Bellinzonese

Figli e nipoti filmati e toccati: quattro anni di carcere

La Corte non fa sconti all’uomo sulla settantina colpevole di più reati della sfera sessuale e privata: ‘Ha distrutto la sua famiglia’

11 gennaio 2023
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Quattro anni di carcere e l’espulsione dalla Svizzera per cinque. Questa la condanna inflitta poco fa dalla Corte delle assise criminali sul conto dell’uomo sulla settantina colpevole di più reati della sfera sessuale e privata: «Un egoismo primitivo che non trova aggettivi qualificativi», ha detto il giudice Mauro Ermani durante la lettura del verdetto, giudicando estremamente gravi i fatti di cui si è macchiato l’uomo, commessi tra le mura di casa ai danni dei figli e della nipote. L’imputato ha ripetutamente filmato i figli (si parla di un centinaio di occasioni) nella loro intimità approfittando di una microcamera installata in bagno; con il suo telefonino ha ripreso e palpeggiato una delle figlie mentre dormiva; ha ripetutamente coinvolto la nipote di quattro anni in quelli che lui le diceva essere giochi, che in realtà erano a sfondo sessuale. «L’imputato non è credibile, e la bambina non può essersi inventata di aver subito più abusi, che hanno messo a rischio una crescita sana e armoniosa», ha detto Ermani sconfessando la tesi dell’uomo secondo il quale avrebbe approfittato della nipote soltanto in un’occasione.

L’unica attenuante nella commisurazione della pena (ieri il procuratore pubblico Moreno Capella ha chiesto 4 anni e due mesi mentre l’avvocato difensore Fabiola Malnati si è battuta per una sensibile riduzione della pena) e l’età avanzata dell’uomo. Di certo non la sua assunzione di colpa, ha proseguito il giudice, ritenuto che secondo la Corte le sue ammissioni sono state solo la conseguenza degli accertamenti degli inquirenti, in particolare i filmati e le fotografie prodotti dall’imputato con il suo cellulare ritraenti i figli in varie situazioni di intimità.

‘Non ha nemmeno letto la perizia’

Sul conto del cittadino italiano è stato negato anche il riconoscimento del caso di rigore in merito all’espulsione. «È vero che è in Svizzera da tanti anni, ma ha violato l’ordine pubblico distruggendo la sua famiglia, e oggi non ha più nessun legame con il territorio. Certo, lui si dice pentito, ma non ha dato prova della volontà di elaborare quanto commesso». Tant’è che non ha voluto nemmeno leggere la perizia psichiatrica che conferma il suo disturbo di tipo voyeuristico, che tuttavia non mitiga la sua imputabilità per i fatti per i quali è stato condannato oggi. L’espulsione va anche quindi a tutela del rischio di recidiva.

In carcere da più di un anno e mezzo in regime di espiazione anticipata della pena, l’uomo è stato condannato per i reati di violazione della sfera segreta o privata mediante apparecchi di presa d’immagini, atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, pornografia (l’inchiesta è partita proprio dai sospetti della Polizia federale di fronte all’ingente materiale scaricato sul suo computer) e atti sessuali con fanciulli.

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