Votati con clausola d’urgenza il credito di 1,82 milioni e l’autorizzazione a stare in lite per esigere il risarcimento danni
Sant’Antonino vuole bere acqua senza inquinanti Pfas e farsi risarcire. Il Consiglio comunale lunedì sera ha infatti accolto le richieste municipali e adottato due decisioni con clausola d’urgenza: dapprima lo stanziamento di 1,8 milioni per la realizzazione di uno speciale impianto di filtraggio dell’acqua potabile pescata dal pozzo di falda Boschetti, situato fra le due scuole, risultato contaminato da sostanze chimiche Pfas provenienti (questo il chiaro sospetto finora) dall’ex cantiere e/o dal tunnel ferroviario di base del Monte Ceneri il cui portale nord dista un chilometro e mezzo verso est; quindi votata anche l’autorizzazione a stare in lite, tramite uno studio legale già coinvolto, contro ignoti per esigere il risarcimento dai responsabili dell’inquinamento non appena saranno individuati grazie alle verifiche nel frattempo avviate dalle Ffs in accordo con Cantone e Comune.
Una situazione incresciosa, emersa solo di recente grazie a una campagna di rilevamento avviata dalla Confederazione su scala nazionale andando a verificare situazioni a rischio in zone toccate da grandi cantieri viari. Quello fra Camorino e Sant’Antonino, ricordiamo, è durato dal 2008 al 2020 e ha riguardato l’ampia area nelle vicinanze dello svincolo autostradale, sotto la cui superficie la falda acquifera si estende per un lungo tratto verso ovest ai piedi della montagna. Siccome la concentrazione di Pfas rilevata, significativa ma nei limiti di legge, può variare nel tempo, il locale Municipio in collaborazione col Dipartimento del territorio non ha esitato ad avviare la procedura di posa del filtro a carbone attivo concepito da una ditta del Mendrisiotto. I lavori saranno eseguiti il prima possibile con l'obiettivo di sfociare nell’abbattimento delle Pfas per almeno il 99%. Da notare che l’Unione europea dal gennaio 2024 ridurrà a 0,1 microgrammi di Pfas per litro il limite massimo ammesso, che a sua volta la Confederazione intende applicare nel 2026. In tal caso i valori attuali di Sant’Antonino sarebbero fuori legge.
Fra le varie decisioni adottate del legislativo, vi è l’ok al Preventivo comunale 2024 indicante un avanzo di circa 70mila franchi e il mantenimento del moltiplicatore d’imposta invariato al 70%. Un’altra riguarda il completamento della revisione del Regolamento acqua potabile a seguito di un ricorso che ha indotto a non procedere con la differenziazione della tassa sul consumo in base a categorie di volumi e al principio “più consumi, più in proporzione paghi”. Varrà invece il principio, uguale per tutti gli utenti, “paghi in base al consumo” con una forchetta che va da un minimo di 40 centesimi a un massimo di 2 franchi al metro cubo. Attualmente la tariffa ammonta a 60 centesimi e per poter finanziare il nuovo filtro anti Pfas il Comune si vedrà costretto ad aumentarla di circa 40. Una volta ultimata la procedura Pfas e fissato l'eventuale risarcimento, il Municipio valuterà se e come restituire i rincaro agli utenti.