È caduto l’ultimo diaframma della galleria dove sarà inserita la condotta che porterà l’acqua dal lago Ritom alla futura nuova centrale idroelettrica
Stamattina è caduto l’ultimo diaframma della galleria dove sarà inserita la condotta che porterà l’acqua dal lago Ritom alla futura nuova centrale idroelettrica del Ritom, che si trova 840 metri più a valle. "Una pietra miliare del più importante progetto energetico per il Cantone e Aet degli ultimi 50 anni in Ticino e uno dei più importanti investimenti delle Ffs a sud delle Alpi", scrive Ritom Sa in un comunicato. "Ha lavorato instancabilmente per quasi 12 mesi e ora ha completato la sua missione: la fresa, anche chiamata talpa meccanica, che ha scavato il nuovo pozzo forzato interrato della futura centrale idroelettrica del Ritom è arrivata in Piora". Questa mattina ha infatti scavato l’ultima parte di roccia del pozzo inclinato, facendo cadere l’ultimo diaframma della galleria che permette di superare il dislivello di 840 metri tra il lago Ritom e Piotta. Ha scavato per circa 1’400 metri nel cuore della montagna, un lavoro lungo e non sempre facile: in alcuni tratti lo scavo è avvenuto in condizioni geologiche difficili che hanno reso l’avanzamento difficoltoso e impegnativo. Lo scavo della galleria è iniziato nel 2019 e i primi 770 metri sono stati scavati in orizzontale tramite brillamenti, mentre da marzo 2021 lo scavo per il pozzo inclinato è proseguito utilizzando la fresa da 300 tonnellate, lunga 100 metri, con un diametro di 3,23 metri. In questi quasi 12 mesi la fresa ha lavorato mediamente per 85 ore a settimana su 2 turni di lavoro giornalieri, sono stati impiegati oltre 20 operai giornalmente e sono state scavate 90’000 tonnellate di materiale, di cui circa 65’000 tonnellate con esplosivo e 25’000 tonnellate con mezzo meccanico.
Il cantiere per la realizzazione della nuova centrale del Ritom è stato aperto nel 2018. Il nuovo impianto sta piano piano prendendo forma grazie al centinaio di operai attivi ogni giorno. L’edificio della centrale, che ospiterà le due turbine e la pompa, è arrivato a tetto. "Lì accanto avanza la realizzazione del bacino di demodulazione, un importante tassello del nuovo impianto, poiché grazie a una capacità di 100’000 m3 permetterà di regolare la restituzione delle acque nel fiume Ticino nel rispetto dell’ambiente", si legge nella nota.
"La futura nuova centrale idroelettrica rappresenta un rilevante avanzamento per la strategia energetica delle Ffs e del Cantone Ticino e un importante passo avanti per la sostenibilità e per la politica energetica della Confederazione: un investimento ragguardevole, circa 300 milioni di franchi, che consentirà ai partner coinvolti di far fronte alle esigenze energetiche future di cittadini, aziende e viaggiatori, nel rispetto dell’ambiente".