Tavola rotonda a Bellinzona incentrata sul percorso di successo non solo agonistico ma anche di integrazione di sei sportivi ticinesi di origine balcanica
“La fine della ex-Jugoslavia e i crimini di guerra che furono perpetrati durante gli anni Novanta nei Balcani hanno provocato un esodo di rifugiati e migranti numericamente molto importante anche verso la Svizzera e il Ticino. La storia di quell’esodo recente, le cui ferite non sono ancora completamente rimarginate, e l’impegno tangibile di accoglienza della Svizzera italiana nei confronti di quelle famiglie in fuga, di varia etnia e con un vissuto diverso ma ugualmente tragico, merita di essere raccontata”. Così la Fondazione Federica Spitzer lancia la tavola rotonda in programma giovedì 14 settembre a Bellinzona. Proposto nell'ambito del progetto della fondazione chiamato ‘Un ponte fra i Balcani e il Ticino’ e sostenuta dal Servizio per l’integrazione degli stranieri del Dipartimento delle istituzioni, l'incontro vuole “dare voce a testimoni e rende conto dell’importanza della presenza di famiglie di origine balcanica che sono ormai divenute parte integrante del tessuto sociale ed economico di molti comuni ticinesi. Durante la guerra – scrive ancora la fondazione nella presentazione della serata – il Ticino si impegnò seriamente nell’accoglienza, e anche in seguito, nei primi anni duemila, è stato fatto un grosso sforzo di integrazione, grazie all’impegno di numerose organizzazioni della società civile e di società sportive, con il sostegno del Cantone e non da ultimo tramite la Commissione per l’integrazione degli stranieri e la lotta al razzismo”.
Al centro della discussione di giovedì (inizio ore 18.30 nella sala del Consiglio comunale di Bellinzona) ci sarà il mondo dello sport, settore nel quale non pochi ticinesi di origine balcanica sono giunti ai massimi livelli dopo aver cominciato il proprio percorso su campi, piscine, piste e ring ticinesi. Un percorso di successo non solo sportivo, ma anche di integrazione. Gli atleti partecipanti alla tavola rotonda (moderata dal responsabile Sport Tv alla Rsi Giacomo Moccetti) saranno sei: Mijat Marić (ex calciatore e oggi dirigente sportivo), Dusan Mladjan (giocatore di basket, per anni tra le fila della nazionale), Emma Mecić (argento nel nuoto agli ultimi Mondiali paraolimpici), Omar Puzić (giocatore di hockey e della nazionale della Bosnia under 18), David Stojanov (calciatore) e Ardian Suli (pugile, campione svizzero dei pesi supermassimi). La serata comincerà con i saluti della consigliera di Stato e direttrice del Dipartimento educazione, cultura e sport, Marina Carobbio Guscetti, e dell’avvocato Fulvio Pezzati, membro del Consiglio della Fondazione Spitzer, il cui scopo è la memoria dei genocidi, la prevenzione e il superamento dei conflitti razziali e culturali. Il primo appuntamento del progetto ‘Un ponte fra i Balcani e il Ticino’ ha avuto luogo lo scorso 3 maggio a Locarno, dove è stato presentato lo studio sulla diaspora balcanica nella Svizzera italiana ‘Un ponte tra i Balcani e il Ticino’, curato da Pietro Montorfani, ed è stato proiettato e discusso il film-testimonianza di Fisnik Maxwille ‘La terra interiore’.
Sabato 16 settembre la fondazione organizza anche un secondo evento nel Bellinzonese, la grande festa al Mercato coperto di Giubiasco a partire dalle 17. Introdotta dai saluti del sindaco di Bellinzona Mario Branda, della delegata cantonale all’integrazione degli stranieri Michela Trisconi e del presidente della Fondazione Spitzer Moreno Bernasconi, la serata sarà animata da gruppi folcloristici delle comunità balcaniche presenti in Ticino e dall’accompagnamento musicale della No Limit Band, di Dj Nick e Dj Tolić. Sarà anche l’occasione per assaggiare cibo tipico della tradizione balcanica. I due eventi sono organizzati in collaborazione con l’Ufficio integrazione stranieri della Città di Bellinzona e sono sostenuti dal Programma d'integrazione cantonale.