Il dibattimento a carico dei tre imputati, fissato dal 23 al 25 novembre, si svolgerà per motivi di spazio al Tribunale penale federale
Non nella sede operativa della Pretura penale attiva nel Business Center in via dei Gaggini ma, sempre a Bellinzona, nel più capiente Tribunale penale federale situato in viale Franscini. Questo il luogo nel quale sarà celebrato settimana prossima, da mercoledì 23 a venerdì 25 novembre, il processo a carico dei vertici della casa anziani di Sementina che devono rispondere penalmente di ‘ripetuta contravvenzione alla Legge federale sulla lotta contro le malattie trasmissibili dell’essere umano’. Secondo il procuratore generale Andrea Pagani e la pp Pamela Pedretti, titolari dell’inchiesta, il direttore del Settore anziani comunali, la dottoressa direttrice sanitaria delle strutture residenziali e l’allora capocure del ricovero di Sementina, durante la prima ondata (tra marzo e aprile 2020) avrebbero violato alcune direttive concernenti la corretta gestione della struttura, del personale, degli ospiti e delle attività interne nel momento in cui bisognava fare il possibile per evitare che la pandemia da Covid entrasse nella struttura e si diffondesse fra il personale e l’ottantina di ospiti. Pesante il bilancio finale, con 22 anziani risultati positivi in pochi giorni/settimane al momento del decesso. Vane le cure prestate loro.
Le accuse sono contenute in tre distinti Decreti cui il terzetto si è opposto accettando così di sottoporsi a un processo in Pretura penale, durante il quale ribadirà la propria innocenza. Ad assisterli ci saranno gli avvocati Luigi Mattei, Edy Salmina e Mario Postizzi. I due procuratori, ricordiamo, hanno basato la loro tesi accusatoria – consolidata con verifiche incrociate e interrogatori – facendo capo a due rapporti allestiti dall’Ufficio del medico cantonale che in quel periodo e nei mesi successivi ha verificato la presenza di parecchie manchevolezze nella gestione del personale, degli ospiti e delle attività comuni organizzate nell’istituto nonostante l’ordine superiore, valido per tutte le strutture analoghe in Ticino, di mantenere le distanze di sicurezza, se necessario isolando gli anziani in camera. Cosa non fatta in molte occasioni, sempre stando al Servizio d’ispezione del medico cantonale. Al termine dell’inchiesta, ricordiamo, non è invece stata contestata l’accusa inizialmente prevista di omicidio colposo.