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Alberi del viale Stazione, ‘un atto formale per proteggerli’

Bellinzona: Benedetto Antonini (Stan) sollecita la maggioranza in Consiglio comunale affinché presenti una mozione ‘salva piante’

Refrigerio estivo quando picchia il sole
(Ti-Press)
5 agosto 2023
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«La politica bellinzonese si attivi affinché la caratteristica alberatura secolare del viale Stazione sia sottoposta a specifica protezione comunale nell’ambito del Piano regolatore». Più volte intervenuto su queste colonne criticando l’approccio municipale in materia, l’architetto Benedetto Antonini, membro del Consiglio direttivo della Società ticinese per l’arte e la natura (Stan) e professore di urbanistica al master Polis Maker del Politecnico di Milano, sollecita questa volta un passo formale. Da compiere, suggerisce, attraverso un atto parlamentare di competenza del Consiglio comunale nella forma, ad esempio, di una mozione. Il suo auspicio giunge a tre mesi dalla votazione in Cc contraria, con due soli voti di scarto, a un’altra mozione, quella del Plr che chiedeva l’ammodernamento della parte alta di viale Stazione in linea con quanto già fatto, ormai otto anni fa, nella parte bassa. Ciò che in linea teorica – considerate le verifiche già eseguite dai servizi tecnici cittadini nel 2019 e sfociate allora in una sollevazione popolare online sottoscritta da 6’500 persone – implicherebbe la rimozione di gran parte o di tutti i cento gelsi e sette ippocastani per consentire la sostituzione delle vecchie tubature situate proprio sotto le piante e a ridosso dell'ampio apparato radicale. Più precisamente, stando a una perizia chiesta dal Municipio risulta impossibile risanare le vecchie sottostrutture, la carreggiata e i due marciapiedi senza intaccare le radici; la stessa ha inoltre stabilito che l’aspettativa di vita delle piante è di almeno vent’anni per circa il 90% degli esemplari.

Trascorsi quattro anni dalle prime polemiche sfociate nel congelamento del progetto, quest'anno l’approccio politico verso la mozione Plr si è rivelato un po’ più soft. Ciò nonostante durante la seduta dell’8 maggio non è riuscito a convincere la maggioranza scettica – formatasi trasversalmente riunendo Verdi, Mps, Lega, Udc, Sinistra e Più Donne – l’emendamento voluto dalla Commissione edilizia secondo cui “il messaggio municipale dovrà porre particolare attenzione alla salvaguardia dell'alberatura esistente e, qualora essa non potrà essere mantenuta, il Municipio s’impegna a sostituirla adeguatamente”. Con quali modalità, è rimasta una domanda senza risposta.


Ti-Press
Benedetto Antonini

«I 107 alberi non solo costeggiano ma costituiscono il pregio urbanistico del viale», ribadisce Antonini il cui secondo testo critico pubblicato quattro giorni prima della seduta di Cc «ha forse contribuito, almeno in piccola parte, a fare in modo che prevalesse la tesi del loro mantenimento». Durante il dibattito «fuori e dentro Palazzo Civico sono stati usati molti argomenti spesso di poco peso, soprattutto da parte di chi propendeva per il taglio raso. Tra questi c’era anche l’argomento secondo cui l’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere (Isos) tutelerebbe il viale Stazione, ma non i suoi alberi». Probabilmente, obietta Antonini, «questi assertori di tesi insostenibili non hanno avuto il tempo per consultare né l’Isos né un buon dizionario». Il primo, nel volume 4 a pagina 28, cita gli “Allineamenti di latifoglie sul viale della Stazione”. Il secondo descrive ‘viale’ come “ampia via urbana o suburbana per lo più caratterizzata dalla presenza di alberi piantati lungo il suo percorso, spesso divisa in due, tre, o più carreggiate mediante marciapiedi spartitraffico alberati”.

‘Manca una chiara linea di condotta’

«Come si può notare – prosegue Antonini – l’Isos avrebbe potuto anche prescindere dallo specificare la protezione degli alberi del viale Stazione, poiché questa è implicita nel fatto di tutelare il viale che gli urbanisti sanno essere costituito dai due filari di piante, dalla superficie su cui si muovono pedoni e veicoli e dagli edifici che lo costeggiano, formando così lo spazio pubblico stradale». Isos che, in linea generale, «individua dei comparti omogenei e ne segnala i pregi per la loro protezione». Ora, a tre mesi dalla votazione in Cc, «mi trovo ampiamente confermato anche negli argomenti non solo di natura urbanistica, ma anche di quella ambientale che avevo puntualmente riassunto nel mio testo». Il riferimento è per la notizia (cfr. ‘laRegione’ del 26 luglio) secondo cui il Municipio «ha opportunamente aderito a un programma della Confederazione per individuare quali siano le isole di calore della città, conoscenza fondamentale per fissare una strategia idonea a contrastare gli effetti molesti e dannosi del surriscaldamento climatico diventati ormai cronici». Bene ma non benissimo, perché «balza all’occhio come agli amministratori della capitale ticinese manchi una linea di chiara condotta: un giorno prendono decisioni positive e coerenti come quella appena citata, l’altro giorno sarebbero pronti a segare un centinaio di alberi, in maggioranza dall’aspetto molto sano e che offrono ombra salutare alla popolazione». Alla stessa stregua, «da un canto tutelano il quartiere residenziale di San Giovanni, così come lo vuole l’Isos, e dall’altro vorrebbero demolire il vetusto edificio ex Gaggini, presente in piazzetta ex Mercato, per sostituirlo con una pensilina per le biciclette». Da qui l’invito di Antonini rivolto ai consiglieri comunali che hanno votato per il mantenimento degli alberi «a non abbassare la guardia».

Eppure gli ulivi ce la fanno

Con quali modalità? chiediamo. «A mio giudizio, significa farsi parte attiva e prendere l’iniziativa presentando in tempi brevi opportuni e inequivocabili atti politici per fare in modo di chiudere il discorso, una volta per tutte, del taglio raso. Questo tranne quando si presentano comprovate necessità fitosanitarie che impongono l’abbattimento, cui dovrebbe seguire una sostituzione con esemplari di buona taglia tempestivamente preparati nei vivai. Ottimi esempi in tal senso giungono da molte altre città, dove si è peraltro provveduto a posare le sottostrutture lontano dalle radici. Inoltre, e ce lo dicono i grossi ulivi estirpati nel sud Italia e qui ripiantati con successo, dovrebbe essere possibile fare lo stesso con gli alberi sani del viale Stazione».

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