Per radiografare l’offerta e pianificare altre tappe il Municipio incarica uno studio giubiaschese e gli affianca uno dei massimi esperti elvetici
Un’analisi empirica, critica e costruttiva dell’offerta di mobilità dolce maturata negli ultimi anni sul territorio comunale di Bellinzona, per valutarne la qualità e il possibile sviluppo concreto, orientando così di conseguenza i prossimi investimenti a dieci anni dalle prime misure introdotte e cofinanziate da Confederazione e Cantone grazie alle varie fasi del Programma di agglomerato del Bellinzonese (Pab). Con questo obiettivo – dotarsi di dati certi e di prospettive concrete per aprire una nuova stagione di interventi migliorativi – il Municipio cittadino ha affidato un incarico allo studio d’ingegneria Bonalumi Ferrari Partner Sa di Giubiasco. Specialisti locali che per la durata di dodici mesi saranno affiancati in questo compito da uno dei maggiori esperti elvetici di consulenza sulla mobilità, la società zurighese Rombo. Uno dei due titolari è Jordi Riegg, a sua volta responsabile per il Ticino di Mobilità pedonale Svizzera, associazione pioniera da trent’anni nella realizzazione di un traffico favorevole ai pedoni. «E infatti il mandato chiede di elaborare il Piano della mobilità ciclistica come previsto nel Programma d’azione comunale, orientandolo anche già a un futuro Piano della mobilità pedonale», spiega il vicesindaco Simone Gianini, capodicastero Territorio e mobilità e presidente della Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese, insistendo sul concetto di multimodalità nel quale s’inserisce peraltro anche il cantiere per la realizzazione delle opere del semisvincolo attualmente allo stadio dei lavori preparatori.
Coinvolgere lo studio zurighese ha lo scopo di allargare lo sguardo sulle buone soluzioni introdotte in altri contesti urbani d’Oltralpe «beninteso simili per dimensioni, estensioni e conformazione del territorio a quello bellinzonese». Oltre a fornire una consulenza completa sulla mobilità e gli spazi pubblici, Rombo sostiene i propri clienti nell’analisi dei bisogni, nella definizione dei compiti, nei concorsi, nello sviluppo di strategie e strumenti, nella realizzazione dei progetti e nel dialogo con le autorità e i gruppi di interesse. La valutazione sulle corsie e piste ciclabili turrite prevede anche il coinvolgimento delle associazioni di categoria, come ad esempio Pro Velo. A sua volta l’Associazione traffico e ambiente (Ata) consegnerà in primavera alle autorità cittadine una propria analisi, attualmente in fase di ultimazione, volta a indicare i punti deboli migliorabili per una ciclabilità razionale, funzionale e senza più interruzioni nel contesto urbano. Infine, a livello superiore, l’esercizio si baserà già sulla nuova Legge federale sulle vie ciclabili presentata un anno fa dal Consiglio federale e attualmente in discussione nelle commissioni delle due Camere. Legge che mira a garantire percorsi migliori e più sicuri facendo leva su una pianificazione di qualità, sulla distinzione tra percorsi utilitari e per lo svago e su attività di informazione.
Sempre a livello pianificatorio – ricorda Gianini – la scheda M2 del Programma d’azione comunale (il Pac che fa da base all’iter per la realizzazione di un Piano regolatore unico dei 13 quartieri aggregati) prevede l’allestimento di un Piano della mobilità ciclistica che fra gli scopi ha proprio quello di verificare la situazione attuale a dieci anni dai primi investimenti resi possibili dal Pab: «Questi hanno permesso di migliorare e ampliare la rete regionale, in particolare con la realizzazione di passerelle ciclopedonali e un percorso ininterrotto lungo la linea ferroviaria da Arbedo a Camorino, includendo tratti dedicati e zone 30». Nel concreto, l’incarico affidato a specialisti ticinesi e zurighesi «mira a elaborare un piano strategico delle misure future, sia puntuali per risolvere a breve termine situazioni critiche magari già conclamate, sia ad ampio respiro che potrebbero costituire un Programma d’agglomerato di quinta generazione». A questo riguardo, ci dice il suo presidente, «la Commissione regionale dei trasporti ha avviato insieme al Dipartimento del territorio le riflessioni necessarie a decidere se partecipare oppure no. Molto, ovviamente, dipenderà dalle opere che potrebbero venire incluse e co-finanziate in un nuovo Programma».
Una delle misure già elencate nel Pab – e che Gianini confida possa beneficiare di co-finanziamenti federali a fronte di un investimento stimato di circa 4 milioni – è il miglioramento dell’esistente passerella pedonale del Dragonato che costeggiando l’omonimo riale collega via Luini, il posteggio Tatti e, scavalcando via Zorzi, la sede dell’Istituto delle assicurazioni sociali (Ias) per poi sfociare in via Ghiringhelli che a sua volta conduce verso il centro storico. Passerella di cui vanno migliorati gli accessi, per esempio affiancando delle comode rampe agli scalini, e che s’intende rendere anche ciclabile (sarebbe dunque più larga dell’attuale), completando di fatto il collegamento ciclopedonale fra la Turrita e Carasso che beneficerà presto sia della nuova passerella della Torretta sul fiume Ticino, in fase di realizzazione, sia dei nuovi tratti ciclabili previsti ai piedi di via Tatti dov’è iniziato il cantiere per la realizzazione del semisvincolo. Sempre in questo contesto, ricordiamo, all’altezza dello Ias è previsto un percorso pubblico che tramite un breve tunnel pedonale e ciclabile sotto il Dragonato si collegherà al grande prato presente dietro la sede del Dipartimento del territorio. Infine è imminente l’arrivo del messaggio municipale per il completamento del tratto di ciclopista cittadino fra via Varrone e via Vallone.