Studenti abbastanza soddisfatti dei moduli allestiti durante l’estate e che saranno utilizzati nei prossimi tre anni
«Mi aspettavo di peggio». È la risposta che abbiamo sentito più spesso da parte di diversi studenti incontrati oggi nelle vicinanze del Liceo di Bellinzona in merito ai moduli prefabbricati bianchi allestiti durante l’estate e costati 10 milioni di franchi. Posizionati a forma di grande quadrilatero, per i prossimi tre anni fungeranno da sede provvisoria visto che il vetusto edificio scolastico, risalente agli anni 70, necessita di una ristrutturazione completa. Dopo un primo giorno nel quale agli 800 allievi (numero stabile rispetto all’anno scorso, cui si aggiunge un centinaio di prof) sono stati solamente mostrati gli spazi della struttura prefabbricata, le prime reazioni sono dunque perlopiù positive: «È bella, in ordine e pulita», ci dice uno studente. «Le aule sono abbastanza grandi, i corridoi sono larghi e spazio ce n’è. Soprattutto non sembra che la struttura ci cada addosso come quella vecchia». Un altro ragazzo: «Se dovessi dare una nota, direi sette su dieci». «Temevo che fosse meno accogliente», ci dice un altro alunno.
Ovviamente non tutto è perfetto, alcuni lavori non sono ancora ultimati (posa tettoie) e dai nostri incontri sono emerse anche delle criticità: «Faceva molto caldo, visto che l’aria condizionata non funzionava», sottolinea un ragazzo. «Non mi è sembrato male, a parte il fatto che per cambiare aula bisogna uscire all’esterno», rileva una studentessa. Un situazione che si prospetta quindi non ideale, in particolare «in caso di brutto tempo». Parlando di condizioni meteorologiche, a preoccupare è anche la stagione fredda: «Attualmente si può anche pranzare fuori, ma d’inverno sarà un problema», precisa un’alunna. Al contrario di altri, alcuni liceali criticano la struttura: «È un po’ triste, tutto è troppo bianco». «Il pavimento trema parecchio quando ci si sposta tutti insieme – aggiunge uno studente – e oltre al fatto di dover uscire all’esterno per cambiare aula, i corridoi secondo me sono un po’ stretti. Comunque in generale la struttura è moderna e vivibile; vedremo nei prossimi giorni come andrà, se con la ripresa delle lezioni riuscirà a contenere tutti». «Sembra una prigione o un ospedale. Ma rispetto a prima è comunque meglio», aggiunge qualcuno d’altro. Insomma, fra reazioni positive e altre meno, praticamente tutti i ragazzi incontrati sono però concordi su una cosa: «Fare lezione è fattibile e sicuramente ci adatteremo».
Interpellato dalla redazione al termine della giornata introduttiva durante la quale i docenti di classe hanno mostrato la struttura ai loro studenti, il direttore Nicola Pinchetti spiega che alcune opere (questioni di dettaglio) saranno ultimate nei prossimi giorni e che molto presto tutte le aule avranno a disposizione la climatizzazione. Quanto al fatto che occorra uscire all’esterno ogni volta che si cambia aula al termine dell’ora-lezione, spiega che le pensiline sono state concepite per garantire un’adeguata protezione dalle intemperie. C’è poi chi ha espresso il timore che non vi sia spazio a sufficienza per poter consumare i pasti all’interno durante l’inverno e col maltempo: «Avendo trasferito e ricollocato qui tutto quanto era a disposizione nel vecchio liceo, non dovrebbero esserci troppi problemi, grazie anche all’allestimento dei due spazi comuni aggiuntivi ricavati al piano superiore», spazi voluti dal Gran Consiglio facendo propria la richiesta studentesca formulata lo scorso autunno tramite una petizione. La struttura, conclude il direttore, necessiterà di una prima fase di rodaggio: «Siamo pronti. L’utilizzo quotidiano a pieno regime ci dirà ora se la soluzione scelta dalla Logistica è all’altezza. In teoria sì».