Ultimato il progetto per la riqualifica e il riuso dell’ex fabbrica, per un investimento di poco inferiore ai 20 milioni. ‘A breve la licenza edilizia’
È un fiducioso Giovanni Casella quello che ci accoglie all’ex fabbrica di cioccolato di Torre-Dangio, imponente e affascinante edificio situato nel piccolo villaggio dell’alta valle di Blenio attualmente al centro di un vasto progetto di riqualifica e riuso. Portato avanti da alcuni promotori riuniti nella società denominata Vb-Heritage Sa, l’operazione prevede la ristrutturazione dell’ex stabilimento industriale che chiuse i battenti nel 1968. L’intenzione è di dare vita a un centro polifunzionale con alloggio che riunirebbe più attività sotto lo stesso tetto, mantenendo predominante il carattere artistico, creativo e innovativo.
Alla domanda di costruzione inoltrata al Comune di Blenio a fine agosto 2022 – non osteggiata da opposizioni –, è seguita una fase di approfondimento nelle quale più uffici cantonali si sono chinati su vari aspetti del progetto, in particolare su quelli architettonici e di impatto ambientale. Oltre a essere presidente della Fondazione La Fabbrica del Cioccolato – realtà che da anni utilizza gli spazi dell’ex fabbrica per attività culturali –, Casella è anche uno dei promotori, di cui si fa portavoce. Nel corso della fase di approfondimento durata ben oltre un anno – spiega –, gli approfondimenti e le indicazioni del Cantone hanno portato a un affinamento del dossier rispetto a quello allegato alla domanda di costruzione. In generale, prosegue il presidente della fondazione, si è arrivati a definire un concetto architettonico «che rispecchia il progetto originale nelle volumetrie, ma spogliato degli avveniristici pannelli solari colorati che ne rivestivano le facciate, per dare un’apparenza più sobria all’intervento. Pannelli che avranno posto sul tetto, che rinuncia alla citazione storica delle due falde presenti nella copertura originale dell’edificio principale, e la cui sopraelevazione sarà più contenuta in altezza». È poi stata definita la realizzazione di un autosilo con circa 60 stalli, che unitamente ai 20 parcheggi esterni andranno a totalizzare un’ottantina di posteggi. «Adesso il progetto è condiviso con gli uffici cantonali. Attendiamo a breve la licenza edilizia e prevediamo l’inizio dei lavori a partire dalla prossima primavera».
La parte ricettiva prevede la realizzazione di 8 camere ‘Bed and Breakfast’ e 8 suite, oltre a un’altra decina di camere pensate principalmente per ospitare seminari di gruppi di studenti. In totale circa 60 posti letto, esclusi gli otto appartamenti già presenti non di proprietà di VB-Heritage Sa, ai quali se ne aggiungeranno altri quattro. Nel centro è inoltre già funzionante il programma di residenze per artisti CimaCittà gestito dall’associazione zurighese Re/fugium. Si prevedono poi spazi di lavoro per artigiani e laboratori a disposizione di creativi di vario genere e una sala conferenze.
Nella parte bassa della struttura, con accesso diretto dalla strada comunale, un’intesa con la Domani Food Sa, azienda che nel 2018 ha rilevato il brand Cima Norma e che nel suo stabilimento di Rancate ha iniziato a produrre cioccolato, prevede la realizzazione di una cioccolateria con produzione artigianale, con annesso un museo del cioccolato. «Sarà una sorta di concept store che fungerà da luogo di informazione sul patrimonio storico-paesaggistico della regione, con particolare riferimento alla tradizione culinaria e cioccolatiera».
Troveranno posto anche la musica e il teatro con una sala prove e una piazza pianeggiante per ospitare eventi all’aperto. Previsto pure un ristorante che sia anche la sede di corsi. Tanto spazio rimarrà per le attività culturali e artistiche, compresa quella della Fondazione, così come per esposizioni, fiere e convegni aziendali. I progettati spazi modulabili si riveleranno particolarmente idonei per ospitare attività di formazione. Già oggi scuole, università, accademie sono regolari frequentatrici dell’ex fabbrica, e con loro si vorrebbe concretizzare un accordo per aumentare la loro presenza. «Avremo un’alta disponibilità di letti ma il centro non vuole essere un albergo, bensì un posto dove la gente viene per ‘produrre’ o per partecipare a seminari, convegni, ricerche, stesura di tesi, sviluppare concetti artistici. Un centro che, come già avviene ora, si rivolgerà a un pubblico di respiro nazionale e internazionale». Casella tiene a sottolineare che l’operazione «è ben vista dai comuni bleniesi, così come dall’Ente regionale per lo sviluppo del Bellinzonese e Valli e dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino».
Previsti anche spazi commerciali pensati in particolare per il settore del cibo inteso come salute e alimentazione sana. «Stiamo cercando di entrare in dialogo con istituzioni che si occupano di questo. Pensiamo ad esempio a startup, centri di ricerca collegati ad aziende oppure sottosedi universitarie. In questo discorso si inserisce anche il ristorante, dove si intende sviluppare una tipologia di cucina più innovativa e secondo i canoni attuali». Tre saranno dunque gli indirizzi del centro: «Alimentazione e salute, formazione e sperimentazione, cultura e creatività, il tutto condito da un marcato interesse pubblico».
Ottenuta la licenza edilizia – indica Casella – può ora iniziare la seconda e decisiva fase della finalizzazione degli accordi con i due o tre partner strategici, interessati con la loro presenza a connotare il progetto di cui diverranno utilizzatori. «Solo a questo momento si potrà intraprendere l’ultima fase, quella del completamento del finanziamento, che complessivamente, incluso quanto compete ai loft residenziali, risulta di poco inferiore ai 20 milioni di franchi».
I tempi lunghi dell’iter burocratico, «tempi che sfiancherebbero l’imprenditore più coriaceo», afferma Casella con non celata stanchezza, hanno frenato le trattative con i partner strategici rimasti in attesa del via libera da parte dell’autorità. Ma l’ottimismo resta e molto forte: «Abbiamo la pretesa di dire che si tratta di un progetto intelligente, non di speculazione immobiliare, che cerca di portare contenuti di pregio che guardano avanti. Un progetto che deve portare anche posti di lavoro con una valenza economica permanente, come l’aveva la fabbrica di cioccolato».