Bellinzona: il ricorrente della vernice rossa, in rotta col Municipio anche su altri temi, contesta pure l’ultima decisione del Consiglio comunale
È destinato a subire una verifica giuridica del Consiglio di Stato il credito di 27 milioni di franchi stanziato il 29 gennaio dal Consiglio comunale di Bellinzona per il risanamento totale delle scuole elementari Nord e l’inserimento nel sottotetto di un centro extrascolastico. Un ricorso è stato infatti inoltrato al governo cantonale da un ex impresario edile di Claro che da alcuni anni a questa parte si è messo di traverso contestando – anche con gesti eclatanti – una serie di progetti e crediti cittadini.
Citiamo, nell’ordine, sia il credito suppletorio di 2,7 milioni votato nel maggio 2022 dal Cc per il completamento dell’ex oratorio di Giubiasco, sia il consuntivo 2021 che conteneva la liquidazione per i lavori preliminari (costati poco più di un milione di franchi) necessari nell’ambito della bonifica del terreno ex Petrolchimica di Preonzo. In entrambi i casi il governo aveva respinto i ricorsi e in entrambi i casi l'ex impresario si era rivolto al Tribunale amministrativo cantonale che deve oggi ancora esprimersi. Pure da definire il quadro generale (responsabilità e costi) della sistemazione del tratto di via ai Ronchi a Daro ceduto nell’agosto 2021 all’altezza di un cantiere edile di pertinenza del ricorrente. Sua, ricordiamo ancora, la mano che di recente ha cosparso di vernice rossa l’uscio dell’ufficio del sindaco a Palazzo Civico, quale gesto di protesta.
Quanto alle scuole Nord, il precedente credito di 14 milioni stanziato nel 2018 è rimasto fermo per cinque anni fintanto che lo scorso autunno l'esecutivo ha presentato quello sostitutivo di 27. Ebbene, il ricorrente imputa al Municipio “gravi inadempienze e negligenze”. Nel dettaglio del progetto, critica poi l’utilizzo per il riscaldamento dei locali di ventilconvettori, a suo dire dannosi per la salute delle persone, siano esse bambini o adulti. A tal punto da sostenere che “questo tipo di impianto non è più presente in nessun tipo di edificio pubblico". Inoltre “la mancanza di serpentine radianti a pavimento usate in tutti gli edifici pubblici e privati, siano essi nuovi o ristrutturati, priverebbe docenti e allievi del necessario benessere termico”.
Perplessità vengono sollevate poi sulla statica partendo dalle solette prefabbricate un tempo usate e oggi non più. Criticato in particolare il capitolo 2.3 del messaggio municipale dedicato agli ‘aspetti strutturali’ dove si legge che la struttura portante risulta essere in uno stato di conservazione ancora soddisfacente in relazione alla data di messa in esercizio, per poi aggiungere che nel blocco A le indagini hanno mostrato l'esistenza di varie tipologie di solai/solette formate da travi in legno, travetti prefabbricati Fert + pignatte e solette nervate in calcestruzzo.
E qui, stando al ricorrente, starebbe l'arcano: “Si vorrebbe adottare un sistema insalubre ad aria-aria (ventilazione meccanica) appesa ai muri per la precarietà strutturale dell'edificio, nascondendo la verità ai membri del Cc e alla popolazione. Non si possono caricare le solette precarie che a oggi sono ben lontane dal rispecchiare le norme Sia” emanate dalla Società svizzera ingegneri e architetti. L'affermazione che la struttura si troverebbe in uno stato di conservazione ancora soddisfacente è a suo dire “fuorviante: gli ingegneri semmai devono attestare tassativamente che la struttura rispecchia le norme statiche dettate dalla Sia e non prestarsi a escamotage”.
Il ricorrente ne è certo e non usa mezzi termini: “La realtà dei fatti è che si vuole deliberatamente mettere a repentaglio la vita delle persone con un progetto assurdo, criticato quasi integralmente da parte dei membri del legislativo”, con svariate decine di domande poste al Municipio dalle commissioni Gestione ed Edilizia durante la valutazione di dettaglio del messaggio. Il tutto sfociato in un esercizio chiarificatore che ha infine convinto la maggioranza del legislativo. Questo – lamenta il ricorrente – mentre il regolamento di applicazione della Legge edilizia “impone per gli edifici il rispetto della sicurezza e delle norme. Ne vale della statica di una scuola” che ospita giornalmente 480 allievi e una cinquantina di docenti.
Semmai, conclude il ricorso, ogni stabile che si trovasse in queste medesime condizioni “andrebbe svuotato dalle sue strutture e convenientemente rifatto”. Ritenendo quindi violate le norme Sia sulla statica il ricorso “già per questo motivo va annullato”. Per tutto il resto, “ci si riserva altre censure in fase di replica laddove il Consiglio di Stato deve richiamare l'intero incarto”.
Dal canto suo, ricordiamo, il Cc il 29 gennaio ha votato anche la disposizione secondo cui in caso di ricorso non dovrebbe venir concesso l'effetto sospensivo. Se così fosse, l'iter potrebbe proseguire fintanto che il governo si esprimerà nel merito delle contestazioni. Ma anche su questo punto il ricorrente dissente e chiede il conferimento dell'effetto sospensivo. Il quale nel caso dell'ex oratorio di Giubiasco da due anni sta bloccando la sua messa a disposizione, una volta completato con gli ultimi lavori, a favore della collettività.