Roland David, a capo della Sezione forestale del Cantone, non esclude che possa restare un ricordo della vecchia pista di ghiaccio di Ambrì
Cosa potrà restare esattamente al posto della vecchia Valascia che sarà demolita? Di principio ben poco, ma «il mantenimento di un elemento simbolico che ricordi la pista di ghiaccio non dovrebbe rappresentare un problema». Roland David – a capo della Sezione forestale del Cantone e che ha seguito sin dall’inizio la procedura di delocalizzazione dello stadio – non esclude quindi che ad Ambrì possa rimanere una parte della struttura che funga da simbolo per ricordare e celebrare la storica casa dell’Hcap.
Una richiesta, quest’ultima, proveniente non solo dai tifosi della squadra di hockey, ma anche dalla stessa società sportiva: nella domanda di costruzione per la demolizione della struttura presentata dalla Valascia Immobiliare Sa è infatti previsto che parte dello stadio venga salvato. Tuttavia, come anticipato dal Cdt, un confinante ha fatto opposizione. E la censura, stando a nostre informazioni, sembrerebbe essere rivolta proprio contro questo aspetto. Ora il Comune di Quinto cercherà di capire se è possibile una conciliazione (una procedura prevista dalla legge) fra le parti e in seguito sarà poi il Cantone a decidere se autorizzare il mantenimento di almeno un simbolo della Valascia.
Concretamente nella domanda di costruzione, che abbiamo potuto consultare, si prevede di mantenere alcune delle lame in beton che attualmente sostengono le capriate. Si dovrà poi valutare se mantenere anche alcune parti della capriate stesse o altri elementi simili come ricordo simbolico della pista di ghiaccio. Il progetto prevede anche il mantenimento dell’attuale impianto della Protezione civile 3 Valli che attualmente si trova nello stadio e che resterà interrato. Ma quindi è veramente possibile mantenere qualcosa della vecchia Valascia, come chiesto dalla Gioventù Biancoblu (Gbb) in una petizione – appoggiata anche da Franco Celio, già municipale di Quinto – o come vorrebbe la società? Un minimo margine di manovra sembrerebbe esserci, anche se, in ogni caso, non potranno trovare spazio né gli spalti della Curva Sud, né un parco giochi, né un parcheggio coperto. «La condizione principale posta alla Valascia Immobiliare Sa da Confederazione e Cantone per ottenere i sussidi – di circa 12 milioni di franchi, ndr – per la delocalizzazione, prevede la demolizione dell’attuale struttura», precisa Roland David a ‘laRegione’. Inoltre, «con la delocalizzazione è anche previsto il dezonamento». In altre parole questo significa che la zona diventerà agricola e quindi non più edificabile. Realizzare ad esempio un’area di svago dove organizzare anche eventi non sarà dunque possibile. Tuttavia, «se nella domanda di costruzione per la demolizione è previsto di mantenere una sorta di monumento, verosimilmente ciò dovrebbe essere possibile. Le altre opzioni, invece, sono in contrasto con le condizioni poste per l’ottenimento del contributo di delocalizzazione». Il capo della Sezione forestale tiene a sottolineare che la parte della struttura che eventualmente resterà, dovrà «essere sostenibile a lungo termine: il proprietario del monumento, nel caso, dovrà mantenerlo in buono stato e curarlo. È fondamentale che qualcuno si assuma questo onere».
Ricordiamo che la delocalizzazione della Valascia (la società sportiva ha ‘traslocato’ nella nuova Gottardo Arena posta a lato dell’aeroporto di Ambrì lo scorso settembre) si è resa necessaria, visto che la struttura con una capienza di circa 6’500 posti si trova in una zona con un forte grado di pericolo di valanghe: circa la metà della pista (compresa la Curva Sud) si trova infatti nella cosiddetta zona rossa (area più esposta al pericolo), mentre l’altra metà (quella che si affaccia sulla strada) si trova in zona blu e gialla. Le lame in beton che si prevede di mantenere si trovano in quest’ultima area, meno esposta al pericolo, dove attualmente si trovano le tribune della pista. Tuttavia c’è anche chi un simbolo della vecchia Valascia sembra non volerlo: un confinante ha presentato un’opposizione alla domanda di costruzione. Questo potrebbe allungare un po’ i tempi per la demolizione prevista per metà-fine maggio. Infatti, ora il Comune proverà verosimilmente dapprima a trovare una soluzione che accontenti entrambe le parti. In seguito l’incarto sarà sottoposto al Cantone che deciderà se concedere la licenza edilizia, tenendo anche conto dell’eventuale opposizione, e autorizzare o meno la presenza di un ricordo della storica pista dell’Hcap.