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Bocciata dal Cantone una ruota panoramica a Castelgrande

L’ufficio beni culturali ha respinto la richiesta fatta dal Dicastero educazione, cultura ed eventi per completare il villaggio del Natale

La città bernese di Thun la installa d’estate da oltre 30 anni in pieno centro storico
22 agosto 2023
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Quando e quanto è protetto un bene storico e architettonico riconosciuto tale? Lo è sempre e in ogni caso o lo è a geometria variabile e quindi talvolta si può chiudere un occhio e altre volte no? Domande che possono sorgere spontanee osservando, a posteriori, il recente tentativo compiuto dalla Città di Bellinzona di ottenere l’autorizzazione cantonale a installare una ruota panoramica di 32 metri a Castelgrande durante le prossime festività natalizie, andando così idealmente a completare, con un’iniziativa dal sapore un po’ rétro, l’offerta ludica prevista nella sottostante Piazza del Sole nell’arco di un mese e mezzo fra dicembre e gennaio. Tentativo andato a vuoto perché il Cantone, proprietario del maniero medievale appunto sottoposto a protezione, nelle scorse settimane ha posto il veto tramite il proprio Ufficio dei beni culturali, al quale fra le altre cose compete anche la vigilanza sul patrimonio Unesco di cui la Fortezza bellinzonese fa parte da una ventina d’anni.

Niente da fare dunque per un’idea che il Dicastero educazione, cultura, eventi, giovani e famiglie aveva fatto propria, raccogliendo una suggestione privata e dedicandole approfondimenti volti a individuare una soluzione che avrebbe travalicato l’immagine tipica da parco divertimenti. Non un’iniziativa ‘buttata là’ o in stile luna park, ma pensata con tutti i crismi – anche dal profilo estetico e dell’eleganza, con tanto di illuminazione che l’avrebbe resa visibile dall’autostrada – della qualità infrastrutturale e della sicurezza per offrire una vista spettacolare sul Bellinzonese e il Piano di Magadino fino al Lago Maggiore.

La tenda di Botta sì

Sono stati presi contatti con una ditta specializzata del nord Europa, che ha confermato preliminarmente il proprio interesse a fornire la ruota panoramica con tanto di sopralluogo a Castelgrande, preventivo e concetto sicurezza elaborato nei minimi dettagli. L’area individuata è la stessa che nel 1991 aveva ospitato la grande tenda di Mario Botta in occasione dei festeggiamenti per il 700° della Confederazione. Un’opera provvisoria e dalla connotazione architettonica e istituzionale per posare la quale più fattori devono aver inciso insinuandosi fra i vincoli di protezione (già allora presenti, anche senza marchio Unesco). Nel medesimo luogo viene anche proposto in estate il cinema all’aperto, iniziativa che si ripresenta annualmente per alcune settimane. Il dicastero cittadino ha pure valutato dei luoghi alternativi, come ad esempio il Parco urbano, ma l’assenza di una contiguità con Piazza del Sole lo ha fatto desistere.

Eppure Thun e Firenze...

Delusione quindi fra i servizi comunali che confidavano nella possibilità di vedere autorizzata un’attrattiva dal duplice scopo, poiché in grado di potenziare l’offerta di svago sotto Natale e di avvicinare ulteriormente la popolazione alla Fortezza per il cui rilancio turistico Città e Cantone intendono investire diversi milioni. Delusione ancor più cocente se si considera che altre città dalla storia secolare sono invece riuscite ad aprire loro siti caratteristici a iniziative simili: come la bernese Thun, molto affezionata alla propria Riesenrad tanto da riproporla regolarmente da una trentina d’anni nella centralissima Mühleplatz, all’ombra del castello medievale che svetta alle sue spalle; oppure Firenze, con l’Ice Village installato per Natale nei giardini della Fortezza da Basso, pure medievale, situata a due passi dal centro, con tanto di pista di ghiaccio all’aperto, street food, mercatini, eventi e ruota panoramica di 55 metri. Ma d’altronde Bellinzona a certi rifiuti è abituata: mal digerito, ricordiamo, lo scorso decennio era stato il ‘niet’ dell’Ufficio beni culturali nei confronti della richiesta di ammodernare il Bagno pubblico con giochi d’acqua al passo coi tempi. Anche in quel caso a pesare fu il vincolo in quanto bene architettonico e culturale protetto a livello cantonale.