Bellinzona: interpellanza chiede lumi sulla strategia adottata dai servizti comunali per contenere l’avanzata del temibile fungo Armillaria mellea
Buoni da mangiare i chiodini, sempre che li si sappia cucinare situandosi questo tipo di fungo parassita fra il velenoso e il commestibile. Di sicuro per gli alberi dove cresce, l’Armillaria mellea rappresenta un inquilino ostico provocando una malattia spesso letale chiamata marciume radicale fibroso. A lanciare l’allarme è il consigliere comunale di Bellinzona Claudio Buletti che in un’interpellanza evidenzia quanto sta succedendo nel parco protetto di Villa dei Cedri. Dove in tempi recenti afferma di aver visto morire un giovane cedro dell’Himalaya e un castagno, e deperire un leccio, una magnolia e diversi altri alberi, arbusti e cespugli. Il tutto a causa della "presenza diffusa e importante di Armillaria mellea". Da qui alcune domande volte a sapere quali misure siano state adottate per gestire la situazione ritenuta "fuori controllo". A suo avviso la strategia corretta dovrebbe comportare: primo, rimuovere subito le ceppaie infette che sono state invece lasciate nel terreno in gran numero dopo la morte delle piante; secondo, non piantare altri alberi per almeno cinque anni dove altri sono morti, al contrario di quanto fatto col giovane cedro dell’Himalaya; terzo, monitorare costantemente la situazione sia verificando la salute delle chiome sia tramite mappatura del parco.