Come da prassi, l’Ufficio del Medico cantonale ha predisposto un’indagine ambientale volta a individuare i contatti a rischio
"Una persona dell’Istituto Pediatrico della Svizzera italiana attiva nel Sopraceneri è risultata positiva alla tubercolosi". Lo ha indicato in un comunicato l’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) precisando che, come da prassi, il paziente è stato messo in isolamento. Paziente che, stando a diversi media, lavora nella sede di Bellinzona. L’Ufficio del Medico cantonale ha quindi predisposto un’indagine ambientale, volta a individuare i contatti a rischio. I test di depistaggio sono limitati "ai bambini con età fino a 5 anni e alle persone con una grave immunosoppressione".
Stando alla Lega polmonare svizzera, queste categorie di persone sono infatti anche quelle più spesso colpite dalla malattia, si legge sul suo sito web. I pazienti e le persone coinvolte saranno tutti contattati "per valutare se sarà necessario eseguire analisi specifiche conformemente alle raccomandazioni della Lega polmonare svizzera (analisi generalmente limitate a un prelievo di sangue)", precisa l’Eoc nella nota. In ogni caso "il rischio di contagio è comunque contenuto, anche perché, in considerazione della situazione pandemica Covid e delle misure di protezione a essa correlate, la persona ha sempre indossato una mascherina durante lo svolgimento della propria attività".
La Lega polmonare sul sito precisa che il pericolo di contagio sussiste solo in caso di stretto contatto con le persone affette da tubercolosi contagiosa (la trasmissione avviene per via aerea). Vi sono infatti anche portatori sani del batterio che non rappresentano alcun pericolo. L’Eoc sottolinea poi che "in nessun caso si tratta di un’emergenza sanitaria che impone, ad esempio, l’isolamento di questi pazienti in quanto essi non rappresentano un pericolo per chi sta loro vicino. Solo dopo la valutazione, verranno proposti eventuali trattamenti profilattici". Trattamenti che, secondo la Lega polmonare, consistono nella somministrazione di speciali antibiotici che agiscono solo sui germi patogeni accompagnati da più farmaci per evitare l’insorgenza di una resistenza batterica. In Svizzera la tubercolosi colpisce circa 500 persone all’anno e grazie alle cure (che solitamente durano almeno sei mesi) non è più causa di morte.
Per quanto riguarda i sintomi, nella maggior parte dei casi si riscontrano inizialmente disturbi modesti come tosse, senso di spossatezza o lieve rialzo della febbre. In uno stadio successivo, invece, insorgono anche altri sintomi come perdita di peso, inappetenza.
Per rispondere a eventuali domande da parte delle famiglie dei piccoli pazienti, l’Eoc ha istituito una linea telefonica dedicata, attiva dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12 e dalle 13 alle 17 e che risponde al numero: 091 811 96 00.