Le considerazioni dello storico dirigente granata dopo l'annullamento della competizione e le risposte del Municipio. Si va verso una formula meno onerosa
“L’annullamento non è dovuto a problemi finanziari, ma anzitutto organizzativi, e in particolare al numero di volontari ridottosi progressivamente nel corso degli anni, parallelamente all’interesse nei confronti del Torneo. Il sostegno della Città attraverso Amb e Bellinzona Sport non sarebbe comunque sufficiente senza l’apporto di sponsor privati”. Questa in sintesi la risposta del Municipio all'interpellanza dell'Mps che sollecitava l’intervento finanziario del Comune per assicurare l’edizione 2024, come noto annullata, del Torneo internazionale Under 19 Wambo Cup, organizzato a Bellinzona da un’ottantina d’anni.
La risposta del Municipio è giudicata «molto veritiera» da Flavio Facchin, storico dirigente granata, fino a qualche mese fa presidente del settore giovanile e tuttora molto vicino all’Acb. «Credo che l’era del grande torneo pasquale sia ormai terminata – afferma –. Dopo la pandemia, nonostante i grandi sforzi organizzativi, le edizioni 2022 e 2023 sono in effetti risultate sottotono (l’ultima con sei squadre invece di otto) e hanno ancora una volta richiamato pochissimo pubblico. Purtroppo siamo di fronte a un calcio che è cambiato: in generale c’è meno interesse da parte della popolazione, ma soprattutto tante formazioni giovanili europee, sempre più orientate verso il professionismo, per venire a Bellinzona chiedono un ingaggio e la copertura delle spese per il viaggio e per il pernottamento. Una volta l’attrattiva del nostro torneo era anche la particolarità della categoria U18, poi portata a U19 con l’adeguamento agli standard europei, e quindi oggi parliamo di formazioni più vicine al concetto di una prima squadra che hanno richieste ancora più onerose». Pur ritenendo oggettiva la risposta del Municipio (che parla di problemi organizzativi, scarsa comunicazione e sponsor pronti a contribuire ma mai interpellati), per Facchin non è una faccenda su cui polemizzare. «Semplicemente bisogna prendere atto che i tempi sono cambiati e che probabilmente bisogna proporre una formula diversa e soprattutto più sostenibile finanziariamente. Per quanto riguarda l’edizione annullata di quest’anno, anche con i contributi degli sponsor che alla fine non sono stati interpellati, il budget non sarebbe comunque stato sufficiente per organizzare un torneo con la qualità di un tempo. Ripeto: oggi è infatti quasi impossibile portare squadre di livello, perché costano una cifra fuori luogo. E sarebbe anche fuori luogo chiedere maggiori risorse al Comune o agli sponsor per attirare queste formazioni. In fondo sono gli stessi sponsor che sostengono la nostra prima squadra e il settore giovanile, dove è meglio che restino queste risorse». Veniamo poi all’aspetto della mancanza di volontari: «Sono sempre meno ed è un problema che l’Acb sta vivendo da tempo. Oggi quasi nessuno si mette a disposizione senza compenso. Ma anche questo non è un tema per fare polemica, si prende atto che i tempi sono cambiati». Facchin spiega che sono dunque in corso delle riflessioni per valutare la possibilità di proporre un torneo pasquale per squadre di età inferiore, magari anticipando la competizione U14 che da tre anni viene organizzata nel mese di maggio. «In definitiva, se attirare rinomate formazioni U19 ha dei costi enormi, risulta invece molto più agevole avere a Bellinzona squadre più giovani anche di club blasonati». Dal canto suo Alfio Moro, ultimo presidente del comitato organizzatore del torneo (comitato che opera sotto l’egida dell’Acb), da noi contattato per una reazione ha preferito non entrare nel merito della risposta del Municipio.