A poche settimane dall’inizio della stagione il Cas vuole evitare le difficoltà dello scorso anno. Il meteorologo: ‘La mancanza di neve è un problema’
La pioggia (per il momento) non manca, ma la neve in quota è quasi completamente sciolta e questo preoccupa chi gestisce le capanne alpine. A poche settimane dall’inizio della stagione estiva la speranza di chi passa l’estate ad accogliere turisti ed escursionisti sulle nostre montagne è di evitare i problemi vissuti lo scorso anno. «Abbiamo avuto delle difficoltà nelle capanne dove è risaputo che la sorgente di approvvigionamento non ha una portata particolarmente ‘generosa’, come quella Dell’Adula o della Greina, ma anche al Monte Bar ci sono stati problemi, pur essendo la struttura molto moderna», spiega alla ‘Regione’ Giovanni Galli, presidente del Club alpino svizzero (Cas) sezione Ticino. «La mancanza si è sentita. Abbiamo dovuto ridurre i consumi e prendere delle misure concrete, come il blocco delle docce o l’utilizzo di acqua industriale per i servizi igienici. Nelle strutture che possono contare su una sorgente più affidabile la stagione è invece trascorsa normalmente». Il Cas non è comunque voluto restare inattivo. Tra i punti della prossima Assemblea generale, in programma il 2 giugno al Canvetto Luganese, è infatti prevista “l’autorizzazione a intraprendere eventuali lavori urgenti in caso di problemi di approvvigionamento idrico delle capanne e relativo finanziamento”. «Vogliamo poterci dare un po’ di margine di manovra nel caso in cui dovessimo affrontare delle spese improvvise». Tracciare un quadro generale è comunque difficile, questo perché «ogni capanna ha la sua situazione, legata alla presenza o meno di sorgenti affidabili nelle vicinanze», aggiunge Galli. In ogni caso c’è «entusiasmo» in un settore che l’anno scorso ha fatto registrare complessivamente circa 50mila pernottamenti in Ticino.
Posizione condivisa anche da Giorgio Matasci, presidente della Federazione alpinistica ticinese (Fat). «Le capanne man mano stanno aprendo. A breve si entrerà nel vivo della stagione. Non penso ci saranno problemi per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico, che l’anno scorso ha comunque dato delle difficoltà limitate». A livello di numeri, infatti, il 2022 è stato un anno positivo per la Fat. I pernottamenti nelle 31 capanne di proprietà delle sedici società affiliate sono stati 22’742, ovvero 503 in più rispetto all’anno precedente. «Dobbiamo essere fiduciosi, e le precipitazioni di questo periodo fanno ben sperare» conclude Matasci.
Più prudente Guido Della Bruna, di MeteoSvizzera: «La situazione a breve-medio termine dovrebbe essere abbastanza tranquilla. Le precipitazioni, soprattutto questo mese, ci sono state. Siamo però ancora un po’ sotto la normalità». A mancare è soprattutto la neve in quota, «e questo potrebbe essere un elemento di difficoltà per alcune capanne, ovvero quelle che si approvvigionano direttamente da nevai o ghiacciai», afferma Della Bruna. «Generalmente sono quelle situate più in quota, in prossimità delle creste». Il problema, spiega il meteorologo, si è sviluppato negli scorsi mesi. «Le nevicate importanti sono arrivate tardi questo inverno, già verso la primavera. Questo ha fatto in modo che con il rialzo delle temperature la neve si sciogliesse in buona parte». E i ‘nodi’ potrebbero venire al pettine tra qualche mese. «Se durante l’estate dovessero mancare le piogge non ci sarebbe una buona riserva, proprio perché manca la neve». In ogni caso, continua l’esperto di MeteoSvizzera, «è troppo presto per sapere che estate vivremo. Per ora c’è solo una previsione che possiamo fare con una certa sicurezza: sarà un’estate calda, con temperature sopra la media».
La possibile mancanza di precipitazioni non è un tema che preoccupa (solo) la regione alpina. L’argomento della gestione dei bacini transfrontalieri è stato anche discusso durante la recente riunione dell’Ufficio presidenziale e del comitato del lavoro Regio Insubrica. Tra i temi sul tavolo anche la questione della navigazione dei laghi.