Inizieranno a essere proposte visite guidate agli impianti. Per il futuro si studierà addirittura la possibilità di svolgere attività sull’acqua
Dighe e bacini entrano nei radar dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino (Otr-Bat). In collaborazione con i proprietari – Azienda elettrica ticinese e Officine idroelettriche di Blenio –, da qualche mese l’Otr-Bat, sotto la supervisione del responsabile Ruppi Felder, sta infatti sviluppando un progetto che prevede l’utilizzo in ottica didattica e di svago delle infrastrutture dei laghi Lucendro, Sella (entrambi ubicati sul massiccio del San Gottardo) e Luzzone (alta Valle di Blenio). Si stima che dal prossimo mese di maggio potranno iniziare a svolgersi visite guidate per permettere agli interessati di conoscere e approfondire il funzionamento degli impianti dal punto di vista della produzione di energia. «Lo potremmo chiamare una forma di turismo industriale che tocca un tema di grande attualità, molto interessante anche per il pubblico locale e per le scuole», dice il direttore dell’Otr-Bat, Juri Clericetti, reduce da una serata a Sedrun in cui l’iniziativa è stata premiata fra le tre migliori sviluppate dal progetto chiamato ‘Incubatore turistico del San Gottardo’, una sorta di concorso di idee promosso nell’ambito del più ampio ‘Programma San Gottardo’ (www.gottardo.ch) al quale aderiscono Uri, Ticino, Vallese e Grigioni. Grazie al riconoscimento l’Otr-Bat ha ricevuto un contributo finanziario che sarà utilizzato per promuovere e mettere in rete l’offerta. Presenti a Sedrun anche Pietro Jolli di Aet e Luca Bianchetti per conto delle Ofible.
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La diga del Luzzone
Ma i piani non si fermano alle visite guidate, che si prevede di estendere anche alle pale del Parco eolico del San Gottardo e ad altre dighe della regione. L’obiettivo finale, più a lungo termine, sarebbe infatti di arrivare a proporre e intensificare le attività sfruttando le mura delle dighe – ciò che in parte viene già proposto – con arrampicate, proiezioni, giochi di luce, animazioni. «Ma soprattutto, e questa sarebbe una novità assoluta, si studierà la fattibilità di svolgere attività sull’acqua», rivela Clericetti, il quale cita ad esempio stand up paddle e cable wakeboard (sci nautico con l’ausilio di un cavo aereo azionato da un motore elettrico). «È difficile dire cosa si potrà riuscire a fare, visto che a livello di sicurezza i bacini delle dighe rappresentano un tabù. Ma siamo davvero sicuri che sia così? Crediamo che ci voglia coraggio e che valga la pena approfondire questa possibilità. Potrebbe essere la marcia in più per rendere ancora più attrattiva la nostra destinazione turistica. Ripeto: non lo faremo domani, e magari non lo faremo mai. Ma vale la pena analizzare se ci sia il modo di poter entrare in acqua».
Premiato a Sedrun anche un altro progetto ticinese, il GlampinGotthard promosso da Stefano Bergamaschi e Marco Steiger dell’azienda BikePort di Bellinzona, i quali vogliono che i ciclisti sperimentino un’opzione di pernottamento mobile unica nel suo genere, lontano dai centri abitati, gustando specialità locali e pernottando sotto le stelle.