Le esortazioni dell’ex sindaco Donadini, mense scolastiche, parchi giochi e una sede per le società: sono alcuni temi dell’incontro col Municipio turrito
A distanza di tre anni il Municipio di Bellinzona è tornato a Camorino per incontrare la popolazione (una cinquantina i presenti) nell’ambito delle serate pubbliche organizzate in tutti i tredici quartieri della Città. Non sono mancate richieste, suggestioni e pure qualche critica all’indirizzo dell’esecutivo.
Ha rotto il ghiaccio la sollecitazione per disporre nell’ex Comune oggi popolato da 2’833 abitanti di una sede a disposizione delle varie società e associazioni, con una sala riunioni e locali per depositare materiale. Un desiderio legittimo e noto a Palazzo civico, ha risposto il sindaco Mario Branda, che necessita però di riflessioni supplementari. Il consigliere comunale e presidente del locale Patriziato, Pietro Ghisletta, ha parlato di un’esigenza concreta: «È davvero l’opera che manca, permetterebbe di allacciare tutte le società», ha detto auspicando qualcosa di concreto. Ghisletta ha poi ringraziato il Municipio per il sostegno alla ristrutturazione, quasi giunta a termine, della capanna Cremorasco di proprietà del Patriziato.
Un genitore è tornato sulla questione, oggetto di una recente interpellanza bis dell’Mps, riguardante i costi per iscrivere i figli alle mense scolastiche di Giubiasco, Pianezzo e Camorino gestite dall’Associazione ‘Art’è bambini’. «Abbiamo subito un rincaro tremendo», è stato detto, puntando il dito in particolare contro l’obbligo di versare una tassa annua di cento franchi con la quale i genitori diventano membri dell’associazione stessa anche se non intendono diventarlo, e la fatturazione dei pranzi anche in caso di uscite scolastiche. Riallacciandosi alle risposte all’interpellanza fornite durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, Renato Bison ha affermato che «il problema è noto e ce ne stiamo occupando», ricordando tuttavia che i servizi extrascolastici si differenziano da quelli comunali perché non sono regolati da ordinanze o regolamenti pubblici, ma disciplinati da norme private assoggettate al controllo cantonale (ciò che può imporre la Città è unicamente il prezzo del pasto). Uffici cantonali che recentemente sollecitati, ha aggiunto il capodicastero Educazione, cultura, giovani e famiglia, hanno risposto «che tutto è in regola. Abbiamo però l’obbligo di vigilare, e stiamo verificando nel dettaglio perché effettivamente la situazione non è così chiara».
Più persone hanno poi chiesto delucidazioni sul parco giochi Morobbia. Come risposto negli scorsi mesi a un’interpellanza della consigliera comunale Anita Banfi, essendo il parco ubicato attualmente al di fuori dalla zona edificabile, per il suo rinnovo bisognerà attendere la revisione generale del Piano regolatore che prevede l’inserimento del fondo in zona Ap (attrezzature pubbliche). Stessa situazione, è stato detto, per il parco del ceppo. Proprio sul Pr il vicesindaco e capodicastero Territorio e mobilità, Simone Gianini, ha fornito un aggiornamento: «Abbiamo notizia che l’approvazione da parte del Consiglio di Stato del Piano regolatore di Camorino, rivisto in maniera generale dall’ex Comune prima dell’aggregazione, è imminente e dovrebbe arrivare nelle prossime settimane. Poi ovviamente la tempistica per la crescita in giudicato dipenderà da eventuali ricorsi». «Il rifacimento del parco giochi Morobbia è già previsto nel Piano delle opere con un credito di 150mila franchi, ma potremo portare avanti il progetto solamente quando sarà approvato il nuovo Pr», ha aggiunto Giorgio Soldini, capodicastero Anziani e ambiente.
In fondo alla sala si è poi alzato Carlo Donadini, presente insieme ai vecchi colleghi di Municipio. Durante un intervento piuttosto critico, l’ex sindaco ha esortato l’attuale esecutivo a portare avanti i progetti che ancora aspettano di essere realizzati, come ad esempio la riqualifica del comparto Capeleta, il rinnovo dei parchi citati, la sistemazione delle strade collinari. «Cercate di tenere presente qual era la volontà politica di questo benedetto Comune, che comunque non era secondo a nessuno – ha detto l’ex sindaco –. Perché Camorino vi ha consegnato il palazzo scolastico, gli spogliatoi nuovi, un asilo completamente rinnovato, l’acquedotto e 4 milioni di capitale proprio. A mio modo di vedere, va bene che vi concentriate sui grandi progetti delle Officine e del Polo biomedico, ma ci sono anche queste piccole realtà che aspettano di veder realizzato qualcosa». «È vero: Camorino ha portato molto, ma allo stesso tempo può beneficiare di altri servizi, infrastrutture e impianti portati dall’aggregazione – ha replicato il sindaco Branda, sostenendo a ogni modo che l’attuale quartiere non è stato trascurato a partire dall’aggregazione del 2017. D’accordo con Donadini circa le lungaggini dell’iter per l’approvazione del Piano regolatore, una volta approvato Simone Gianini ha assicurato che è volontà del Municipio quella di iniziare la fase progettuale concreta e poi di realizzazione per quanto riguarda il comparto Capeleta, identificato nel Piano d’azione comunale (Pac) della Città come uno dei poli di crescita urbana a destinazione mista (abitativa, lavorativa, produttiva e di svago). Il Pac indica la tempistica 2021-2027 per la fase progettuale e il periodo 2027-2031 per quella esecutiva.
Altri temi emersi durante la serata riguardano la disponibilità di un gruppo di mamme a riattivare il Pedibus, la disponibilità dell’Associazione Fortini della fame per spegnere l’illuminazione in questo periodo di crisi energetica, la richiesta di interventi sul manto stradale in alcune zone puntuali e l’invito a una maggiore educazione per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti. Branda ha infine ringraziato il comitato dell’Associazione di quartiere, fondata nel 2019 (tra le prime) e che oggi conta quasi 350 soci, segno per il sindaco che ben è riuscita a radicarsi con gli abitanti.