L’Mps risollecita la Gestione alla luce della sentenza di parziale condanna penale nel caso Sementina: ‘Verificare l’agire anche del medico cantonale’
Cosa non ha funzionato durante la prima e successive ondate pandemiche nelle case anziani ticinesi dove si registrano a oggi 432 decessi per Covid? Quali le situazioni, le lacune e i comportamenti che li hanno favoriti? Vi sono responsabilità dirette fra le autorità cantonali e amministrative preposte alla vigilanza? Quali insegnamenti si possono trarre affinché non si ripeta più un altro ‘caso Sementina’ sfociato mercoledì scorso nella condanna decisa dalla Pretura penale nei confronti del direttore del Settore anziani di Bellinzona, della direttrice sanitaria della struttura e dell’allora capocure giudicati parzialmente colpevoli di violazione della Legge federale sulla lotta contro le malattie trasmissibili dell’essere umano? Per rispondere a queste domande il Gran Consiglio "istituisca una Commissione parlamentare d’inchiesta". Lo chiede da due anni e mezzo il Movimento per il socialismo (Mps) che con una lettera inviata ieri alla Commissione della gestione la risollecita sul tema, visto che la sentenza di primo grado già fornisce interessanti elementi. La Gestione, ricordiamo, aveva messo in stand-by la richiesta nell’autunno 2020 una volta saputo che il Ministero pubblico aveva avviato un’inchiesta penale su Sementina. Idem il Gran Consiglio in attesa dell’esito delle indagini.
E ora "basta nascondere la sporcizia sotto il tappeto". Matteo Pronzini e colleghi non vanno per il sottile scrivendo che è giunta l’ora di "tirare le conseguenze sugli errori commessi". Quanto emerso durante il processo "ha confermato le problematiche da noi sollevate in merito ai numerosi e troppi decessi tra i residenti di alcune strutture durante la prima ondata della primavera 2020". Problematiche oggetto di numerosi atti parlamentari "scontratisi con un muro di gomma governativo. Il comportamento dei partiti di governo non è stato da meno". Bloccare l’istituzione di una Cpi "era un atteggiamento inaccettabile nel 2020 e lo è ancora di più oggi dopo che, grazie al dibattimento penale, la cortina di nebbia si è un poco diradata". Questo sebbene non sia escluso un processo in Appello.
Ma cosa andrebbe esattamente verificato da un’eventuale Cpi? L’Mps ricorda che "solo in una decina di case anziani su 68 la pandemia fece razzia nella prima ondata. Qui i decessi furono, tra marzo e aprile, ben 146 su 965 residenti, pari al 15%. Nelle altre il tasso dei decessi fu del 5%, tre volte meno. Queste differenze sono la conseguenza di atti e organizzazioni differenti? Una risposta precisa potrà essere data dai lavori di una Cpi, ma è evidente che il medico cantonale e le direzioni delle case anziani hanno avuto delle chiare responsabilità sottovalutando o non comprendendo i rischi cui stavano sottoponendo i residenti".
Molte, ricordiamo, le inosservanze emerse a Sementina nei confronti delle direttive (in tal caso con colpa penale) e raccomandazioni (senza conseguenze penali, ha stabilito la Pretura) emanate dal medico cantonale in materia di distanziamento, attività socializzanti e terapeutiche, utilizzo di personale con sintomi o positivo, esecuzione di test, separazione dei piani Covid da quelli non-Covid, entrata di operai estranei alla struttura. Ce n’è anche per il medico cantonale: "Come emerso dal processo, è intervenuto con ritardo e con atti che in parte non erano precisi né vincolanti. Una negligenza che ha permesso ai dirigenti di Sementina di schivare alcune imputazioni".
Vi sono però anche comportamenti virtuosi, attribuiti per esempio alla dirigenza delle strutture di Lugano secondo cui "le possibili precauzioni di carattere sanitario sono state applicate rigorosamente anticipando e/o rafforzando le indicazioni fornite delle autorità cantonali. I collaboratori con sintomatologie anche lievi sono stati allontanati dalle strutture nell’attesa dell’esito del test. I medici, sempre coordinati dalla direzione sanitaria, somministrano regolarmente lo striscio ai residenti in presenza di sintomi". Queste strutture, che ospitano 600 residenti, durante la prima ondata furono confrontate con un solo decesso, annota l’Mps: "Viceversa, chi aveva unicamente rispettato, o persino ignorato, le direttive del medico cantonale ha visto il virus diffondersi prepotentemente e decimare i residenti". Vengono citati gli esempi appunto di Sementina (22 decessi su 80 ospiti), Claro (15 su 80), Casa Greina a Bellinzona (11 su 59) e Bianca Maria di Cadro i cui vertici smentiscono però che i decessi siano stati nella prima ondata 19 su 52, come sostiene l’Mps. Secondo cui va pure indagata la decisione delle case anziani – anche qui seguendo le indicazioni fornite dal medico cantonale tramite l’Associazione dei direttori di case anziani (Adicasi) – di non ospedalizzare chi era gravemente colpito dal Covid.