Bellinzonese

Stalvedro, ex direttore di nuovo a processo

Condannato nel 2021 a 2 anni e 6 mesi per aver sottratto un milione di franchi dalla cassaforte dell’area di servizio, tornerà in aula davanti alla Carp

La vecchia area di servizio
(Ti-Press)
27 ottobre 2022
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A poco meno di un anno dalla sentenza del Tribunale penale cantonale, tornerà in aula l’ex direttore della Gestione Stalvedro Sa, condannato in prima istanza a due anni e sei mesi di carcere, di cui sei mesi da espiare e il periodo rimanente sospeso con la condizionale. Il 3 dicembre 2021 la Corte delle Assise criminali di Leventina lo ha riconosciuto colpevole dei reati di ripetuta amministrazione infedele aggravata, ripetuta falsità in documenti, ripetuto danneggiamento di dati e riciclaggio di denaro. L’uomo, aveva stabilito la Corte, ha sottratto alla società che gestiva l’area di servizio poco più di un milione di franchi nell’arco di 10 anni. Denaro prelevato dalla cassaforte di bar e ristorante: almeno 350 gli episodi accertati. L’ex dirigente – reo confesso e che aveva restituito alla Sa circa metà dell’importo – attingeva regolarmente dai guadagni generati dal negozio e dal ristorante. Ogni volta provvedeva a modificare i fogli excel riferiti ai rapporti di cassa, ritoccando le cifre e cancellando le tracce del denaro prelevato. Denaro che il 73enne utilizzava in particolare per sostenere i costi del suo alto tenore di vita, rispettivamente per eseguire ripetuti bonifici bancari indirizzati a una donna in Romania che l’uomo aveva conosciuto in un locale notturno ticinese. In prima istanza la Corte ha giudicato grave la colpa dell’imputato: oltre all’importante cifra sottratta, ha agito reiteratamente, con spregiudicatezza e per puro scopo di lucro. Disponeva inoltre di sufficienti risorse economiche per evitare di delinquere. Patrocinato dall’avvocato Davide Ceroni, il 73enne ha impugnato il verdetto pronunciato in prima istanza dal giudice Amos Pagnamenta e il prossimo 16 novembre comparirà per un secondo processo di fronte alla Corte di appello e di revisione penale di Locarno presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will. In prima istanza l’avvocato Ceroni si era battuto per una pena detentiva non superiore ai due anni e interamente sospesa. Dal canto suo il procuratore pubblico Claudio Luraschi aveva chiesto una pena detentiva di 2 anni e 9 mesi, senza opporsi a un periodo di prova con la condizionale.

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