Bellinzonese

Addio Mps: a Bellinzona i Verdi ballano solo col Forum

Il comitato propone all’assemblea di terminare l’esperienza unitaria del 2021 e di dire no anche al Ps. Sergi rammaricato: ‘Peccato, esperienza positiva’

Giulia Petralli (Verdi) e Giuseppe Sergi (Mps)
(Ti-Press)
24 novembre 2023
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A Bellinzona s’indebolisce l’opposizione di sinistra e si rafforza l’identità ambientalista. In vista delle elezioni comunali 2024 il comitato della sezione dei Verdi ha comunicato al Movimento per il socialismo (Mps) la decisione, presa a maggioranza, di non voler più ripetere l’esperienza a tre fatta alle comunali 2021 quando insieme al Forum alternativo sono riusciti ad aggiudicarsi sei seggi su 60 in Consiglio comunale ottenendo così lo statuto di gruppo e la possibilità di far parte delle Commissioni gestione, legislazione, edilizia e piano regolatore-ambiente-energia. La separazione segue quanto già successo a Locarno e Lugano, le cui rispettive sezioni dei Verdi hanno recentemente optato per l’indipendenza, ed è motivata dalla volontà di rafforzare l’identità riducendo il numero dei compagni di viaggio. La posizione del comitato –orientato a proseguire l’esperienza unicamente col Forum alternativo e a rifiutare anche l’offerta del Partito socialista a confluire nella lista progressista dell’Unità di sinistra com’era successo nel 2017 – sarà discussa e votata dall’assemblea sezionale convocata domenica 3 dicembre alle 17 negli spazi della Nocciola in salita San Michele 3.

David non condivide la decisione

In quell’occasione sarà anche parzialmente rinnovato il comitato. L’unico membro che ha comunicato le dimissioni è Ronald David. Mentre la coordinatrice Giulia Petralli, in carica da un anno, lascia la funzione ma resta a disposizione del comitato per dare una mano «come gesto di responsabilità e amore verso i Verdi». Entrambi lasceranno in aprile il Consiglio comunale: Petralli perché molto impegnata sia in politica (è anche granconsigliera dov’è attiva in più commissioni) e sia professionalmente nel sindacato Vpod; inoltre ritiene importante dare l’opportunità ad altri verdi di entrare nel Legislativo cittadino. Idem David, ma anche perché dopo tre legislature ritiene esaurito il proprio mandato; nel suo caso inoltre lascia del tutto la politica attiva.

‘Legislatura molto proficua’

Interpellato dalla ‘Regione’, Ronald David spiega di non condividere l’orientamento preso dalla sezione, ritenendo «molto proficua la legislatura in corso, considerando specialmente i successi ottenuti da alcune nostre azioni e mozioni e il fatto di poter avere, come gruppo, una voce nelle quattro commissioni». La sua opinione, condivisa con Petralli, è che si sia lavorato bene all’interno del gruppo Verdi/Mps/Fa, ottenendo più di quanto si sarebbe potuto fare separati. Dal canto suo la coordinatrice aggiunge che la maggioranza ha deciso di evitare di schierarsi con Ps e Mps «volendo profilarsi autonomamente senza rischiare di subire schiacciature». Nuovi membri di comitato saranno Maurizio Barro e Zaman Ammadia.

Col tridente raggiunto il 10%

In un comunicato l’Mps afferma di aver preso atto “con profondo rammarico della risposta negativa dei Verdi alla proposta da noi formulata negli scorsi giorni tesa a riproporre l’esperienza del 2021 di una lista comune per le prossime elezioni a Bellinzona” in agenda il prossimo aprile. “Come si ricorderà – prosegue l’Mps – quella esperienza unitaria è stata estremamente positiva, conquistando circa il 10% dei voti”. Il rammarico “è ancora maggiore poiché, in una comunicazione inviataci, i Verdi danno un giudizio assai positivo dell’esperienza unitaria, sottolineando che la lista comune ha ottenuto risultati sicuramente superiori a quelli che le due forze politiche avrebbero ottenuto separatamente”. Un giudizio che “noi condividiamo e che ci aveva spinti a riproporre la lista unitaria”. Da quanto il coordinatore dell’Mps Giuseppe Sergi, consigliere comunale e granconsigliere, ha potuto capire “i Verdi di Bellinzona sono stati spinti a questa decisione, cioè presentarsi da soli, da esigenze interne al loro movimento. Naturalmente rispettiamo le scelte di ognuno, pur dispiaciuti che si ponga fine a una esperienza unitaria importante e positiva”. L’Mps ha pertanto deciso di avviare i lavori in vista della presentazione di una propria lista sia per il Municipio che per il Cc. Quanto al Ps, è stato invece impossibile raccogliere una reazione al telefono.

Una storia un po’ ondivaga

All’avvio della prossima legislatura, subito dopo le elezioni, le singole formazioni minoritarie potranno a ogni modo valutare se costituirsi gruppo in Cc. Subito dopo le comunali 2017, quando nacque la nuova Bellinzona, erano stati i Verdi – che però avevano affrontato quella campagna elettorale nella lista Ps – a chiedere all’Mps di procedere con un’alleanza tecnica nel Legislativo, ma l’Mps aveva rifiutato a seguito del precedente ‘niet’ ambientalista di affrontare quelle elezioni con un progetto unitario di opposizione, a favore di un’alleanza col Ps per il Municipio e con i Verdi liberali per il Cc. Progetto unitario, come detto, poi concretizzatosi nel 2021, ma che sta avendo vita breve. Da notare che nell’autunno 2019 – in vista delle elezioni comunali 2020 poi rinviate al 2021 a causa della pandemia – l’assemblea dei Verdi aveva riservato zero voti alla proposta Mps di correre insieme. Soltanto un anno dopo vi è stato il cambio di paradigma, con i Verdi allontanatisi definitivamente dal Ps (a pesare il tema officine Ffs ma non solo) e schierati per le comunali 2021 con Mps e Fa con l’obiettivo di fare opposizione dura: «In sede aggregativa si è sempre detto che si sarebbe chiamata ‘Nuova Bellinzona’, anziché ‘Grande’, lasciando intendere di voler puntare sulla qualità, sulla solidarietà e sulla valorizzazione del territorio – aveva evidenziato in quella circostanza il membro di comitato Marco Noi lanciando siluri al Ps del sindaco Mario Branda –. Ma questi intendimenti non sono stati tradotti in realtà».

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