In attesa di una decisione definitiva, il Municipio sembra caldeggiare il cambiamento dal sistema ‘sammelsack’ alla modalità elaborata dal Cantone
La Città di Bellinzona abbandonerà il ‘sammelsack’ per passare alla modalità caldeggiata dal Cantone? “Il Municipio non ha ancora preso una decisione in proposito”, si legge nella risposta all'interpellanza inoltrata dal consigliere comunale Alessandro Lucchini (Unità di sinistra), il quale chiedeva indicazioni sulle intenzioni della Città per quanto riguarda la futura organizzazione della raccolta e dello smaltimento della plastiche miste, visto che il 1° giugno è entrato in vigore per i Comuni ticinesi l'obbligo di una raccolta focalizzata sulla raccolta delle plastiche maggiormente riciclabili, ovvero polietilene (Pe) e polipropilene (Pp). Oggi con il ‘sammelsack’ – sistema adottato spontaneamente da altri 15 Comuni ticinesi – Bellinzona raccoglie non solo polietilene e polipropilene ma anche tutti gli imballaggi per alimenti in plastica, film di tutti i tipi, varie bottiglie di plastica, vasi da fiori, bacinelle. Il ‘sammelsack’ – che sul territorio della Turrita viene portato agli ecocentri comunali – percorre poi circa 400 chilometri per essere trattato in Austria, con il materiale che viene in parte riciclato in granulato riutilizzabile.
L'obiettivo della modalità individuata dal Dipartimento del territorio è invece quello di avere una filiera il più completa e locale possibile, con percorrenze di trasporto più contenute. Cio che – scrive il Municipio nella risposta all'interpellanza dando un'indicazione sulla soluzione che verosimilmente sarà scelta – “risulterebbe preferibile (e quindi più virtuoso da un punto di vista ambientale)”, andando a “prediligere la raccolta separata della plastica limitandola alle due tipologie più adatte al riciclaggio, cioè il Pp e il Pe”. Il resto finirebbe nei classici sacchi Rsu, per poi arrivare all'impianto di termovalorizzazione di Giubiasco. Il Municipio segnala alcune criticità del sistema ‘sammelsack’: “Non è stato possibile avere indicazioni chiare circa il tracciamento delle tipologie di plastica ritenute meno idonee per il riciclaggio. Secondo le indicazioni di InnoRecycling AG, circa un terzo della plastica mista raccolta viene effettivamente riciclato con la produzione di nuova plastica (si tratta prevalentemente delle componenti Pp e Pe); un altro terzo viene riciclato in non meglio precisati mercati esteri, mentre il terzo rimanente viene utilizzato come combustibile in cementifici e/o termovalorizzatori”. In aggiunta, “è ritenuto, di principio, importante privilegiare soluzioni di smaltimento a carattere locale, con percorrenze di trasporto più contenute e con una chiara tracciabilità delle destinazioni”.
Quanto all'aspetto economico dell'eventuale nuovo sistema, “sarà sicuramente considerato con la necessaria attenzione in particolare l’impatto sui costi generali che eventualmente andrebbero coperti con l’aumento della tassa base”. Risulterebbe comunque – conclude l'esecutivo – “che anche una eventuale alternativa a carattere più locale potrebbe essere implementata senza generare costi supplementari grazie all’autofinanziamento dovuto alla vendita dei sacchi (esattamente come succede attualmente con il sistema Sammelsack) garantendo nel contempo il principio della causalità”. Il Municipio ritiene che l'accresciuta attenzione e sensibilità in ambito ambientale dimostrata da parte dei cittadini “potrà sicuramente essere confermata anche facendo capo ad altri sistemi di fatto simili. Non si ritiene quindi necessariamente controproducente proporre un servizio diverso ma comunque altrettanto e/o maggiormente valido”. Sulla base delle esperienze attuali, conclude l'esecutivo, risulta difficile immaginare, “per ragioni di spazio e di logistica”, la convivenza di entrambi i sistemi.