Lo propone Patrick Rusconi (Plr) in un’interpellanza inoltrata al Municipio di Bellinzona
Spazi da destinare al coworking nelle ex case comunali dei quartieri periferici. A proporlo è il consigliere comunale di Bellinzona Patrick Rusconi (Plr) in un'interpellanza al Municipio nella quale chiede se esista una visione in tal senso da parte della Città e se le case comunali degli ex 13 Comuni siano tutte occupate. "Oltre alle ex case comunali ci sono altri spazi vuoti che possono essere riconvertiti in locali per il coworking?" chiede il consigliere comunale. "Esistono spazi di coworking sul territorio realizzati da altri promotori pubblici o privati?", chiede l'interpellante. E ancora: "Il Municipio ha mai pensato a un masterplan su questo tema? La Città ha già ricevuto richieste di occupazione di tali spazi?".
Le domande seguono una premessa: "Mantenere attività nelle ex case comunali è stato un punto fondamentale e anche una rivendicazione dell'aggregazione", fa presente Rusconi. "Purtroppo, nelle zone periferiche alcuni edifici sono poco utilizzati (Preonzo, Gudo, S. Antonio)". Il consigliere comunale spiega che il coworking (spazio di lavoro condiviso) è una modalità attuale di lavorare, condividendo un ambiente di lavoro "perfettamente equipaggiato, grazie a un investimento in Wifi a banda larga, stampanti, sala riunioni, angolo caffè, posteggi già esistenti sul luogo. La contropartita è il pagamento di una tassa d'uso in base al tempo di utilizzo". Secondo Rusconi, per la Città investire su questi spazi significa dare l'opportunità a giovani imprenditori che vogliono lanciare la propria attività, ma che inizialmente non possono investire grossi capitali. "Questi spazi possono anche essere utilizzati dalle società o associazioni sempre alla ricerca di spazi per piccole attività, riunioni, seminari e incontri".