Bellinzona: accolta la clausola d’urgenza e bocciato l’emendamento che chiedeva di riattivare le vecchie scuole di Molinazzo e Daro
Un credito di 2,45 milioni è stato concesso questa sera dal Consiglio comunale di Bellinzona, con clausola d’urgenza, per il potenziamento dei moduli prefabbricati scolastici allestiti in città dietro la palestra della Federale. Moduli che dal prossimo settembre ospiteranno sia gli allievi delle Scuole Nord che per la durata di tre anni saranno sottoposte a un’importante ristrutturazione, sia – questa la novità – due sezioni di scuola dell’infanzia e quattro di elementare per gli allievi del vicino quartiere Gerretta per la durata di 5-7 anni. Ossia fintanto che non sarà realizzato un nuovo polo scolastico definitivo previsto sui terreni dell’ex Magazzino dello Stato in via Vallone. Questo per soddisfare le esigenze di spazi scolastici di un quartiere in forte espansione. Una situazione che ha indotto la Commissione edilizia, nel proprio rapporto positivo al credito, a rimarcare l’esistenza di errori strategici commessi in passato quando il Dicastero opere pubbliche, e con esso l’intero Esecutivo, non hanno ravvisato la necessità di potenziare per tempo la logistica riservata ad allievi e docenti.
Mentre la relatrice della Commissione edilizia Michela Pini (Plr) ha difeso la posizione commissionale e del Municipio, in apertura di dibattito Ronald David (Vedi/Ms/Fa) ha criticato la clausola d’urgenza e ha chiesto la non entrata in materia sollecitando il Municipio a presentare un disegno organico dell’edilizia scolastica sul medio e lungo termine. Critiche non sono mancate anche da Lega/Udc (Sacha Gobbi e Alessandro Minotti), specie sul fatto che manchino dettagli sul progetto di aule prefabbricate. Brenno Martignoni (Udc) ha parlato di «urgenza avvelenata da un male oscuro, il Dop. Mentre qui si vuole far ricadere la responsabilità su di noi, qualora non votassimo il credito lasciando i bambini senza un tetto. Un’urgenza di maglia larga, visto che già nel 2012, quando ero sindaco, si parlava di carenza di aule alla Gerretta». Dalla Sinistra (Michela Luraschi) è invece giunta la difesa al progetto provvisorio, invitando a non considerarlo un cerotto ma una soluzione transitoria in vista del vero centro scolastico. Il Centro (Gabriele Pedroni) ha rimarcato «il tempo perso negli ultimi cinque anni, dopo che riflessioni in materia erano già state fatte senza che siano giunte da nessuna parte». Il municipale Henrik Bang (Dicastero opere pubbliche) ha ribadito che la critica situazione internazionale ha dilatato i tempi di fornitura del materiale, da qui la clausola d’urgenza per poter arrivare pronti al 1° settembre 2023. Matteo Pronzini (Mps) ha sposato la tesi di Martignoni: «Chiedete la clausola d’urgenza perché non avete fatto i compiti!».
Pronzini che ha invano difeso il proprio emendamento (10 i voti raccolti) volto a riattivare la sedi nel frattempo chiuse di Molinazzo (da sistemare) e Daro, anziché comprare i prefabbricati. Bang ha ricordato che nel 2013 la sede di Molinazzo era stata sistemata provvisoriamente ed è poi stata tollerata dal Cantone fino al 2020. «Mettere le mani lì richiederebbe un impegno eccessivo», ha sottolineato il collega Renato Bison: «A Daro mancano invece i requisiti di base per l’asilo, come pure la palestra e la mensa». Sempre Bang ha poi ribadito che il Municipio ha avviato la pianificazione della costruzione di un nuovo polo scolastico per la Gerretta: «Questo il vero messaggio politico».