Durante la serata informativa sull'aggregazione tra Prato e Quinto tiene comunque banco la mai concretizzata unione con anche Bedretto, Airolo e Dalpe
È partita dal centro scolastico di Ambrì la serie di serate pubbliche in vista della votazione consultiva sul progetto di aggregazione tra Quinto e Prato Leventina. Giovedì sera le autorità comunali e cantonali hanno presentato alla popolazione il dossier elaborato dalla Commissione di studio che funge da base per la proposta di fusione che il 26 novembre porterà i cittadini alle urne. Di fronte a una gremitissima aula magna, i sindaci Aris Tenconi (Quinto) e Davide Gendotti (Prato Leventina), unitamente al consigliere di Stato Norman Gobbi, hanno ribadito che è questo il momento opportuno di unire le forze e dare vita a un comune di 1’350 abitanti (970 a Quinto e 380 a Prato), che intende puntare in particolare su attrattiva residenziale (migliorando i servizi in generale per attirare nuovi abitanti, soprattutto famiglie), nuove attività lavorative e promozione turistica. Il tutto grazie anche a un’ottimizzazione delle risorse, un’amministrazione comunale meglio strutturata e un maggiore peso nei confronti del Cantone. Un processo aggregativo, è stato messo in chiaro, che ha voluto subito coinvolgere la popolazione con la giornata di studio organizzata nel novembre del 2022, occasione per captare impressioni e suggerimenti degli abitanti di cui la commissione ha tenuto conto nell’elaborazione del rapporto.
Al termine della presentazione, dal pubblico sono giunti elogi alla proposta, alcune richieste di chiarimento e nessuna vera critica o manifestazione di scetticismo. Da qui al 26 novembre ci saranno altre due serate pubbliche per tastare il polso dei residenti, il 5 ottobre a Rodi e l’11 ottobre sempre alle scuole di Ambrì. Bisognerà capire come tirerà il vento sullo scacchiere politico, tenendo conto che a Quinto il Consiglio comunale si è spaccato, dando preavviso favorevole all’aggregazione per un solo voto (12 favorevoli e un’astensione l’esito a Prato Leventina). Il momento dedicato a domande e osservazioni dal pubblico ha offerto spunti di riflessione grazie in particolare all’intervento di Valerio Jelmini. Per 20 anni municipale di Quinto, di cui 12 in qualità di sindaco, ha voluto esprimere il proprio sostegno a questa fusione ridotta, anche se il suo auspicio è quello di vedere un giorno confluire tutta l’Alta Valle in un ente locale unico di circa 3’000 abitanti. Un’aggregazione a cinque Comuni, e quindi con anche Airolo, Dalpe e Bedretto, di cui Jelmini fu sostenitore in passato e che in un certo modo ne ha rilanciato l’esigenza. «Non possiamo avere dei comuni troppo piccoli che non riescono a fare quello che vogliono perché non ne hanno i mezzi – ha detto l’ex sindaco –. Dobbiamo avere un territorio grande, e penso all’intera Alta Leventina anche perché ci sono delle sfide importantissime e solo uniti e forti si riesce a difendere quello che abbiamo. C’è ad esempio il tema dell’energia, con le centrali e le aziende elettriche presenti. Bisogna essere in grado di stimolare i nostri politici e dargli la possibilità di crescere e fare qualcosa di concreto». D’altro canto da decenni si parla dell’aggregazione dell’intera Alta Valle – obiettivo peraltro tuttora previsto dal Piano cantonale delle aggregazioni del Dipartimento delle istituzioni (Di) –, senza però essere mai riusciti a concretizzarla. Dopo il tentativo fallito quasi 20 anni fa (con la votazione popolare del 2007 che vide a favore solo Airolo e Quinto) e altre piccole speranze svanite nel 2018, nei primi mesi del 2022 Quinto e Prato hanno rilanciato l’idea, chiedendo ad Airolo (1’400 abitanti), Bedretto (100) e Dalpe (170) il loro eventuale interesse a unirsi; picche la risposta dei Municipi guidati rispettivamente da Oscar Wolfisberg, Ignazio Leonardi e Mauro Fransioli.
La riflessione di Jelmini è stata definita pertinente da Norman Gobbi. È infatti uno degli obiettivi del Di quello di avere amministrazioni meglio strutturate per sgravare i municipali dalle questioni più tecniche e permettergli di concentrarsi sulla progettualità e le opportunità di crescita e sviluppo dei Comuni. Ricordiamo che Gobbi, interpellato da laRegione al momento del ‘No’ di Bedretto, Airolo e Dalpe, si era detto favorevole a una strategia in due tempi per giungere all’unione di tutta l’Alta Valle.
Dalla sala è stato quindi chiesto se l’unione tra Quinto e Prato non sia troppo minuta per avere un vero salto di qualità. «Guardando alle aggregazioni degli ultimi 20 anni – ha risposto il capo della Sezione degli enti locali Marzio Della Santa –, quello che fa differenza sono le persone e la loro capacità di impegno e dedizione per seguire degli obiettivi. E credo che con le premesse di questo studio aggregativo, e la capacità amministrative che oggi il Cantone già vi riconosce, ci siano tutti gli ingredienti per fare bene».
L’esigenza di unire le forze, e ben venga se al momento l’unica volontà è quella di Prato e Quinto, è stata evocata anche dalla granconsigliera leventinese Diana Tenconi. Lo ha fatto rendendo attenti sulla Nuova legge delle scuole dell’obbligo con cui intende dotare il Ticino di un solo testo legislativo per l’intera formazione obbligatoria. Il relativo messaggio governativo è stato licenziato a fine marzo, ma la Commissione formazione e cultura (dove siede anche Tenconi) ha chiesto e ottenuto dal Decs di aprire una fase di consultazione per sentire il parere di ordini scolastici e Comuni. «Un messaggio che dice che si vorrebbero avere sedi di Scuola media con almeno 200 allievi: ad Ambrì non ci sono 200 allievi, e nemmeno ad Acquarossa. Dunque queste due sedi diventano un po’ traballanti», ha affermato la deputata Plr, promettendo il suo impegno «per evitare che il messaggio possa essere votato in questo modo». Sul tema si è espresso anche il sindaco Gendotti: «Evidentemente questa legge ci preoccupa e dovremo quindi darci da fare per mantenere questa sede scolastica, fondamentale per essere attrattivi per le famiglie».
In sintesi il rapporto stilato dalla commissione di studio prevede: moltiplicatore d’imposta al 90%, sede politica e amministrativa a Quinto e Ufficio tecnico a Prato, ottimizzazione dei servizi pubblici esistenti, Municipio di cinque membri e Consiglio comunale di 21, due circondari elettorali, mantenimento delle attuali sedi scolastiche, nuovi incentivi alle famiglie per migliorare la qualità di vita e favorire l’insediamento, contributi finanziari a favore delle associazioni, creazione di un’area per lo svago e lo sport per giovani e famiglie accanto alla Gottardo Arena di cui va ottimizzato l’utilizzo, centro aggregativo intergenerazionale, assunzione di un manager del territorio, attirare sulla piana di Ambrì industrie innovative e attente alla sostenibilità ambientale.
In caso di esito positivo alle urne il 26 novembre, la legislatura corrente durerà un anno in più per permettere al Gran Consiglio di esprimersi sul messaggio governativo e ai servizi locali di preparare l’unione a due che verrebbe siglata nel 2025 con la nascita del nuovo Comune. Due le opzioni sul nome: Quinto o Quinto-Prato.