Emilio Scossa-Baggi (Centro) in un’interrogazione chiedono di realizzare ‘un polo di sicurezza e di assistenza sanitaria’
Abbandonare gli approfondimenti in corso sull’ex Birreria per puntare in maniera decisa sul mappale della Saleggina: è qui, annesso al futuro ospedale regionale, che i consiglieri comunali Pietro Ghisletta ed Emilio Scossa-Baggi (Centro) ritengono opportuno prevedere la sede di un Centro servizi cittadino che possa riunire sotto la stesso tetto le sedi di Polizia comunale, Corpo pompieri e Croce Verde. La centralizzazione degli enti di primo soccorso è un tema di cui a Bellinzona si discute da decenni, senza tuttavia essere mai giunti a una soluzione.
Nella loro interrogazione, i consiglieri comunali ritengono “innegabile che nell’attuale contesto, la Città presenti lacune evidenti in merito alla gestione di queste strutture chiave”. La necessità di trovare nuovi spazi per questi enti di pronto intervento è “di pressante attualità e non è ulteriormente procrastinabile”. Più precisamente: il corpo Pompieri presenta una “fatiscente quanto inadeguata caserma (malgrado i ‘cerotti’ accordati d’urgenza dal Consiglio comunale alcuni anni fa)”; la Croce Verde ha più volte indicato una “pressante richiesta di progettare una nuova sede (rammentando pure che, nell’attesa, ha acquisito nuovi spazi accanto all’attuale sede)” e la Polizia comunale deve convivere “con l’indecenza logistica-operativa della sua attuale sede (anche in questo caso, malgrado i recenti ‘rappezzi’ concessi dal Cc per risanare in minima parte la situazione)”. Insomma, per Ghisletta e Scossa-Baggi “emerge la necessità impellente che il Comune adotti una strategia proattiva, accelerando i tempi per presentare un piano urbanistico funzionale e una variante adeguata tale da potersi integrare al nuovo complesso ospedaliero della Saleggina”.
Come noto, attualmente il Municipio sta approfondendo la possibilità di insediare la caserma dei pompieri, la Protezione Civile, eventualmente la Croce Verde e la sede del Settore opere pubbliche presso l’ex Birreria di Carasso. Dove non sarebbe invece prevista la sede della Polizia comunale. Nuovi approfondimenti a cui si è giunti dopo che il Municipio ha messo da parte il progetto – uno degli obiettivi dell’aggregazione – per realizzare una sede con tutti gli enti di primo servizio (compresa anche la Protezione civile) per un costo preventivato attorno ai 70 milioni di franchi. Un anno fa, il capodicastero Opere pubbliche Henrik Bang, aveva infatti riferito che tutte le soluzioni logistiche valutate erano infine risultate inattuabili, a causa dell’impossibilità di utilizzare i vari terreni individuati da tempo: un po’ perché il Cantone intende esercitare il diritto di prelazione acquisendoli da Confederazione (zona A2 a Camorino per un’area nomadi) e Consorzio correzione fiume Ticino (Seghezzone di Giubiasco dove inserire due nuove scuole), un po’ perché in qualche caso la messa a disposizione avverrebbe troppo in là nel tempo (centro logistico militare che Armasuisse potrà mettere sul mercato soltanto a partire dal 2030, dando tuttavia ancora una volta la priorità alla Confederazione, poi al Cantone e solo in terza battuta alla Città). Un po’, per finire, perché una soluzione ideale (posteggio Tatti in zona nuovo semisvincolo) non si concilia con le mire edificatorie del Cantone, proprietario, che intende inserire nuovi uffici. In quell’occasione Bang aveva quindi riferito che la priorità del Municipio è la costruzione quantomeno della caserma dei pompieri, con limite temporale di realizzazione ipotizzato tra i 7 e i 10 anni. In questo senso, aggiungeva il municipale, rimane l’ipotesi dell’ex Birreria a Carasso.
Ora, Ghisletta e Scossa-Baggi chiedono all’esecutivo di cambiare rotta, ritenendo che “la centralizzazione di tutte le risorse operative in un’unica sede rappresenterebbe un balzo in avanti significativo per la sicurezza e il benessere della comunità, garantendo una migliore coordinazione tra le varie forze di intervento e una risposta più tempestiva ed efficace in caso di emergenze, oltre che a comportare non indifferenti vantaggi dal punto di vista delle sinergie e delle risorse che potrebbero venir accorpate”. Va ricordato che l’Ente ospedaliero cantonale ha già peraltro indicato la propria disponibilità ad accogliere la Croce Verde nel nuovo ospedale previsto dal 2030.
In concreto, i due consiglieri chiedono al Municipio se non ritenga opportuno insediare un Centro multiservizi comunale nell’area della Saleggina, se la modifica del Piano regolatore per la zona in cui sarà costruito il nuovo ospedale “avrebbe già valenza corretta anche per l’insediamento di un possibile Centro multiservizi comunale” e “quali sono le previsioni temporali del Comune per affrontare le evidenti problematiche di spazio in particolare della Polizia comunale e lo stato di palese degrado della caserma dei pompieri”. Al Municipio si chiede anche di indicare se sta collaborando con l’Eoc per il futuro utilizzo dell’attuale Ospedale San Giovanni.