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‘Lascio un Plr riorganizzato pronto alla sfida elettorale 2024’

Bellinzona: il presidente Marco Nobile termina il mandato dopo sette anni. Il ballottaggio perso nel 2021 contro Branda? ‘Fortemente voluto dalla base’

Marco Nobile
(laRegione)
20 aprile 2023
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Eletto all’unanimità nel novembre 2016 alla testa della sezione Plr di Bellinzona, Marco Nobile si appresta dopo sette anni a passare il testimone in occasione dell’assemblea convocata lunedì 24 aprile, ore 20.15, nell’aula magna dell’Arti e mestieri. Lo fa al termine di un processo di rinnovo organizzativo sezionale avviato due anni fa e seguito in prima persona con l’obiettivo di migliorare, rendendolo capillare, il contatto col territorio aggregato e rendere la rappresentanza liberale-radicale adeguatamente presente e proattiva in tutti i tredici quartieri.

La vecchia Turrita dal 2017 ha cambiato pelle e dimensione. Il suo Plr cos’ha intrapreso per stare al passo?

Lascio dopo aver avviato una riorganizzazione che vede molte delle persone che vi hanno partecipato rimanere nel futuro comitato. Questo era per me un punto fondamentale. Il riassetto si è reso necessario perché l’aggregazione ce lo ha imposto cambiando le dinamiche e allontanando il cittadino dalla politica, non da ultimo perché sono sparite decine fra sindaci, municipali e consiglieri comunali. In una prima fase per mantenere il contatto abbiamo tenuto tutte le sottosezioni, ciò che ha reso l’organizzazione generale complessa, inadatta e priva di una visione d’assieme. Abbiamo perciò razionalizzato creando un’Area operativa per le competenze pratiche (comunicazione, segretariato, eventi, finanze) e un’Area territoriale formata da quattro commissioni di circondario (nord, centro, ovest e sud) che sostituendo la dozzina di sottosezioni agiranno sul territorio intensificando i contatti locali. Pure formalizzata la Direzione, gremio ristretto formato da presidente, due vice, municipali e capogruppo in Cc e chiamato a gestire in modo tempestivo le questioni di attualità politica; infine già attivata la Direttiva, con funzione di mini parlamento per le questioni strategiche, formata da 45 membri fra cui rappresentanti di tutti i quartieri fra società civile, economica e culturale.

In concreto cosa cambia?

Ora sono le commissioni di circondario, con rappresentanti di ciascun quartiere, a occuparsi degli eventi sul territorio coordinandoli per zone, mentre la strategia politica su temi generali e questioni locali è affidata alla Direttiva. Un approccio più moderno ed efficace, anche in ottica elettorale.

Da anni il trend del Plr bellinzonese, pur restando la prima forza politica, rispecchia quello cantonale: fra le elezioni comunali 2017 e ’21 ha sì confermato tre seggi in Municipio ma ha perso oltre il 5% e 15mila voti di lista, mentre in Cc ha perso il 4% e due seggi. Circa il 3% perso anche fra le elezioni cantonali 2019 e 2023. Risultato: via uno dei quattro seggi in Gran Consiglio. Inoltre manca sempre la poltrona di sindaco che il Ps riesce ad aggiudicarsi grazie alla locomotiva Branda. Cosa avete in mente per fermare l’erosione e contenere l’avanzata dei poli?

Tendo a vedere il bicchiere mezzo pieno. Vedo sì una contrazione ma anche un Plr che tiene le posizioni. Soprattutto noto una contrazione generale verso la politica in generale, che è il nemico numero uno di tutti i partiti. Avanti di questo passo la bassa partecipazione al voto rischia di minare il concetto di democrazia. Detto questo, nel 2021 abbiamo confermato il terzo seggio nonostante uscissimo dal periodo turbolento dei sorpassi di spesa. Guardando al 2024, confido che si possa considerare il 2021 un picco minimo sul quale rilanciare il Plr mettendo a frutto il buon lavoro svolto in Municipio e Consiglio comunale. Sarei deluso nel vedere un’ulteriore contrazione. In ogni caso sono fiducioso perché, a differenza di altre formazioni politiche, nel nostro caso concorre al risultato un’ampia squadra.

