La organizzano le sezioni de ‘il Centro’ di Bellinzona e Locarno col presidente della Cit locarnese Paolo Caroni e il pianificatore Pierino Borella
Mancano, se va bene, ancora vent’anni alla sua realizzazione, ma è adesso che se ne decidono le sorti. Parliamo del collegamento veloce fra A2 e A13 – problema politico irrisolto da mezzo secolo – per allacciare il Locarnese all’autostrada. Tema tecnico e di competenza delle autorità federali, cantonali e regionali, ma che le sezioni de ‘il Centro’ di Bellinzona e Locarno ritengono opportuno estendere alla popolazione con una serata pubblica in agenda mercoledì 18 gennaio, ore 20.15, al Centro Ciossetto di Sementina. Relatori Paolo Caroni e Pierino Borella. Il primo, già Municipale di Locarno, è oggi granconsigliere e candidato al Consiglio di Stato, nonché presidente della Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese, l’autorità regionale che ha coordinato col Cantone prima, e con la Confederazione adesso, lo sviluppo del progetto. Il secondo è urbanista, attivo da decenni nella pianificazione territoriale a vari livelli partecipando anche al Gruppo governativo di riflessione per il progetto Ticino di AlpTransit. Modera il giornalista de ‘laRegione’ Marino Molinaro.
Il Locarnese è l’ultima area urbana svizzera non allacciata alla rete autostradale nazionale. Il progetto fino al 2020 è stato gestito dal Dipartimento del territorio (preventivo circa 1,6 miliardi di franchi), poi è passato all’Ufficio federale delle strade (Ustra) che lo ha aggiornato (circa 2 miliardi). Confermata la galleria in montagna da Quartino verso est (con svincolo completo sotterraneo e non più parzialmente in superficie) ma eliminato lo svincolo previsto a Sant’Antonino, facendo così proseguire il tunnel dapprima fino a intercettare l’A2 in zona Paiardi dove si realizza uno svincolo sotterraneo da e per Lugano, e poi fino alla zona Vigana di Camorino dove s’innesta nell’A2 poco prima dello svincolo di Camorino; qui si prosegue il viaggio verso nord, oppure verso Giubiasco, oppure si raggiunge l’area commerciale e produttiva di Sant’Antonino e Cadenazzo, tuttavia non più lungo l’attuale ‘tirata’ destinata a scendere da quattro a due corsie e a diventare una strada di paese, bensì lungo un ‘corridoio’ diretto che scorre a fianco della ferrovia. Quanto a Quartino, il nuovo viadotto unico sul fiume Ticino da realizzare alcune decine di metri a est dell’attuale, dovrà avere il minor impatto ambientale possibile per tutelare la zona palustre e possibilmente diventare nuovo nido della colonia di pipistrelli presente oggi sotto il ponte che andrà smantellato.
"Se concordiamo sul fatto che la mobilità è uno dei fattori di qualità di un sistema e che anche in futuro una parte di questa sarà assicurata, a fianco del trasporto pubblico, dal trasporto individuale che diventerà, grazie alla sua elettrificazione, sempre meno impattante, crediamo che questa progetto sia strategico e vada discusso con la popolazione e non solo dai tecnici", scrive il Centro lanciando la serata informativa, che vuol essere anche un dibattuto pubblico inserito nella campagna elettorale.