Bellinzona: i due istituti mirano all’obiettivo con Usi e Supsi e consolidano i legami con i Politecnici. ‘Qui un’antenna di Zurigo? Non a breve termine’
Sono entrati nel vivo i lavori preparatori per raggiungere l’obiettivo numero uno a breve termine, ossia diventare Centro di competenza nazionale e internazionale di ricerca sulle scienze della vita. Si tratta dei cosiddetti Nccr (acronimo di National Centres of Competence in Research) che la Confederazione, responsabile della loro aggiudicazione e di una parte del finanziamento, traduce in italiano in ‘Poli di ricerca nazionali’ (Prn). Ricerca d’eccellenza. Obiettivo Nccr che i Consigli di fondazione dell’Istituto di ricerca in biomedicina (Irb) e dell’Istituto oncologico di ricerca (Ior) hanno messo nel mirino sin dal 2021 quando hanno costituito per questo scopo l’associazione Bellinzona Institutes of Science (Bios+) voluta da una parte per promuovere e coordinare le rispettive attività – insediatesi nella Città dei castelli vent’anni fa e da allora in costante crescita – e dall’altra per creare sinergie a livello scientifico e organizzativo nell’ottica di diventare, appunto, una struttura di punta riconosciuta e co-finanziata dalla Confederazione. A fare da capo progetto sarà il nuovo direttore dello Ior, Andrea Alimonti.
Dal 2011, quando il programma è iniziato, Berna ha distribuito circa 1,3 miliardi di franchi a favore di una cinquantina di progetti sostenuti anche da università, privati e Cantoni. Nella nuova tornata, che fissa l’inoltro delle candidature al novembre 2024, la cifra prevista per ciascun progetto varia dai 4 ai 5 milioni annui per cinque/dieci anni. Il tema, fra tanti altri, è stato discusso settimana scorsa durante la visita fatta a Bellinzona dal Consiglio strategico dei Politecnici federali di Zurigo e Losanna. Designato dal Consiglio federale, ha visitato la nuova sede Irb/Ior/Eoc realizzata all’ex campo militare (una sede gemella per lo Ior è prevista proprio accanto) e preso visione in grandi linee di quello che è destinato a diventare, non troppo lontano, il nuovo Quartiere Officine preposto ad accogliere – nella parte riservata al Parco svizzero dell’innovazione – anche formazione e ricerca d’alto profilo accogliendo la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi) e se possibile consolidando collaborazioni già avviate. Visita cui è seguita a Castelgrande una cena organizzata dal Cantone alla presenza delle eccellenze scientifiche e accademiche dei più importanti enti e istituti di formazione e ricerca ticinesi e taluni anche confederati. A fare gli onori di casa il presidente del Consiglio di Stato Raffaele De Rosa affiancato dai colleghi direttamente coinvolti nel tema, ossia Marina Carobbio (Dipartimento educazione, cultura e sport), Christian Vitta (Economia e finanze) e Claudio Zali (Territorio), come pure il vicesindaco Simone Gianini in rappresentanza della Città.
Il prossimo lancio di una nuova serie di Nccr avverrà come detto fra poco più di un anno tramite un bando di concorso che sarà pubblicato dal Fondo nazionale di ricerca svizzero (Fns). Bellinzona dovrà vedersela con un nutrito gruppo di pretendenti: le domande saranno sottoposte a un primo esame scientifico con il coinvolgimento di esperti internazionali; quelle meritevoli di essere realizzate verranno sottoposte dalla Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione per un ulteriore vaglio in prospettiva di politica universitaria e politica della ricerca. In ultima istanza, la decisione di riconoscere e lanciare nuovi Poli di ricerca nazionali compete al Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca.
«Come Bios+, Irb e Ior stiamo lavorando alla candidatura Nccr in collaborazione con l’Università della Svizzera italiana, cui siamo affiliati, e la Supsi», ci spiega il presidente del Consiglio di fondazione dell’Irb Gabriele Gendotti. Ottenere lo statuto di Centro di competenza nazionale «potrebbe ulteriormente consolidare gli ottimi accordi di collaborazione che da anni abbiamo in primis con il Politecnico di Zurigo, come pure i rapporti esistenti con quello di Losanna». La visita a Bellinzona del Consiglio strategico dei due Politecnici federali «è dunque per noi un ottimo segnale». Si è anche brevemente discusso della volontà o meno del Poli di Zurigo di realizzare una propria antenna a Bellinzona. Questo partendo da quanto fino a oggi era risaputo, e cioè che l’EthZ non intende per il momento promuovere altre sue presenze fisiche fisse al sud delle Alpi oltre al Centro svizzero di calcolo scientifico con sede a Lugano, mirando semmai a consolidare partnership come quella già in corso con l’Usi, che nell'ambito della Facoltà di scienze biomediche propone il Master in medicina accogliendo studenti in possesso di un diploma di Bachelor provenienti principalmente dal Poli e Università di Zurigo e da quella di Basilea.
«Quella di un’antenna o emanazione – conferma Gendotti – potrebbe essere per l’Eth di Zurigo un obiettivo forse a lunga scadenza, da svilupparsi eventualmente dopo il raggiungimento di altri obiettivi, come appunto quello impellente, per noi di vitale importanza, di diventare Centro di competenza nazionale. In tal senso, a breve termine è importante intensificare i contatti e rafforzare le collaborazioni con entrambi i Politecnici. Dobbiamo puntare tutto su questo». Uno o entrambi i Poli, chiediamo, parteciperanno ufficialmente alla candidatura? «Ne abbiamo parlato a lungo, settimana scorsa, ma nulla è ancora deciso. Si tratta di una prospettiva sulla quale il presidente del Consiglio dell’Eth di Zurigo, Joël Mesot, si è comunque espresso positivamente», risponde Gendotti ricordando che la ricerca biomedica ha portato a Bellinzona circa 400 nuovi posti di lavoro. Conferma la necessità di ampliare le collaborazioni il presidente dello Ior e di Bios+, Franco Cavalli: «La competizione per ottenere lo statuto di Cnnr è forte e ci vogliono le infrastrutture adeguate che ora abbiamo che intendiamo ulteriormente sviluppare. Perciò sono fiducioso, pensando anche al fatto che stiamo intensificando la cooperazione col Poli di Zurigo. l quale non mi risulta che intenda realizzare un’antenna a Bellinzona, se così si vuole rispondere agli auspici espressi in tal senso due anni fa da Piero Martinoli», già presidente dell’Usi dal 2006 al 2016. Quella di un’antenna, secondo Cavalli, «è insomma più che altro una ‘storia ticinese’». Una suggestione che andrebbe ridimensionata riportandola alle dimensioni, se ve ne sarà l'interesse Oltralpe, di un laboratorio di attività formative e/o di ricerca all'interno del Parco dell'innovazione nell'ambito delle scienze della vita.