Classe 1968, è deceduto giovedì. Rimasto tetraplegico dopo una caduta in bici, ha raccontato la sua storia, sensibilizzando sul bene prezioso della vita
Dopo l'incidente ha incontrato studenti, apprendisti, aziende e associazioni attive in vari campi, raccontando la sua difficile quotidianità e facendo aprire gli occhi sui pericoli e su come la vita sia un bene prezioso. Chi ha conosciuto Mario Giubbilei, deceduto giovedì a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni, lo ricorderà per la sua forza di volontà e per il suo entusiasmo, dimostrati anche quando la sua vita è cambiata, il 26 dicembre 2015, a causa di quella caduta in rampichino mentre stava percorrendo una pista ciclabile nel Luganese, che lo ha reso tetraplegico e costretto a sedersi su una sedia a rotelle. Per agevolarlo nella suo intento di voler trasmettere un messaggio positivo, nonostante le avversità con cui chiunque può confrontarsi da un momento all’altro, nell'estate del 2018 gli amici cicloamatori bellinzonesi Stefano Jorio e Moreno Gautieri avevano portato a termine, in una quarantina di tappe, il viaggio in bicicletta da Bellinzona a Capo Nord, la parte più settentrionale della Norvegia. Lo hanno fatto accomunando la loro passione per le due ruote alla forte amicizia che li legava a Mario. Durante il viaggio, attraverso l'associazione MySecond, avevano raccolto i contributi di parecchi sponsor il cui totale è servito a finanziare l'acquisto di un veicolo speciale che ha consentito a Mario di spostarsi con più facilità e soddisfare il desiderio di parlare pubblicamente della propria esperienza, fornendo spunti di riflessione, raccontando come confrontarsi con la diversità, di come l'incidente ha capovolto i suoi valori, sempre con il motto di non mollare mai.
Classe 1968, originario del Mendrisiotto, sono molti i messaggi d'affetto pubblicati sui social dopo la notizia della sua morte da parte dei tanti amici e conoscenti; a loro, unitamente ai familiari, giungano le condoglianze de ‘laRegione’.
La consegna del furgone nel 2019, con gli amici Moreno e Stefano