Sulla piana di Ambrì previsto l'allacciamento di 18 abitazioni alla centrale a biomassa legnosa di proprietà del Comune
«Non intendiamo fermarci qui: il progetto è in continua evoluzione e puntiamo a un ulteriore sviluppo, stando sempre attenti a una gestione oculata che impone di autofinanziarci». Bruno Taragnoli, presidente della Quinto Energia Sa, è soddisfatto per l’imminente avvio dei lavori che rappresentano la terza fase dell’estensione della rete di teleriscaldamento alimentata da una centrale a biomassa legnosa, inaugurata nel 2017 nell’area industriale di Piotta, nell’edificio che ospita anche la sede dei Servizi comunali e l’ecocentro. È attualmente in pubblicazione la domanda di costruzione per l’allacciamento di 18 immobili residenziali (comprese due palazzine) ubicati nel quartiere Canton Uri, in zona Ambrì Sopra, su entrambi i lati della strada cantonale e della ferrovia. I lavori dovrebbero iniziare a fine aprile e concludersi in ottobre. La terza fase dello sviluppo della rete imporrà la valutazione di un potenziamento della centrale con l’installazione di una seconda caldaia. «Un investimento già programmato nel progetto iniziale. Abbiamo già previsto gli spazi e la predisposizione dei collegamenti».
Una volta allacciati i 18 nuovi fondi, saranno in totale 26 quelli che beneficeranno del teleriscaldamento della Quinto Energia, società anomia fondata nel 2014 che risponde al Comune (che ha fortemente voluto la centrale costata 3,6 milioni e che rappresenta l’azionista di maggioranza col 60% di quota) e al Patriziato generale di Quinto (40%). Si era partiti nel 2017 con il comparto scolastico (Medie, Elementari e Asilo), una ditta e cinque abitazioni. Poi, nel corso del 2021, si è scavato circa un chilometro di sottostrutture per permettere l’allacciamento della Gottardo Arena. «Un’operazione conclusasi con successo e che ha richiesto un investimento comunque importante, visto che il costo è di circa 1’000 franchi per ogni metro di nuova tubazione», indica Taragnoli, il quale sottolinea i benefici del sistema di distribuzione di acqua calda attraverso una rete isolata e interrata: rappresenta una valida alternativa agli impianti alimentati con combustibile tradizionale, che permette di ottimizzare gli spazi necessari per i locali tecnici, diminuire i costi di manutenzione e non avere preoccupazioni per l’approvvigionamento e il relativo costo della nafta.
Una forma di energia vantaggiosa non solo per l’aspetto ambientale. Infatti, grazie a programmi d’incentivazione, i singoli utenti possono fruire di interessanti sostegni finanziari che permettono un cambiamento di vettore energetico con sforzi economici limitati. Lo scopo del teleriscaldamento è quello di fornire energia prodotta in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, sfruttando al meglio il combustibile legno (un vettore energetico rinnovabile e quindi neutro dal punto di vista delle emissioni di CO2). La centrale di Piotta è alimentata da legname proveniente dai boschi della regione e acquistato prevalentemente dal Patriziato generale di Quinto. Per procedere all’allacciamento dei 18 nuovi fondi si sfrutterà in gran parte le tubazioni scavate per raggiungere la Gottardo Arena.
Nell’ottica dell’auspicata ulteriore estensione della rete, uno degli obiettivi della Quinto Energia, spiega ancora Bruno Taragnoli, è quella di concretizzare l’accordo con alcune aziende situate nella zona industriale. Ciò che agevolerebbe uno sviluppo a nord (potenziale quarta fase dello sviluppo), verso l’abitato di Piotta dove l’offerta sarebbe estesa anche alle abitazioni. Ma il presidente ribadisce la politica dei piccoli passi, ricordando che, come è stato il caso in occasione di seconda e terza fase, a livello di redditività il santo deve valere la candela. «Ogni estensione rappresenta un costo supplementare abbastanza oneroso e sono quindi investimenti che vanno ponderati attentamente».
Impossibile raggiungere tutto il territorio comunale, vasto e decentralizzato. È infatti esclusa la possibilità di arrivare in futuro fino al nucleo di Quinto. «La distanza è troppo grande e i costi proibitivi – afferma il presidente della Sa Taragnoli –. Un progetto del genere è attuabile se nel quartiere potenzialmente allacciabile risiede un immobile con consumi elevati, e nel paese di Quinto non ce ne sono».