Bellinzonese

Imposte a Bellinzona: Lega e Udc chiedono di ridurle al 91%

‘Una barca che fa acqua ancora prima del varo’: criticate la ‘mancata revisione della spesa’ e un’azione comunale che ‘marcia sul posto’

Brenno Martignoni Polti
(Ti-Press)
15 dicembre 2022
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"Una barca che fa già acqua ancora prima del varo". Un "marciare sul posto dell’azione comunale che non può essere condiviso". Quindi nota "insufficiente", o meglio "senza infamia e senza lode". Nemmeno il gruppo Lega/Udc in Consiglio comunale a Bellinzona, per firma dei due rappresentanti nella Commissione della gestione Brenno Martignoni Polti (relatore) e Sacha Gobbi, lesinano critiche al Municipio su come ha allestito il Preventivo 2023 che mostra un disavanzo di 5,4 milioni. Dopo la maggioranza commissionale Plr, Sinistra e Centro che invita comunque ad approvare i conti nonostante la reprimenda rivolta all’Esecutivo, dopo la minoranza Verdi/Mps/Fa che invita a bocciarli, la Destra sostiene che la perdita avrebbe potuto essere sin d’ora azzerata se solo il Municipio avesse avviato un concreto lavoro di revisione e riduzione della spesa. Perciò, considerando anche che di anno in anno i preventivi in rosso si tramutano regolarmente in consuntivi positivi grazie a più fattori e specialmente all’incasso delle sopravvenienze d’imposta, Lega e Udc invitano il Legislativo, riunito lunedì prossimo, a ridurre il moltiplicatore d’imposta dal 93 al 91% "mostrandosi sensibile alla congiuntura e alle condizioni di ristrettezze della popolazione". Un sì ai conti dunque espresso a denti stretti, con l’avvertimento che se entro un anno l’atteggiamento non cambierà, sarà proposta la bocciatura del P24.

‘Municipio attendista’

L’atteggiamento del Municipio viene definito "attendista e privo di un benché minimo intendimento proattivo di controllo". L’Esecutivo "avrebbe dovuto implementare misure dirette a prevenire la situazione contingente e le tendenze, connesse a problemi futuri, in modo da pianificare anticipatamente le azioni opportune". Un approccio, il suo, "per nulla confacente alla costante e crescente emergenza finanziaria". Di anno in anno "vani i chiari appelli del Cc al contenimento della spesa, che va pericolosamente lievitando". Una gestione della cosa pubblica "che non può essere assolutamente condivisa". Soprattutto "non deve trovare appoggio un’impostazione che non si pone minimamente a confronto con un’attitudine incontrollata a generare crescite esponenziali di costi, senza che essi vengano controbilanciati da commisurati introiti". Municipio che "non ha intenzionalmente passato a severo vaglio processi che richiederebbero radiografie oggettive per operare scelte di campo innovative" ritenute necessarie "per una razionalizzazione a tutto tondo, per allineare bisogni dei cittadini a risposte tangibili e sostenibili dalla capacità finanziaria comunale". Nessuna volontà di riforma, insomma, dicastero per dicastero. In particolare l’idea del monitoraggio "è completamente assente". Chiesto quindi un cambio di registro per "arrivare al pareggio dei conti senza se e senza ma".

‘Blocchi prefabbricati’

Riguardo ai singoli dicasteri e ambiti amministrativi e lavorativi organizzati dopo l’aggregazione, "l’impressione è che si continui a portare avanti dei blocchi prefabbricati, derivanti dai precedenti Comuni, senza amalgamarli in un discorso di omogeneità e di razionalizzazione". Assente la volontà di implementare riforme e inedite strategie: "È proprio in evenienze straordinarie, come quelle legate a un’aggregazione, ancora tutta da consolidare, che l’Ente pubblico dovrebbe profilarsi, fino all’adozione di misure impopolari, ma imprescindibili a un funzionamento rispettoso verso i cittadini". Detto altrimenti, "rivolgendosi ai loro bisogni ed essendo di sostegno piuttosto che aggravare le economie domestiche con ulteriori oneri, il Municipio potrebbe rafforzare un’idea di appartenenza che oggi è completamente assente". Neppure si vedono i risultati, prosegue il rapporto, della promozione economica e del marketing territoriale.