Biasca

‘Noi, rom svizzeri stazionari ancora macchiati dai pregiudizi’

Nasce l’Associazione Rom in Ticino che intende rafforzare il concetto di comunità che nel Sopraceneri riunisce una cinquantina di persone

La presidente dell’associazione Sofia Sadiki durante il doposcuola per bambini rom proposto dallo scorso agosto
17 novembre 2023
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Rafforzare il concetto di comunità e far conoscere la sua realtà, cercando di eliminare gli stereotipi ancora presenti. Con questi obiettivi nasce a Biasca l’associazione ‘Rom in Ticino: unire le storie, creare il futuro’. Una novità che intende rappresentare e dare voce alla «comunità di rom presente nel Sopraceneri che conta una cinquantina di persone», spiega la giovane presidente Sofia Sadiki, specificando che l’Associazione riunisce rom stazionari.

‘Noi, rom svizzeri stazionari e integrati’

«Non siamo nomadi ma rom svizzeri che da tanti anni risiedono stabilmente in Ticino, alcuni già dagli anni Novanta, come è il caso della mia famiglia. La volontà di dare vita all’associazione nasce dalla nostra impressione secondo cui in Ticino c’è ancora una mancanza di conoscenza della nostra storia, con informazioni spesso basate su stereotipi che ci fanno tutti ladri e accattoni. Pregiudizi per la maggior parte legati alla realtà italiana e in particolare ai suoi campi nomadi. La nostra associazione vuole invece rappresentare una realtà completamente diversa, ovvero una comunità sedentaria, che lavora ed è molto integrata in Ticino». A causa degli stereotipi, ci viene spiegato che in Ticino ci sono persone che tendono a nascondere il fatto di essere rom. «Per timore di essere additati, preferiscono dire di essere di origine albanese o turca. Sappiamo che nel Sottoceneri ci sono altre comunità rom, che però preferiscono rimanere sostanzialmente anonime. C’è quindi la necessità di creare questa associazione, anche per magari, attraverso una promozione della nostra cultura, indurre qualcuno a sentirsi più libero di riconoscere le proprie origini».

Il peso degli stereotipi, prosegue Sadiki, aziona anche meccanismi di difesa all’interno della stessa comunità. «Sono studentessa in lavoro sociale alla Supsi e sto sviluppando la tesi sulla realtà delle donne rom in Ticino. Si osserva in particolare una grande divisione tra le donne che hanno deciso di vivere in maniera più tradizionale, fermandosi magari a una formazione di base, e quelle laureate e che parlano bene l’italiano. Quasi a voler far valere il grado di formazione per smarcarsi dai soliti pregiudizi».

Già attivo un doposcuola per imparare lingua, cultura e tradizioni

Oltre all’idea di fondare un’associazione, l’entusiasmo, la vocazione per il volontariato ma soprattutto l’amore per le sue origini hanno spinto Sofia, aiutata dalla sorella, a organizzare un doposcuola alle scuole di Biasca utilizzando un aula messa a loro disposizione. «Abbiamo iniziato a fine agosto con incontri settimanali, ai quali partecipano una decina di bambini. Insegnamo loro lingua, cultura e tradizioni. Più in generale: tutto il bello di essere rom. Con l’associazione si vorrebbe estendere gli incontri anche ai genitori, in particolare alle donne che sono le più emarginate a livello sociale. Ultimamente stiamo inoltre creando un buon rapporto con assistenti sociali che seguono bambini o famiglie rom che magari necessitano o hanno interesse a saperne di più sulla nostra cultura».

In generale l’associazione si propone di incentivare l’integrazione, la comprensione e il dialogo anche con altre comunità presenti in Ticino. «Crediamo fortemente che unendo le storie possiamo costruire un futuro migliore per tutti, promuovendo la diversità e l’inclusione».

Domani la cerimonia costitutiva

Con l’avvento dell’associazione si mette in conto di aumentare le opportunità di incontro e socializzazione della comunità, auspicando l’interesse e la partecipazione anche di persone esterne. La cerimonia costitutiva dell’associazione – alla quale tutti sono benvenuti – si terrà domani, domenica 19 novembre alle 14.30 alle Scuole medie di Biasca. «Sarà un’occasione per conoscere i membri fondatori, apprendere di più sui nostri progetti futuri e ascoltare storie coinvolgenti direttamente dalla comunità rom. Verrà esposta anche una recita da parte dei bambini che partecipano al doposcuola».