Imminente l’iter per candidarsi a Sementina, Monte Carasso, Gudo e Centro dove le associazioni non hanno fatto breccia. Come funziona (bene) a Lugano
La Città di Bellinzona istituirà nei primi mesi del 2022 le Commissioni consultive di quartiere dove la popolazione locale non ha fino ad oggi sentito l’esigenza di creare una propria associazione rappresentativa cui affidare il compito di gestire i contatti con l’autorità politica e, se del caso, promuovere, sostenere e coordinare eventi e realtà locali. Dei tredici quartieri aggregati dall’aprile 2017, quattro non dispongono ancora di un’associazione: si tratta degli ex Comuni di Bellinzona Centro, Monte Carasso, Sementina e Gudo. Né le serate pubbliche promosse negli anni scorsi dal Municipio, né i contatti allacciati sul territorio dal Servizio quartieri hanno finora portato ai risultati sperati sin dalla fase pre-aggregativa, quando i favorevoli spingevano sulla necessità di disporre di quartieri vivi e ben considerati dentro la nuova grande Città. A parte alcuni timidi segnali – spiega il Servizio quartieri – purtroppo non si è concretizzata quella spinta necessaria a imboccare la via auspicata dal Municipio.
Dal profilo procedurale il Regolamento comunale stabilisce che il Municipio nomina le Commissioni di quartiere “ogni quadriennio entro sei mesi dal rinnovo dei poteri comunali”. I membri (tre, cinque o sette a dipendenza dalla dimensione del quartiere) entreranno in carica per la durata della nuova legislatura e riceveranno un gettone di presenza. Ora, mentre le associazioni di quartiere createsi durante la passata legislatura a Camorino, Sant’Antonio, Pianezzo, Giubiasco, Claro, Gnosca, Preonzo, Moleno e Gorduno hanno dimostrato di sapersi organizzare dandosi degli statuti e designando i rispettivi organi rappresentativi, nei rimanenti quattro quartieri l’iter per l’istituzione delle commissioni avrebbe dovuto iniziare “entro quattro mesi dal rinnovo dei poteri comunali”, ossia al più tardi entro il passato settembre. «Ma così non è stato. Da un lato si è ulteriormente sondato il terreno nell’ottica dell’opzione preferita ovvero quella della costituzione di Associazioni anche nei quartieri rimanenti, dall’altro in questo primo scorcio di legislatura ci si è dovuti concentrare su alcune altre priorità», spiega il sindaco Mario Branda indicando comunque ora la necessità di riprendere il discorso. Perciò nelle prossime settimane il Servizio quartieri pubblicherà sui rispettivi albi, per la durata di un mese, gli annunci relativi alla possibilità di candidarsi per uno dei posti a disposizione nelle commissioni. Potranno candidarsi tutti i cittadini maggiorenni (anche non svizzeri) domiciliati e supportati dalla firma di dieci proponenti, anch’essi residenti. Nel caso in cui vi fossero più persone interessate rispetto ai posti disponibili, il Municipio procederà con la scelta e la nomina che sarà valida, come detto, per la durata della legislatura. Il regolamento stabilisce peraltro che qualora nessuno si faccia avanti, o vi sia un numero insufficiente di candidati, “il Municipio procede alla scelta e alla designazione”.
Sul piano operativo, recita il regolamento, le Commissioni di quartiere “sono competenti su temi e problemi d’interesse locale, per i quali facilitano i contatti tra gli abitanti del quartiere e la società civile in generale con l’amministrazione e le autorità comunali”. Le Commissioni “accolgono e discutono le problematiche e le proposte del quartiere e le riportano, tramite il Servizio quartieri, ai servizi dell’Amministrazione comunale e/o al Municipio”. Il quale “deve consultare le commissioni o le associazioni di quartiere in caso di progetti importanti che toccano il quartiere e può sostenere progetti d’interesse pubblico proposti”. Sempre il Municipio “è tenuto a rispondere entro 90 giorni alle richieste della Commissione di quartiere, che informa a sua volta gli abitanti interessati”. La stessa “incontra il Municipio o un suo rappresentante almeno una volta all’anno e, almeno una volta per quadriennio, convocano l’Assemblea di quartiere alla quale può essere richiesta la presenza di rappresentanti del Municipio o dell’amministrazione comunale”. Inoltre per ogni Commissione di quartiere viene designato un funzionario amministrativo con funzione di suo segretario.
