Per un periodo transitorio, nelle aule inutilizzate delle scuole elementari, verranno organizzati corsi di lingua e attività di socializzazione
L’integrazione trova casa nelle scuole di Daro. Per un periodo transitorio, nelle aule inutilizzate verranno organizzati corsi di lingua, ma non solo, rivolti a stranieri residenti nel comprensorio. Il Municipio di Bellinzona è recentemente entrato nel merito di questo progetto, supportato dal Cantone, che mira a realizzare a medio termine un centro di socializzazione interculturale, come già avviene in altre città svizzere. «Intendiamo creare una struttura, sostenuta economicamente dal Cantone, che promuova l’integrazione delle famiglie straniere. Si tratta di un luogo dove verrebbero organizzate attività di carattere formativo, come l’apprendimento della lingua italiana, ma anche socializzante», spiega da noi raggiunto il sindaco di Bellinzona Mario Branda. Il progetto mira a mettere in rete e supportare se del caso logisticamente le associazioni che già operano in questo ambito sul territorio.
Potrebbero dunque trovarvi spazio sodalizi e cooperative, come Baobab che da otto anni promuove solidarietà, accoglienza e cultura comunitaria nella regione. L’auspicio del Municipio è che le attività a Daro possano iniziare già nei prossimi mesi. A medio termine verrà valutata la possibilità di trovare una sede unica e centrale per l’organizzazione delle varie attività promosse, ma che spesso non sono coordinate tra loro. Riguardo a una sede definitiva, attualmente sul tavolo del Municipio ci sono alcune idee ma ancora nulla di certo. Come detto, nella prima fase del progetto verranno messe a disposizione le aule delle scuole elementari di Daro, lasciate libere due anni fa a causa del numero insufficiente di allievi iscritti. Questa sede si trova infatti «in una posizione interessante, ma si tratterebbe di una sistemazione temporanea, perché immaginiamo che in futuro gli allievi potranno tornare a scuola nella frazione collinare», fa presente il sindaco. Ciò dipenderà dal numero di bambini iscritti.
Il progetto prevede pure un ‘Tavolo della solidarietà e dell’integrazione’, come ha spiegato il Municipio rispondendo lunedì sera in Consiglio comunale a un’interpellanza del gruppo Verdi/Mps/Fa (prima firmataria Giulia Petralli) che chiedeva se la Città avesse in programma altre politiche volte a facilitare l’inserimento nel territorio di residenti di nazionalità estera. Con il supporto del Delegato comunale all’integrazione, si intendono organizzare periodicamente momenti d’incontro per mettere in contatto tra loro i vari attori attivi in questo ambito. «Sono presenti parecchie associazioni e cooperative; con questa iniziativa s’intende favorire lo scambio d’informazioni per coordinarsi in maniera più efficace», evidenzia Branda.
Il gruppo Verdi/Mps/Fa nella medesima interpellanza chiedeva al Municipio di Bellinzona in che modo si fosse espresso nella consultazione rivolta ai Comuni, sulla possibilità di concedere il diritto di voto e di eleggibilità agli stranieri con almeno dieci anni di residenza e agli svizzeri di sedici anni compiuti. Nel testo, il gruppo ricordava che nell’ambito del diritto di voto ed eleggibilità dei residenti di nazionalità estera e dei giovani di sedici anni compiuti, da questa legislatura è pendente nella Commissione Costituzione e leggi del Gran Consiglio l’iniziativa parlamentare di Fabrizio Sirica e cofirmatari per la modifica dell’articolo 28 della Costituzione cantonale inerente all’estensione della democrazia. L’iniziativa propone di "dare la facoltà ai Comuni di concedere il diritto di voto e di eleggibilità agli stranieri a livello comunale". Nella sua risposta il Municipio ha risposto che non spetta a un esecutivo comunale esprimersi su un tema "prettamente politico-partitico e non relativo a un compito che rientra nell’autonomia decisionale comunale. Al Comune spetterebbe solamente la sua attuazione".
Nell’interpellanza veniva inoltre chiesto all’esecutivo come valutasse la possibilità di estendere la partecipazione alle Commissioni di quartiere a ogni cittadino residente di sedici anni compiuti nel Comune. "Nelle Commissioni – nominate dal Municipio – possono essere designati cittadini residenti nel quartiere interessato che abbiano compiuto 18 anni, indipendentemente dalla nazionalità". Nella risposta è stato spiegato che possono invece fare parte delle associazioni "cittadini residenti nel quartiere interessato di età superiore ai 15 anni, indipendentemente dalla nazionalità". Attualmente non sono ancora state costituite commissioni di quartiere. "Considerando i due diversi dispositivi che riguardano sostanzialmente la stessa fattispecie, si potrebbe immaginare una parificazione dell’età di accesso a commissioni e associazioni a 16 anni, attraverso una modifica del Regolamento comunale di competenza del Consiglio comunale".