Due escursionisti testimoniano lo stato precario in cui hanno ripetutamente trovato un gregge di ovini vicino in zona diga del Lucendro
Quando si parla di pecore, capre, mucche ferite o moribonde il primo pensiero è quello di credere che il responsabile sia il lupo, figura sempre più presente sui nostri alpeggi e le cui scorribande alla ricerca di greggi da braccare, sono ormai note a tutti. Eppure, nella vicenda che andremo a raccontare, stavolta pare che non ci sia lo zampino del predatore, bensì l’incuria di uno o più allevatori poco presenti nella cura dei loro animali da reddito.
È successo in zona diga del Lucendro, sul massiccio del San Gottardo: per tutto il mese di agosto sono stati segnalati diversi casi di pecore ferite e abbandonate a sé stesse. «Siamo soliti frequentare la zona perché appassionati di montagna e fotografia. Mai ci saremmo aspettati, una volta raggiunto il pascolo, di trovare uno spettacolo del genere: pecore zoppicanti, dall’espressione stanca e con la tosse pesante. Del gregge (ndr: una ventina o forse più capi) diverse mostravano questi segni. Sembravano molto sofferenti», racconta a ‘laRegione’ la coppia di escursionisti che ha dato il primo allarme e inviato le successive segnalazioni. I due hanno subito contattato il veterinario cantonale e la Società protezione animali di Bellinzona (Spab), allegando foto e video degli animali moribondi. Filmati e scatti che anche la nostra redazione ha visionato: spiccano, fra gli altri, alcuni esemplari distesi a terra privi di vita. «Più volte siamo tornati e più volte abbiamo visto gli ovini in questo stato. In un caso abbiamo anche assistito in diretta alla morte di una pecora. Tossiva forte e a malapena si reggeva sulle zampe. L’abbiamo filmata e dopo un quarto d’ora è collassata. Abbiamo provato a soccorrerla ma era già troppo tardi», evidenziano i due escursionisti.
Una situazione che, come detto, si è presentata più volte. Ma le autorità cosa hanno fatto? «Da quello che sappiamo, non molto. Abbiamo inviato più di un’email e ci hanno anche risposto affermando che avrebbero fatto verifiche e che si sarebbero messi in contatto col proprietario del gregge. Eppure gli animali per tutto il mese di agosto, ovvero fino a quando li abbiamo visti noi all’alpeggio, versavano in questo stato. Allora, stufi, abbiamo telefonato direttamente a entrambi gli enti. Hanno detto di essere oberati di lavoro e che non era possibile recarsi sul posto a verificare lo stato degli animali e capire cosa avesse ucciso le pecore. Per alcune attualmente è impossibile constatarlo perché i grifoni le hanno spolpate. Restano solo le ossa».
Da noi interpellato, il presidente della Spab Emanuele Besomi conferma di avere ricevuto la segnalazione inviata dalla coppia: «Ma trattandosi di animali da reddito, purtroppo non possiamo intervenire perché di competenza del veterinario cantonale. Sono le autorità a disporre degli appositi strumenti per rintracciare l’allevatore e stabilire le cause del decesso». Dal canto suo l’Ufficio del veterinario cantonale fa sapere di aver girato il dossier alla Sezione dell’agricoltura, perché "nella zona dove sono state trovate le pecore moribonde è soggetta a uno studio – in mano proprio all’ente agricolo – sui grifoni che volano nei cieli dell’Alto Ticino. Grandi volatili che, secondo alcune teorie, oltre a cibarsi delle carcasse di animali morti, sarebbero anche in grado di spaventare capre e pecore mettendone in pericolo la vita". Ma da noi interpellata la Sezione dell’agricoltura nega in modo categorico il suo coinvolgimento diretto e rispedisce la palla di nuovo nel campo dell’Ufficio del veterinario cantonale.
Da questo valzer di uffici e scrivanie risulta difficile, ad oggi, capire chi si doveva occupare di queste pecore. Però qualche informazione in più riusciamo a carpire qua e là. Ad esempio abbiamo saputo che proprietario e gregge provengono da Oltralpe, proprietario che è stato avvisato e che dietro al caso non ci sarebbero situazioni di maltrattamenti o incuria. Ciò che cozza con le foto e i video ricevuti, i quali mostrerebbero una realtà ben diversa, a cui nessuno ha però voluto rispondere.
Non potendo andare oltre l’operato degli enti cantonali, abbiamo chiesto agli escursionisti se, in base a quanto documentato, possa esserci stato il lupo dietro a questi infortuni, magari avvenuti proprio nel tentativo di sottrarsi alle sue fauci: «Non siamo degli esperti. È possibile che possano essersi fatte male tentando di scappare. Però la tosse sicuramente non è dovuta al lupo, né tanto meno i decessi. Il loro manto era integro e privo di macchie di sangue. Insomma, le pecore sembravano morte a causa di una malattia, abbandonate a sé stesse, più che a causa di fattori esterni». Secondo quando detto dagli escursionisti le pecore erano lasciate incustodite: «L’allevatore non lo abbiamo mai visto qui all’alpe e a badare al gregge non c’erano nemmeno i cani da protezione. Al di là del lupo che è un potenziale pericolo per gli animali, c’è anche il rischio che cadano in un dirupo o che si perdano in montagna. E se non c’è nessuno che le sorveglia che si fa?».