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Inghippo nella scelta del custode per la capanna Campo Tencia

Leventina: una petizione con centinaia di firme ha indotto il candidato in testa alla graduatoria a ritirarsi. Il comitato Cas deciderà entro fine anno

In sintesi:
  • La discussione della futura gerenza, dopo i 28 anni del ‘mitico’ Dema
  • Sostegno di centinaia di firme a due candidati, padre e figlio
16 settembre 2023
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Si sono alzati i toni sulla futura gerenza della capanna Campo Tencia, una delle mete montane predilette dagli escursionisti che percorrono i sentieri leventinesi. Di proprietà del Club alpino svizzero sezione Ticino (Cas), la struttura durante gli ultimi 28 anni ha avuto nella persona di Franco Demarchi un guardiano affidabile e benvoluto da tutti i frequentatori.

Raggiunti i 66 anni di età, ha recentemente annunciato la decisione di voler concludere la gerenza con la fine del 2023. Poche settimane ancora di presenza in quota e passerà il testimone in altre mani. Già, ma di chi? Su questa domanda nelle ultime settimane è sorta una diatriba con tanto di petizione lanciata online da un gruppo di persone attive in capanna che hanno raccolto centinaia di firme.

La petizione sostiene due candidati, padre e figlio, in virtù della positiva esperienza fatta dal secondo, un 25enne, durante le ultime quattro estati. Questo mentre in vetta alla graduatoria stilata dalla commissione cerca c’è – ma a questo punto sarebbe meglio parlare al passato – un altro papabile che in qualità di pre-pensionato si era candidato insieme alla propria compagna. Sta di fatto che di fronte alla petizione e alla pressione cui si è sentito sottoposto, nei giorni scorsi ha preferito fare un passo indietro ritirando la propria candidatura. Restano perciò in corsa gli altri quattro pretendenti, fra cui padre e figlio che però si situano un po’ sotto le prime posizioni, in base alle valutazioni sempre svolte dalla commissione cerca.

‘Decisione dannosa per la continuità’

Interpellato recentemente dalla redazione, Franco Demarchi esprimeva «profonda avversione per il comportamento del comitato e della sua commissione cerca per la completa mancanza di rispetto e onestà nei confronti dei miei 33 anni di gestione di due capanne». A infastidirlo era il fatto che si sarebbe mostrato totale disinteresse per una gestione della capanna Campo Tencia a lungo termine.

Rincarava poi la dose in una lettera inviata in agosto al comitato: “Optare per un pensionato a scapito di un giovane candidato nel pieno dell’età lavorativa rappresenta una decisione dannosa per la continuità e la qualità della capanna, oltre a dimostrare una totale mancanza di lungimiranza”. Lettera nella quale Demarchi indicava anche un’amicizia fra il presidente e il candidato in quel momento in pole position. Una situazione, secondo l’attuale guardiano, che avrebbe indotto la commissione cerca a non ponderare con la dovuta attenzione i due periodi di prova svolti dal candidato. Prove negative, secondo Demarchi, con tanto di comportamento “irrispettoso e inadeguato nei confronti del team, tanto che ha abbandonato la capanna dopo soltanto quattro giorni di lavoro”. Condotta che indicherebbe “seri problemi nella gestione dello stress e l’inadeguatezza ad assumere la funzione di guardiano”. Considerata la situazione generale, come pure il fatto di non essere stato coinvolto nella commissione cerca, Demarchi ha così deciso di dimissionare anche come socio Cas dopo 42 anni di permanenza, sei dei quali in comitato.

La versione del presidente

Sentito dalla redazione, il presidente Giovanni Galli si dice stupito da più fattori: «Anzitutto è vero che la petizione online ha raccolto centinaia di firme, ma è stata lanciata su una piattaforma che contiene petizioni di ogni genere e poco affini all’attività del Club alpino svizzero. Tant’è che c'è da ritenere che ben pochi dei firmatari sappiano esattamente come funziona la gestione di una capanna alpina del Cas, mentre i promotori non hanno comunicato, forse volutamente, che una selezione fosse già stata fatta. Inoltre nessuno dei nostri tremila soci ai quali siamo chiamati a rispondere, ci ha mai interpellato sulla questione sollevata.

Di fatto la scelta dei guardiani rientra nell'ambito di competenza del comitato che porta la responsabilità, anche finanziaria, di queste decisioni». Premesso questo, il presidente Galli difende la procedura seguita dalla commissione cerca durante la primavera e l’esito raggiunto: «Siamo sereni in quanto il metodo che abbiamo utilizzato è il medesimo adottato in passato, con buoni risultati per le altre nostre capanne. In realtà, ben prima del lancio della petizione, abbiamo approfondito le capacità e le referenze di ciascun candidato. Quello che era in testa nella graduatoria aveva trascorso diversi periodi molto positivi in una grossa capanna grigionese, i cui responsabili ci hanno inviato un ottimo riscontro; purtroppo però a seguito della petizione ha deciso di ritirare la propria candidatura. Ora le valutazioni sono in corso: vi sono altre candidature valide, anche di giovani e con esperienza nella ristorazione, il comitato deciderà senza condizionamenti entro fine anno, se del caso all'assemblea dei nostri soci».