Bellinzonese

‘Vivere la vicinanza di Dio per evitare cinismo e morte’

Alcune centinaia di fedeli hanno partecipato stamane alla messa del Primo agosto celebrata sul Gottardo da monsignor Alain de Raemy

(Ti-Press/D. Agosta)
1 agosto 2023
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Rientrato da Lisbona, dove ha partecipato ai momenti introduttivi delle 38esime Giornate mondiali della gioventù che da oggi al 6 agosto vedono riuniti con papa Francesco un milione di ragazzi provenienti da duecento nazioni, l’amministratore apostolico monsignor Alain de Raemy è stato accolto stamane sul Passo del San Gottardo da alcune centinaia di fedeli ticinesi che hanno risposto presente al suo invito per la tradizionale messa celebrativa del Primo agosto. Il meteo incerto non ha nemmeno scoraggiato coloro che, partiti a piedi dal Motto Bartola, hanno affrontato la decina di chilometri in salita dando vita sin dalle 7 del mattino a un’ascesa di riflessione comune. Sostenuta sin dal 2000, prima edizione, dalla Parrocchia di Airolo e condecorata questa volta dalla formazione ‘Nüm dal corno’, dall'ensemble di ottoni Avanbrass e dai Cori della Diocesi di Lugano, la messa ha visto la presenza di molti preti e del vescovo emerito Pier Giacomo Grampa, come pure dei rappresentanti delle altre confessioni cristiane presenti in Svizzera, espressamente invitate da Alain de Raemy. Tutto questo mentre c’è attesa per la nomina del nuovo vescovo, da parte della Santa Sede, dopo le dimissioni rassegnate lo scorso ottobre da Valerio Lazzeri.

Le domande

Come ogni anno, particolarmente attesa era l’omelia, occasione per prendere spunto dal vangelo del giorno per proporre ai fedeli, anche a quelli collegati da casa grazie alla diretta televisiva, alcune suggestioni legate al momento che la Svizzera con la sua popolazione sta vivendo. Una nazione come tutte le altre confrontate con problemi di portata mondiale, le cui soluzioni cercano risposte negli sforzi della comunità internazionale come pure nelle Istituzioni interne e, in definitiva, in ogni cittadino. «Cosa facciamo – ha chiesto Alain de Raemy sollecitando delle risposte in ciascun fedele – della vicinanza di Dio? Cosa ne fa il cristiano, che tanto ne sa o dovrebbe sapere, della vicinanza di Dio nelle donne e negli uomini che da noi cercano rifugio e futuro? Cosa facciamo della terra, dell’acqua e dell’aria che sono creature sue, espressioni tangibili del suo amore? Che posto diamo, nell’organizzazione della nostra società e della nostra Chiesa, al più fragile e al più bisognoso in cui il Signore si identifica? Come ci comportiamo nei confronti dei cristiani di altre confessioni che accolgono anche e anzitutto la vicinanza di Cristo?».

‘La sfida continua’

Interrogativi di stretta attualità, cui l’amministratore apostolico ha cercato di rispondere dicendo che «la vicinanza multiforme di Dio è una sfida continua. Quando viene riconosciuta e vissuta è una benedizione senza fine! Ma quando viene meno la nostra attenzione – ha ammonito Alain de Raemy –, allora c’è pericolo di cinismo, tristezza, morte». Da qui lo sprone ad aprire la mente e a tendere la mano: «Questa nostra ordinata invadenza ci permetta di chiedergli tutto, di chiamare ad alta voce, di bussare forte, per tutti gli abitanti della nostra Confederazione! Senza escluderne nessuna e nessuno! Sono convinto che Dio ci ascolti più che mai. Non perché stiamo qui più in alto, sull’alta montagna, ma perché non ci guida nessuna paura nei suoi confronti; semmai solo la paura nei nostri stessi confronti, la paura di non riconoscerlo e di non accoglierlo abbastanza, lui in tutti».

L'inaugurazione di Casa Trosi ad Airolo

Al termine del pranzo consumato sul Passo, monsignor De Raemy raggiungerà nel primo pomeriggio la comunità di Airolo dove benedirà la nuova residenza Trosi realizzata dall'omonima fondazione, in collaborazione col Comune, e dedicata ad anziani autosufficienti con tanto di servizi e centro diurno intergenerazionale.