I due Municipi hanno commissionato un’analisi finanziaria per sondare la fattibilità di un’aggregazione più piccola senza Personico e Pollegio
Caduto il progetto Sassi Grossi, bisognerà attendere ancora qualche mese per sapere se in Bassa Leventina partirà l’istanza all’indirizzo del Consiglio di Stato per un’aggregazione più piccola tra Bodio e Giornico, i cui cittadini si sono espressi nettamente a sostegno della fusione lo scorso 13 febbraio. Alla luce dell’ampio sostegno popolare, i due Municipi hanno ora affidato un mandato esterno per approfondire la fattibilità di un’unione a due, in particolare dal punto di vista finanziario. I Comuni si aspettano un rapporto che indichi la forza del futuro ente locale di circa 1’900 abitanti, stilato anche in base all’analisi degli ultimi consuntivi comunali. Entro l’inizio dell’estate, indicano da noi contattati i sindaci di Bodio Stefano Imelli e di Giornico Rosolino Bellotti, si avranno sul tavolo tutte le informazioni necessarie per decidere se dare avvio al processo aggregativo che prevederebbe un nuovo iter. E quindi istanza al governo, commissione di studio, rapporto commissionale (con possibilità di prendere spunto da quello stilato per Sassi Grossi), preavviso di esecutivi e legislativi e nuova votazione consultiva popolare.
L’analisi finanziaria commissionata da Bodio e Giornico è un passo che segue l’appoggio a una fusione più piccola manifestato dalla Sezione degli enti locali in occasione della riunione successiva al voto del 13 febbraio, quando a differenza di Bodio e Giornico (81% e 84% di sì) i cittadini di Personico e Pollegio (65% e 82% di no) hanno affossato il progetto aggregativo per unire i quattro Comuni della Bassa Leventina. «Per quanto riguarda Bodio la finalità aggregativa rimane, senza la quale è difficile andare avanti – dichiara il sindaco Imelli –. Bisogna però chiarire se un nuovo Comune a due, anziché a quattro, ha la forza sufficiente per andare avanti. Quello che non vogliamo è un ente locale finanziariamente debole». Anche il contributo di 5,4 milioni di franchi di aiuti cantonali previsti per Sassi Grossi dovrà essere rivisto. «Attendiamo il rapporto dell’analisi e poi decideremo», taglia corto il sindaco di Giornico Bellotti.
Le tempistiche indicate per decidere se dare avvio al processo aggregativo a due imporrebbero grande celerità per arrivare a eleggere gli organi comunali del nuovo ente locale nell’aprile 2024, come nel resto del Ticino. «Più passa il tempo, più sarà difficile – afferma il capo della Sel Marzio Della Santa –. C’è la concreta possibilità che si vada a votare per la proroga degli attuali organi comunali per qualche mese, fino alla costituzione del nuovo ente locale».
La velocità con cui si muoveranno i due Comuni farà la differenza anche per quanto riguarda il contributo finanziario cantonale previsto per le aggregazioni. La soluzione che la Sel avrebbe preferito era l’inoltro dell’istanza in tempi più brevi. «A partire dal momento in cui saranno presentati i nuovi consuntivi dei due Comuni, saranno questi a far da riferimento e non più i dati su cui si è basato lo studio e quindi anche i contributi per Sassi Grossi. Se la situazione finanziaria dei Comuni migliora, allora i contributi cantonali diminuiranno; se le situazione peggiora, aumenteranno». Sebbene dimezzato rispetto a quello che includeva anche Personico e Pollegio, per il Cantone il progetto Bodio-Giornico è comunque da ritenere valido. «Da una parte c’è un margine di miglioramento per quanto riguarda il funzionamento del nuovo Comune – afferma Della Santa –. Ma quello che agli occhi della Sel risulta particolarmente interessante è la capacita di gestione della zona industriale. Un progetto relativamente complesso, che necessita di un allineamento politico inequivocabile e che sarebbe dunque facilitato da unica entità comunale. Si vorrebbe evitare che eventuali nuove aziende attirate dall’auspicato piano di rilancio del comparto sottostiano a regole e a piani regolatori diversi che potrebbero indurle ad andare altrove».
Come detto il Consiglio di Stato ha licenziato oggi il messaggio con cui chiede al Gran Consiglio di chiudere definitivamente il capitolo Sassi Grossi, non essendo date le condizioni per aggregare in via coatta uno o entrambi i Comuni contrari.
Spostandoci in Alta Leventina, la risoluzione dello scorso dicembre del Consiglio comunale di Prato Leventina – che a larghissima maggioranza ha di fatto incaricato il Municipio di rilanciare il discorso dell’aggregazione con Quinto, Airolo, Bedretto e Dalpe – potrebbe portare presto all’inoltro di un’istanza al Consiglio di Stato. «Nelle scorse settimane, al fine di precisare e condividere il percorso da seguire, abbiamo avuto un incontro con i sindaci di Quinto e Prato Leventina, i quali si sono detti interessati a portare avanti il discorso – spiega Della Santa –. Prima di avviare l’istanza, hanno convenuto di interpellare gli altri tre Municipi per verificare un loro eventuale interesse a essere coinvolti in un uno studio aggregativo. La Sel è dunque in attesa di un riscontro. La differenza con la Bassa Leventina è che si parte da zero e quindi c’è meno pressione, le tempistiche per il 2024 non sono semplicemente realizzabili». Da noi contattati a inizio gennaio, i sindaci di Airolo, Bedretto e Dalpe si erano detti scettici al riguardo di una fusione dell’alta valle.