Bellinzonese

Rustici fuori dal Puc-Peip, quando a pesare è la seggiovia

Dal Tf le prime sentenze contrarie ai ricorsi sulle esclusioni decise dal Tram. Particolare il caso degli impianti del Nara ad Acquarossa

La seggiovia del Nara
(Ti-Press)
12 gennaio 2023
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In Ticino vi sono oltre 10mila rustici inseriti nel perimetro del Puc-Peip, il ‘Piano di utilizzazione cantonale dei paesaggi con edifici e impianti protetti’ che misura circa 600 km quadrati; e molti altri che vi rimangono esclusi. Una bella differenza per gli edifici rurali situati fuori zona edificabile e per i quali il diritto svizzero impedisce la ristrutturazione a fini abitativi. Perché i primi – beneficiando dell’integrazione nel Puc-Peip che rappresenta una deroga al divieto in virtù del pregio paesaggistico e architettonico – possono essere convertiti in residenze secondarie abitabili grazie a interventi strutturali conservativi e rispettosi delle norme locali; i secondi invece no. E per un discreto numero di esclusi dal Puc-Peip, in questi giorni stanno risultando vani i ricorsi interposti dai loro proprietari alla massima corte giudiziaria elvetica. Il Tribunale federale (Tf) sta infatti emettendo decisioni che respingono le critiche sollevate da proprietari contrariati dal fatto che nel 2021 il Tribunale amministrativo cantonale (Tram) abbia parzialmente accolto i ricorsi interposti nel 2010 dall’Ufficio federale per la pianificazione territoriale (Are) contro un’applicazione cantonale troppo blanda, decisa nello stesso anno dal Gran Consiglio, dei criteri voluti dalla Confederazione per selezionare gli edifici situati fuori zona meritevoli di rientrare nel Puc-Peip. In particolare l’Are riteneva lacunoso l’inventario allestito sugli abusi edilizi e criticava la decisione cantonale di ufficializzare gli inventari comunali relativi alla presenza di rustici fuori zona (inventari nati come strumento conoscitivo e in quel momento non ancora approvati o adottati per tutti i Comuni), ciò che avrebbe esteso gli effetti del Puc-Peip a un elevato numero di rustici censiti come meritevoli di conservazione, ossia oltre 11’500.

‘Presenza problematica’

Scopo del Puc-Peip – rammenta oggi il Tf respingendo tre ricorsi interposti dai proprietari di rustici presenti nei Comuni di Acquarossa, Blenio e Dalpe – è "assicurare la gestione e la protezione del territorio fuori delle zone edificabili, permettendo di mantenere e valorizzare edifici e impianti degni di protezione laddove essi costituiscono una componente essenziale del paesaggio tradizionale locale". Tuttavia l’appartenenza di un edificio a un paesaggio delimitato dal Puc-Peip "non implica direttamente la possibilità di cambiarne la destinazione, ma soltanto che l’edificio è, eccezionalmente, potenzialmente trasformabile". Una citazione particolare la merita, per quanto riguarda Acquarossa, la presenza degli impianti di risalita della stazione montana del Nara in zone dove pure sorgono diversi rustici. Il Tf evidenzia che il Tram ha ritenuto "problematica la presenza della stazione di partenza della seggiovia, che predomina per le sue caratteristiche sul comparto agricolo in questione, con il quale non è possibile individuare una cesura paesaggistica o comunque un chiaro limite di zona". Sempre il Tram, prosegue il Tf, "ha ritenuto che l’impatto del complesso di queste infrastrutture, a differenza per esempio di un traliccio dell’alta tensione o di un’antenna per la telefonia mobile, è marcante per il paesaggio. Ne ha concluso che, in definitiva, non c’è una qualificante presenza di edifici d’origine rurale caratterizzanti il paesaggio". Ma questo anche per altri motivi.

‘Affermazioni generiche’

Vano in definitiva il tentativo del proprietario di sottolineare che il suo rustico è situato in una zona nella quale la qualità del paesaggio sarebbe data anche dalle ampie superfici prative, idonee a sfalcio e pascolo. Gli edifici rurali che la caratterizzano la renderebbero, a suo dire, un’unità degna di protezione, mentre gli altri due edifici e la stazione di partenza della seggiovia – da lui considerati elementi marginali rispetto alla forza dell’intero paesaggio – non sarebbero ubicati così vicino al suo fondo, che formerebbe un’unità degna di protezione. A suo dire insomma il Tram avrebbe posto l’accento in maniera troppo rigorosa sulle altre costruzioni, sfociando così nell’arbitrio. Inoltre tralasciando di conferire maggiore importanza alle peculiarità del territorio da preservare, avrebbe leso il principio di proporzionalità. Ma il Tf non ci sta: "Con queste generiche affermazioni, non indicando neppure una distanza, egli non dimostra del tutto che, su questo punto decisivo, il Tram avrebbe accertato in maniera insostenibile e arbitraria i fatti, determinanti per il giudizio". Per motivare l’arbitrio, infatti, "non basta criticare la decisione impugnata contrapponendole una versione propria, ma occorre dimostrare per quale motivo l’accertamento dei fatti o la valutazione delle prove sono insostenibili, sono in contrasto con la fattispecie, si fondano su una svista o contraddicono il sentimento della giustizia e dell’equità".