Nella primavera 2021 Simone Gianini era dietro Mario Branda di 67 voti, che al voto di ballottaggio sono diventati 3’145. Una differenza schiacciante. Cosa non ha funzionato? C’è stato o no il diktat del vertice cantonale?

Nel 2017 avevo ritenuto che non fosse il caso chiedere un voto di ballottaggio fra Mario Branda e Andrea Bersani divisi al primo turno da 1’300 voti. E giustamente abbiamo rinunciato. Nel 2021 è vero che il partito ha fortemente voluto una seconda chiamata alle urne, ma per partito intendo la base della nostra sezione e non quello cantonale. La nostra Direttiva si è infatti espressa a gran voce e non ci si poteva sottrarre. Simone, in particolare, ed io ci siamo spesi non per il nostro ego ma per la maglia, per il partito.

Un ballottaggio peraltro privo di confronto sulle differenze, perché nessuno dei due ha veramente voluto esporsi, sbilanciarsi.

Vi è stata una difficoltà nel profilare in modo netto le differenze, al di là di quelle di casacca. C’erano soltanto delle sfumature fra due politici abituati a lavorare in modo coeso in un contesto di collegialità. Un altro passo rispetto alla Bellinzona di vent’anni fa. Quindi molti elettori si son chiesti perché non confermare Branda. Il tutto in un contesto politico orientato a gestire macrotemi di fondamentale importanza per il futuro della Città aggregata e che vanno oltre alle questioni locali che un tempo potevano forse fare la differenza nell’urna, insieme al colore politico. Una differenza di colore che non emerge chiaramente, purtroppo, in Consiglio comunale. Purtroppo perché è nel legislativo che le scelte di campo dovrebbero caratterizzare il confronto. E troppo spesso non è così, mancando anche un dibattito ideologico.

Guardando quindi alle comunali 2024, quale strategia intendete mettere in campo per distinguervi?

Lascio una sezione solida che non basa la strategia elettorale su una sola persona. In un contesto in cui è facile essere contro, il compito più difficile è far capire all’elettorato quale scelta di fa votando Plr. Responsabilità e progettualità sono termini scontati, ma costituiscono la nostra ossatura. Un esempio: non è scontato assumersi la responsabilità di costruire l’aggregazione, perché molti saranno contrari e nei quartieri ci saranno sempre degli scontenti che alla fine non voteranno chi li ha delusi. La sfida, anche elettorale, è dunque far ulteriormente progredire il Comune aggregato senza dimenticare nessuno e ricordando che i grossi progetti strategici sembrano forse lontani ma creano ricadute positive per tutti i quartieri. Un altro esempio, il rumore autostradale: Verdi e Ps nel 2020 hanno proposto un’irrealizzabile copertura, mentre le soluzioni sensate e concretizzabili sono altre e Simone Gianini ci sta lavorando con le istanze preposte. Non da ultimo cito la necessità di rafforzare le basi affinché l’iniziativa privata possa dare il proprio contributo alla crescita generale.

Però il gruppo Plr in Cc non brilla per numero di proposte sotto forma di mozioni. Citiamo in questa legislatura soltanto quelle di Michela Pini per animare la golena (accolta con limitazioni), quella di Patrick Rusconi per una passerella pedonale e di Tiziano Zanetti per ristrutturare il Mercato coperto. Vi mancano idee?

Da una parte c’è chi esagera per numero di interpellanze e mozioni, dall’altra c’è chi vi rinuncia perché stufo di sprecare il proprio tempo nelle sedute a evadere il bailamme di richieste. Perciò si finisce per dire ‘meglio poche ma buone’. Occorre però anche rilanciare il ruolo del consigliere comunale, specie per quanto riguarda lo spirito critico, evitando l’appiattimento.

C’è qualcosa che l’ha amareggiata in questi sette anni?

È stata un’esperienza arricchente. Ma noto anche una certa tendenza alla negatività, a perdersi nel brontolio di critica fine a sé stessa. Sempre nell’ottica del bicchiere mezzo pieno, mi sarebbe piaciuto recepire un maggiore supporto positivo diffuso. Ma è anche chiaro che fare il presidente significa a volte sentirsi un po’ soli. Mi rammarica poi il fatto di non essere stato in grado di mettere in comune fino in fondo lo spirito liberale nella nuova Bellinzona. Il mio auspicio è che si raggiunga la coesione totale.

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