Il municipale Renato Bison ritiene che aumentando le unità lavorative si potrebbe ‘rispondere in modo più capillare ai bisogni della popolazione’
I servizi sociali di Bellinzona sono di fronte a una sfida non indifferente: cercare di aiutare tutti coloro che ne hanno bisogno, con i pochi mezzi a disposizione. Difficoltà che aumentano con la crescita costante della popolazione registrata negli ultimi anni: più persone significa anche più bisogni. Di conseguenza l’intenzione è ora quella di dedicare più risorse a questo settore: «Nell’ambito dei lavori di allestimento del preventivo 2024 proporremo un aumento delle unità lavorative in dotazione ai servizi sociali così da poter rispondere in modo più capillare ai bisogni della popolazione bellinzonese», afferma a ‘laRegione’ Renato Bison, capodicastero Educazione, cultura, giovani e socialità.
Ricordiamo che il Consuntivo 2022 ha registrato un avanzo d’esercizio di 6,9 milioni di franchi, a fronte di una perdita preventivata di 3,4 milioni. Visti i conti positivi, è possibile investire maggiormente nel sociale, pur tenendo in considerazione il fatto che nel 2024 le entrate dovrebbero diminuire di 2,5 milioni e che la Città vuole evidentemente portare avanti grandi progetti strategici (come il nuovo Quartiere Officine, l’ospedale regionale alla Saleggina, lo sviluppo del polo di ricerca nelle scienze della vita, la valorizzazione dei castelli o il nuovo impianto per la produzione di biogas)? «Investire nella prevenzione, anche se poco pagante dal profilo ‘politico’ (i risultati non sono per natura quantificabili e visibili nell’immediato), è ciò che può prevenire un futuro aumento dei costi di natura sociale», sottolinea Bison. Il municipale si riferisce in particolare agli operatori di prossimità (due persone a metà tempo) e agli assistenti sociali (2,5 unità lavorative). Nel Consuntivo il Municipio ha infatti indicato che la forza lavoro in questo caso sia “ampiamente insufficiente” per soddisfare le necessità generate da una popolazione che conta più di 45mila abitanti. In questo contesto Bison aggiunge che «pure gli altri servizi dell’ambito sociale dovrebbero essere adeguati all’ampiezza del bacino di affluenza dell’utenza: è parecchio infatti che operano con una certa pressione».
In generale, nel 2022 i costi del settore sociale sono aumentati rispetto all’anno precedente, anche se in modo minore rispetto a quanto si era preventivato. Secondo il capodicastero Educazione, cultura, giovani e socialità «da un lato ciò è dovuto alla crescita della popolazione, dall’altro agli avvenimenti degli ultimi anni: la pandemia prima e le conseguenze della guerra in Ucraina poi, con l’importante aumento dei prezzi che pesano sui budget familiari, soprattutto su quelli che presentavano già prima una certa precarietà». In ogni caso «la tendenza all’aumento dei bisogni era comunque presente già in passato». Resta il fatto che, stando al messaggio municipale sul Consuntivo, è stato riscontrato un maggiore impegno per gli operatori sociali dovuto alle “maggiori difficoltà” registrate nella fascia più sensibile della popolazione, ovvero quella che fa capo ai servizi sociali comunali. Concretamente si parla ad esempio di sfratti per affitti non pagati, di consumo di sostanze stupefacenti da parte dei giovani o “del desiderio di autonomia abitativa a spese dello Stato con la motivazione – non sempre fondata – della presenza di problematiche a livello famigliare”. Inoltre, sono anche cresciute le richieste di intervento da parte della popolazione anziana, così come i servizi (di tipo amministrativo, di stato civile, sociale e culturale) forniti alle persone con importanti problemi di integrazione. In quest’ultimo ambito l’esecutivo ha constatato che “se spronati e accompagnati ad agire anche solo parzialmente in autonomia, acquisiscono via via maggiore indipendenza e sul lungo termine è possibile giungere a una presa a carico meno impegnativa”.
Insomma, il servizio sociale comunale l’anno scorso ha registrato un incremento di casi seguiti (solo parzialmente indicativo poiché l’aumento maggiore si registra nella crescente complessità delle situazioni): al 31 dicembre erano aperte 401 pratiche, ovvero 14 in più rispetto a gennaio 2022. Bisogna però anche tenere conto che numerosi dossier vengono chiuse nel corso dell’anno, senza figurare quindi nelle statistiche generali. Il numero di pratiche gestite dai curatori era invece di 115. Per quanto riguarda invece i due operatori di prossimità, il numero di casi seguiti è pure cresciuto, attestandosi a 80. Operatori di prossimità che sono quindi “piuttosto sollecitati". Si occupano sia di persone adulte – in particolare di anziani che vivono situazioni non più sostenibili a domicilio a causa dell’igiene abitativa, delle condizioni di salute, della solitudine o della gestione amministrativa –, sia di giovani con i quali “appare maggiormente difficoltosa l’interazione” in occasione delle uscite sul territorio. “Il lavoro di aggancio e la creazione di un rapporto di fiducia richiedono infatti una presenza costante e regolare, di gran lunga superiore a quanto è possibile offrire con le poche risorse disponibili”. Di conseguenza si è optato per una collaborazione con il Social Truck che si occupa proprio di giovani.
Una collaborazione già auspicata, su queste colonne, circa un anno fa e che quindi è andata in porto. Nell’articolo del 19 maggio 2022 si accennava anche al fatto che il Social Truck avrebbe necessitato di maggiori fondi, visto che lo scorso settembre è terminato il sostegno al progetto da parte della Confederazione per la fase sperimentale di 3 anni (350mila franchi, ovvero la metà dei costi totali). Un aiuto in questo senso arriva proprio dalla Città di Bellinzona che prevede di raddoppiare il suo contributo annuo: «Da 62mila franchi a 124mila», conferma Bison. Ma basterà questo per mantenere lo stesso livello di servizio? «Il 2023 rappresenta un anno di transizione, proprio per capire come impostare il futuro di questo progetto». Non è quindi ancora chiaro se il Municipio intenda potenziarlo ulteriormente. In ogni caso «è al lavoro per proporre finalmente delle risposte ai bisogni di questa fascia di popolazione», rileva Bison, precisando che «il social Truck è uno dei tasselli, ma non l’unico».
Sempre per quanto riguarda i giovani, nel Consuntivo è anche giunta la conferma della realizzazione di un centro a loro dedicato nello stabile ex Stallone, in via Lavizzari. Centro che sarà destinato a ragazzi tra gli 11 e i 18 anni e che dovrebbe essere inaugurato tra 2-3 anni. Lo stabile – che ospiterà anche altri contenuti – necessita infatti di alcuni interventi. Ma che tipo di attività si svolgeranno? «Il centro sarà gestito da un animatore (che verosimilmente sarà integrato nell’amministrazione comunale) e verranno proposte attività di socializzazione, sensibilizzazione, discussione e scambio su tematiche che riguardano la fascia di età in questione», spiega Bison. «Tutte iniziative volte a favorire e promuovere l’autodeterminazione dei giovani, senza dimenticare il lavoro di prevenzione».