Con responsabilità differenti avrebbero modificato al rialzo la cifra d’affari di alcune società per poi spartirsi il denaro
Un avvocato, tre consulenti assicurativi, un intermediario immobiliare e un proprietario di una ditta del Bellinzonese. Questa l’attività dei sei imputati – due ticinesi e quattro residenti oltre Gottardo – comparsi oggi in un’affollata aula penale di Lugano per rispondere di truffa ripetuta, falsità in documenti e omissione di contabilità. I reati di cui sono accusati sono riferiti alla concessione dei crediti per aziende e società da parte della Confederazione per contrastare le conseguenze economiche legate alla pandemia di coronavirus. Secondo l’accusa promossa dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli, i sei uomini, con responsabilità differenti, hanno messo in atto un truffa per circa 840mila franchi attraverso cinque operazioni effettuate da marzo a giugno del 2020. Per la pubblica accusa, quella guidata dal 60enne legale svizzero tedesco – considerato infatti l’ideatore del piano – era una vera e propria squadra, che suddividendosi i compiti avrebbe cercato e convinto aziende disposte a gonfiare le proprie cifre per ricevere maggiori aiuti economici: se una parte di denaro andava comunque alle aziende, quello rimanente veniva suddiviso in parte concordate tra i complici.
Questa mattina, davanti alla Corte delle assise criminali presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, l’avvocato imputato – il quale si sarebbe occupato di modificare i bilanci delle aziende – ha contestato interamente le accuse dicendosi completamente estraneo ai fatti. I tre imputati svizzero-tedeschi – coloro che avrebbero fatto da intermediari con le società – hanno invece ammesso i fatti così come descritti nell’atto d’accusa e ammesso il proprio ruolo nell’ambito di un’operazione che – hanno detto – sapevano non essere legittima. I tre hanno additato l’avvocato – che nella spartizione del denaro aveva la percentuale più alta, del 30% – come il vero ‘capitano’ della squadra.
Le prime quattro richieste di credito gonfiate andate a buon fine sono avvenute Oltralpe, mentre l’ultima operazione riguardava invece una ditta di pittura ticinese. Il proprietario dell’azienda sarebbe stato convinto dall’imputato ticinese, un 31enne attivo come consulente assicurativo.
Nel corso del pomeriggio proseguiranno gli interrogatori. La parola passerà poi alle parti.