Gabriele Botti, capo Ufficio quartieri Città di Lugano
L’iter previsto per la candidatura potrebbe forse disincentivare qualche interessato? Il rischio non è da sottovalutare. Altri modelli, come quello applicato dalla Città di Lugano, semplificano questa fase e probabilmente agevolano il coinvolgimento di eventuali interessati. In riva al Ceresio, dove non sono previste le Associazioni di quartiere ma le Commissioni, ciascuna è composta attualmente da otto membri: uno per ognuno dei partiti presenti in Municipio (i nomi sono proposti dalle rispettive sezioni di Lugano) e un egual numero di rappresentanti eletti dall’Assemblea di quartiere durante la seduta costitutiva convocata nelle settimane successive alle elezioni comunali (le recenti assemblee sono state posticipate di qualche mese a causa della pandemia). «La candidatura può avvenire in modo del tutto spontaneo durante l’assemblea stessa, a condizione che la persona risieda nel quartiere e abbia compiuto 16 anni. Oppure può essere avanzata in occasione dei contatti che abbiamo con le singole commissioni quando, verso la fine della legislatura come in qualunque altro periodo dell’anno, può presentarsi la necessità di sostituire uno o più partenti», spiega Gabriele Botti, responsabile dell’Ufficio quartieri di Lugano. «Se la commissione propone il nome di un possibile subentrante, se dal passaparola in paese emerge l’interesse di qualcuno o se un interessato contatta direttamente il nostro ufficio perché intende candidarsi per un posto, noi lo incontriamo preventivamente fornendogli le informazioni necessarie a orientarlo sul compito che potrebbe essere chiamato ad assumere. Se conferma la disponibilità, egli si presenterà poi all’Assemblea costitutiva da noi diretta, durante la quale gli abitanti decidono per alzata di mano chi farà parte della commissione. Chi non viene eletto rimane solitamente a disposizione come subentrante. Laddove invece il ricambio è più importante, organizziamo per tempo uno ‘scouting’ attivo sul territorio interpellando anche i vari sodalizi locali. Quest’anno in tutti i venti quartieri abbiamo avuto un numero sufficiente di candidati (anche fino a sette per quattro posti) e questo anche laddove si è trattato di ripartire da zero e, come detto, si è dovuto stimolare proattivamente la partecipazione».
In occasione delle recenti assemblee costitutive, tutti gli 80 posti ‘popolari’ a disposizione nelle venti Commissioni di quartiere sono stati attribuiti. In totale i posti sono 160: a conti fatti, ne restano scoperti solo due di spettanza partitica. «Rappresentanti, questi ultimi, che portano competenze e contatti politici molto utili alla commissione stessa. Le commissioni – chiarisce Gabriele Botti – sono avantutto composte da persone che hanno a cuore il loro quartiere: c’è sinergia e sintonia tra i commissari e questo fatto, unito a un clima generalmente positivo e costruttivo, ci soddisfa molto. Senza dimenticare – conclude – il valore aggiunto costituito dalla buona collaborazione fra le Commissioni di quartiere e le associazioni attive sul territorio».
Rispetto alla procedura luganese, quella di Bellinzona appare dunque un po’ più macchinosa, meno spontanea e più istituzionale. Infatti, come detto, la candidatura va supportata da dieci proponenti e la designazione compete al solo Municipio e non all’Assemblea costitutiva. D’altronde lo stesso Municipio ha sin da subito spinto, nel 2017, sulla creazione non di Commissioni ma di Associazioni di quartiere che godono di un sostegno comunale e possono autodeterminarsi e gestirsi in modo spontaneo. A ogni modo successivamente alla creazione di una Commissione di quartiere, rimane comunque aperta la possibilità di costituire un’Associazione di quartiere che verrebbe riconosciuta dal Municipio. Un altro elemento di paragone sono le risorse umane messe a disposizione dalle rispettive Città: a Bellinzona (13 quartieri nati in un’unica tappa aggregativa di 44mila abitanti) il Servizio preposto dispone di 1,5 tempi pieni; contro i 3,5 di Lugano che di quartieri ne ha 21 (ma Loreto è confluito nella Commissione di Lugano centro) e 65mila abitanti aumentati gradualmente attraverso più fasi aggregative.